“L’ESATTORE” DI PETROS MARKARIS-BOMPIANI
18 Settembre 2012“DENTRO IL LABIRINTO”DI ANDREA CAMILLERI-SKIRA EDITORE
20 Settembre 2012Marsiglia è un noto porto francese,almeno per i più, ma è anche un crocevia tra l’Europa e l’Africa,posto ideale per tanti traffici, anche per quelli illegali.
La Dromos Gang è una unione di malavitosi, fondata qualche anno prima dai rampolli di quattro famiglie legate alla criminalità conosciutisi in un college inglese.
Dromos Gang prende il nome dal greco”corsa” e più prosaicamente da un pub di cui sono avventori abituali ed è composta dal russo Zosim,dall’italiano Giuseppe,dall’indiano
Sunil e dalla bella Inez,svizzera,tutti grandissimi amici.
Hanno una sorta di vademecum a cui ispirarsi,per entrare nella criminalità devi conoscere almeno tre lingue, aver girato il mondo,rifuggire dalle violenze, cercare solo affari
convenienti.N on hanno molto scrupoli, sono in buoni rapporti con i servizi e non esitano a tradire per salvare i propri interessi, come non esitano a …sporcarsi le mani con il traffico d’organi, con quello dei rifiuti illegali, la bella svizzera sa sfruttare bene le proprie entrature nel mondo della finanza e delle banche.
E in cerca di affari eccoli a Marsiglia dove dovranno fronteggiare Bernardette Bourdet ,la poliziotta e il boss della mala Grisoni.
Con “Respiro corto”Massimo Carlotto abbandona i misfatti del Nordest italiano e si occupa del crimine globale,che non ha frontiere e alligna ovunque.Come sempre sfrutta a menadito il suo stile secco,sobrio,essenziale per farci conoscere nuovi personaggi che nella loro sete di potere,nella loro amoralità hanno un loro fascino,perché essenzialmente sono
personaggi veri,reali pur se certo da non prendere a esempio. Come pure figure ben delineate sono quelle dei loro contraltari dalla poliziotta al boss.
Respiro corto è una sorta di mosaico del crimine,assai appassionante, con una serie di avventure ed eventi frenetici e niente affatto scontati.
Il libro si divide in scene,nella prima dei mafiosi russi cacciano un branco di lupi dal deserto contaminato di Chernobyl.Nella seconda scena abbiamo a che fare con un narcotrafficante in Brasile, infine Marsiglia con questa singolare poliziotta(lesbica, appassionatissima di Johnny Halliday),nota per le sue iniziali BB, a capo di una squadra che agisce ai limiti della legalità.
Carlotto ci racconta attraverso il noir i mali che allignano nella nostra società ,ne esce un racconto appassionante e mai banale,sotto la formula del noir la storia del nuovo crimine.
Lo scrittore questa volta lascia i luoghi a lui più congeniali e anche il suo personaggio più noto, l’Alligatore,per spostarsi su una città di respiro internazionale,quella Marsigla che già aveva “cantato” a meraviglia Jean-Claude Izzo.Marsiglia centro di traffici ,culla della mala, squassata da continui episodi di violenza, certamente più “cattiva” di quella in un certo senso pervasa di un certo romanticismo che il grande autore francese ci ha descritto. In questo malessere “globale”Carlotto ha visto una città che “doveva”essere raccontata in questa sua ulteriore escalation.
Massimo Carlotto si è documentato moltissimo su quello che ci ha descritto, ha visitato Marsiglia più volte,il caso che lui descrive in Respiro corto ha agganci con la realtà, è stato pure a Ciudad del Este,dove esiste una pericolosa confluenza tra i narcotrafficanti e esponenti di Al Qaeda.Come poi si rileva dal libro tutto questo muove flussi ingentissimi di denaro,la mala e le banche che controlla dispongono di miliardi di fatturato, esiste una vera e propria centrale del crimine anche se le organizzazioni agiscono a livello individuale.
Respiro corto è un libro corale, qui manca il singolo protagonista come si è già detto, a Carlotto interessa evidenziare come il crimine si sia trasformato,oggi anche la criminalità
ha a modo suo sfruttato la globalizzazione,la mafia,la n’drangheta,la camorra, la triade esistono sempre ma non come singoli fenomeni tesi alla conquista di una singola area ma
come partecipanti a un fenomeno di penetrazione sempre più universale.
Interessante è anche notare come Carlotto girando per università di tutti i Continenti sia rimasto colpito da un fenomeno sempre più inquietante, non per carità come fatto in sè
ma per certe implicazioni a cui può portare. I figli dei boss delle varie organizzazioni mafiose e criminali frequentano le università,studiano,apprendono strumenti importantissimi di
economia, marketing,ingegneria,fisica, di diritto e tutto questo lo possono applicare alle attività tradizionali di famiglia con una trasformazioni a centottanta gradi.E leggendo ilk libro non si fa fatica a pensare che con le nuove generazioni cambieranno anche i rapporti tra i boss all’antica e quelli che ne prenderanno il posto,sempre più specializzati e anche portati a una nuova prospettiva verticistica, cioè non sarà più possibile un capo unico.
Un altro elemento che il romanzo di Carlotto mette in evidenza è l’assoluta mancanza di scrupoli di questi “nuovi”boss,ad esempio in Slovenia si costruiscono le bare con materiali radioattivi.
Ormai siamo di fronte a delle vere multinazionali del crimine,che non esitano a stringere rapporti con politici,banche d’affari,grandi aziende.Carlotto è anche come sempre assai abile
nel descrivere questi personaggi.,rendendoli sempre più cinici e più spietati, di una malvagità pari alla evoluzione del male,lui don da giudizi,rappresenta una realtà.
Non sfuggono allo scrittore le conseguenze che la crisi economica mondiale stanno producendo,anche le attività criminali ne risentono e cercano nuovi sbocchi.Quel che colpisce§
maggiormente è questa clima di assoluta assuefazione al male, anche le persone per bene si “vendono”, si fanno corrompere pur di non rinunciare al loro status-symbol.
Come si vede dalla semplice disamina di un romanzo ci possiamo spingere molto lontano,in generale compito del noir è da diversi anni di raccontare i mali della società,anzi addirittura di averli anticipati, poi a queste storie non possiamo chiedere altro, importante come nel caso di Respiro corto è che sia ben narrato un fatto in questo legato a un conflitto epocale e di
di difficile interpretazione.
E proprio per queste tema apertissimo non ci stupiremmo che Carlotto dia ancora voce ai suoi personaggi.
GIUSEPPE PREVITI