“SE FOSSI FUOCO ARDEREI FIRENZE”DI VANNI SANTONI-EDITORI LATERZA
21 Novembre 2011“NESSIE(MORTE SUL LAGO)-DI ANDREA GAMANNOSSI-MAURO PAGLIAI EDITORE
5 Dicembre 2011Alberto Eva, fiorentino doc, scrittore-lavoratore o lavoratore-scrittore,è bene chiederlo a lui.Un esordio folgorante nella letteratura gialla con un Premio Cattolica
nel lontano 1978, assegnazione di assoluto prestigio se si pensa che a quei tempi autori italiani di genere non ce n’erano molti, e certamente Alberto Eva va considerato tra i “padri”del genere. Una lunga carriera con romanzi,racconti pubblicati nel tempo, una fama di…rompiscatole a cui tiene molto, un uomo di grande
cultura e anche a questo tiene molto.
Torna in libreria con “Raccolto rosso“, un libro ambientato nella Firenze del 1988. Ma la vicenda parte da un antefatto avvenuto nel 1975 quando in uno scontro tra extraparlamentari di sinistra e neo-fascisti un ragazzo appartenente alla sinistra viene assassinato in corcostanze poche chiare.
Appunto nel 1988 da un commercialista…d’assalto,Daniele Morosi,si presenta una sua vecchia fiamma,Paola,che dice di essere ricattata per un qualche torbido legame con quella vecchia storia e gli chiede aiuto.Il nostro,un pò per megalomania,un pò perchè forse ancora attratto da lei,accetta trasformandosi in detective e andando così incontro a un mare di guai.
Un romanzo ricco di tensione che rievoca le oscure vicende di cui fu piena la stagione del terrorismo italiano:ricatti,rapimenti,minacce, la trama è costruita in maniera assai incalzante, gli anni di piombo riversano la loro ombra sui tempi in cui avviene la nostra storia,tempi anche questi ben poco edificanti, con la corruzione e l’assenza di ogni tipo di morale in triste evidenza.
Parlare di Racconto rosso non è semplice, intanto la prima difficoltà è nel come definirlo:romanzo-verità?thriller-storico?giallo d’azione?financial-thriller? Probabilmente c’è di tutto un pò,ma sicuramente c’è dell’altro.Tante volte abbiamo detto che gli scrittori usano la chiave del giallo o per fare della memoria storica o per com battere certi processi di revisione falsi e gratuiti o per fare anche cronaca sociale.
Nel nostro caso ci sembra che Alberto Eva perfetto conoscitore dei canoni del giallo li adopri alla perfezione fornendoc i una trama ricca di tutti gli ingredienti del caso,ma principalmente si… diverte a intrattenerci,a meravigliarci,a impegnarci anche in un sottile gioco intellettuale fatto di riman di,di citazioni,di incisi. Eva è uomo d’ingegno, di grande cultura,di grandi conoscenze, lui lo sa bene, e allora fa entrare il tutto in questa storia ma,badate bene, non per fare bella mostra di sè,ma per arricchire, divertire, insegnare, far riflettere,impegnare il lettore. E in tempi di facili disimpegni un disegno del genere è da lodare pienamente.
Come il suo protagonista Daniele Morosi anche Alberto Eva si pecca di sapere tutto di tutti,per certi versi questo libro è anche autobiografico,attraversa una stagione che lui ha vissuto, molti del resto i punti di contatto tra l’autore e il suo protagonista,pincipalmente una visione disincantata di tutto e di tutti.
Il romanzo si basa su un continuo gioco di accenni e riaccenni e ogni capitolo ha un titolo particolare e ben riferito. Così “Allegoria e derisione” e “Cronache di poveri amanti”sono riferiti a Pratolini, “Il tempo ritrovato” e “Alla ricerca del tempo perduto”si ispirano a Proust, e potremmo citarveli tutti, come li elenca l’autore in un c.d.
“indice ragionato”pubblicato al termine del libro, in cui ancora troviamo titoli tratti da Dashell Hammet,Francis Scott Ftzigerald,Vincenzo Cerami,Graham Greene,Orson Wells. Proprio il titolo di questo romanzo “Raccolto rosso” si ispira al celebre romanzo di Dashell Hammet “Red Harvest”(Raccolto rosso)anche se ad onor del vero il nostro autore è più conosciuto per “Il falcone maltese”. Nella sua dotta appendice Eva ci spiega l’origine e il significato di questi titoli che comunque hanno un nesso con il contenuto del capitolo stesso.
Un romanzo così concepito non merita di essere etichettato o considerato di genere senza togliere niente al genere, Alberto Eva ha scritto un bel romanzo usufruendo della chiave del giallo ma fornendoci un quadro d’insieme con sensazioni,giudizi, episodi di un tempo non troppo lontano dal nostro.
La scrittura di Eva è ….abbondante,fluviale, ma anche molto piacevole,spesso fiorentineggiante nel suo intercalare. Ci ha fatto venire in mente Alberto Arbasino, grande autore innamorato della parola,degli intercalari,Arbasino ha una vena più comica se vogliamo, Alberto Eva è più pungente, più critico,il suo ritratto dei terrorsi anni’70 è spietato, rilendone la loro pochezza, ancora più accentuata quando li ritroviamo imborghesiti e senza più ideali una diecina di anni dopo, anni per
molti versi non meno squallidi.
Eva tratta…meglio gli altri personaggi,Morosi non è certamente un buon cittadino, aiuta con il suo mestiere di commercialista a truffare lo stato, però se accantoniamo questa immagine, ecco il prototipo dell’investigatore alla Hammett, donne,alcool ma anche voglia di lottare, di chiarire, di scoprire certi segreti. Una gran carica di simpatia promana da Maty, prostituta di classe, e anche da Stefano,il magnaccia tutto muscoli, che però poi rivela di avere un cuore e un cervello.
E’ un trio che colpisce per i rapporti che sviluppa,sarebbe quasi da pochade se il tema non fosse molto più serio,con un uomo che apga una donna per goderne le grazide che invece lei concede all’altro gratuitamente,Morosi di questo ne fa quasi una malattia ma poi finisce per affezionarsi a tutti e due tanto da consolarsi sentendosi una sorta di padre putativo….
Raccolto rosso è una storia eminentemente fiorentina,con una serie di flash-back tra due epoche, va rilevato perchè Eva ci tiene alla sua fiorentinità.
Un’ultima curiosità in questo romanzo anche…giallo, manca la polizia sia pure a far da contraltare all’investigatore solitario,tutta la vicenda rifugge sempre dall’intervento di poliziotti o carabinieri,un breve accenno solo alla Guardia di Finanza, anche in questo Eva è originale…..
GIUSEPPE PREVITI