” PRIMA DELL’URAGANO” DI LUCA MARTINELLI – DAMSTER
29 Gennaio 2019” APPUNTAMENTO AL BUIO” -Storie di ordinaria follia di DONATELLA FABBRI- apice libri
4 Febbraio 2019Un furgone portavalori scompare con il suo carico di tre milioni di euro, l’incasso del casinò di Saint-
Vincent.Una guardia viene trovata stordita e drogata, l’altra è scomparsa nel nulla come il furgone stesso.IL superstite accusa il collega di averlo minacciato e abbandonato, ma non ricorda altro.
Il vice-questore Rocco Schiavone che conduce le indagini non è però convinto e ritiene che tutto parta
da un caso di cui si è occupato recentemente, l’omicidio del ragioniere Favre, un omicidio legato al
mondo che gravita intorno al casinò e di cui si pensava che con la cattura del colpevole si fosse tutto
risolto. A questo punto il poliziotto pensa di dover riaprire le indagine perché vuole scoprire chi è
il mandante di questi crimini.
Contro il parere dei magistrati che non vorrebbero sue ingerenze con questa indagine considerata “minore”
rispetto a una inchiesta più delicata e certo di maggior effetto che stanno conducendo in quanto coinvolge
personaggi pubblici e privati Rocco Schiavone va avanti.
Del resto è in linea con il suo personaggio certamente sempre un pò sopra le righe, con una vita complicata e dai tanti aspetti contraddittori, ma il Rocco di oggi è più umano, sembra quasi ci sia in
lui un desiderio di rifarsi una famiglia con il giovane Gabriele che risveglia in lui un senso di pa-
ternità e il cane Lupo con cui condivide buona parte della giornata.
Ma anche il passato sembra chiedergli conto, la magistratura sembra stia cercando a Roma il cadavere mai
ritrovato di Enzo Baiocchi, l’assassino della moglie di Schiavone, Rocco teme qualche trappola e si sente
sotto il tiro dei Servizi.
Insomma molti nodi che si intrecciano, con tanti personaggi, in primis la variopinta squadra di poliziotti
che affiancano Schiavone, e poi uomini e donne che entrano nelle varie vicende del racconto.
Un insieme di giornate con sempre al centro Rocco Schiavone.
ANTONIO MANZINI conferma con RIEN NE VA PLUS di essere un provetto confezionatore di storie, storie che
vanno ormai oltre la trama “poliziesca” e che vanno a comporre una sorta di affresco sulla vita sociale,
affettiva dei vai protagonisti, visti sotto un profilo psicologico e morale. Su tutti chiaramente domina
il personaggio del vice-questore Schiavone che resta sempre più impresso per la sua forte carica di umani-
tà, per la sua, magari meno apparente ma assai viva bonomia,con il suo bisogno di affetto e di comprensione.Abituato a soffrire, non rinnega nulla del suo passato ma quell’impressione di disincanto che
mette nelle sue cose lo rende ancora più accetto ai suoi fedeli lettori.
RIEN NE VA PLUS riprende il discorso lasciato aperto dal precedente “Fate il vostro gioco”.L’omicidio del
ragioniere Favre sembra essere stato risolto con la cattura dell’assassino, ma Rocco non è soddisfatto,
sente che qualcosa gli è sfuggito a cominciare dal mandante. Pur alle prese con i ricorrenti echi del suo passato, ben due volte lo vedremo precipitarsi a Roma, il nostro protagonista si occupa comunque di tutto
quel sottobosco che gravita attorno al casinò di Saint-Vincent, dal gioco d’azzardo alla ludopatia, dallo
sfruttamento dei c.d. “forzati”della roulette agli strozzini che prestano denaro a interessi vertiginosi,
insomma un mondo da cui è ben difficile uscire e in cui può capitare qualunque cosa.
Avviene una rapina, scompare un furgone portavalori con tre milioni di euro a bordo, l’intero incasso della casa da gioco.Sono sparite anche le due guardie a bordo, una verrà ritrovata inebetita e dirà che è
stata così ridotta dall’altra guardia fuggita con il carico.
Mentre i poliziotti si danno da fare per trovare delle tracce, la procura chiede a Schiavone di farsi da
parte, c’è una indagine di grossa rilevanza su vari comportamenti di personaggi pubblici e privati che
ruotano intorno al casinò e temono che l’indagine di Schiavone possa far scoprire il loro lavoro. Natural-
mente il nostro non ci sta, lui sarà un poliziotto sui-generis, poco amante delle regole e delle gerarchie,ma ha un suo codice morale a cui non vuole rinunciare. Cerca sollievo in questa sua vita disor-
dinata nei colloqui con la moglie Marina, che ogni tanto gli riappare e parla con lui. Ma intanto nuovi
guai si profilano all’orizzonte. Caterina, la collega che è tornata a Roma e che lui considera messagli
accanto per spiarlo, lo avvisa che stanno tramando contro di lui. Stanno anche cercando di riesumare
qualcosa del suo passato, con l’evidente intenzione di nuocergli. Rocco teme di finire in prigione,
non capisce perché i Servizi ce l’abbiano con lui, medita di fuggire ma poi il suo temperamento di
lottatore lo porta a resistere.
Molta evidenza in questo romanzo viene data agli uomini che compongono la squadra di Schiavone, certo
ognuno con le sue…tare ma messi insieme e miracolasamente portati a fare gruppo pur da un superiore
così squinternato e imprevedibile, ecco che ognuno ne esce un ritratto più che esauriente.
MANZINI ha creato un intreccio assai complesso, il finale è ancora aperto, si da poter prevedere che
Schiavone tornerà….
Un’ultima annotazione, Rocco Schiavone si è fatta la fama del donnaiolo, anche in questa storia molto
vario è l’elemento femminile, con un Rocco che sembra più riflessivo e meno portato alla facile avventu-
ra. Indubbiamente si sta assuefando alla parvenza di questa nuova famiglia(ha accolto in casa Giacomo
e la madre), verso i suoi uomini ha un atteggiamento meno sprezzante e di maggior comprensione. Ritrova
nelle trasferte romane i vecchi amici e tutti cercano di dargli una mano nello sventare le manovre ai
suoi danni, perché alla fin fine Schiavone è un gran rompiballe ma sa farsi voler bene.
E d’altra parte, facendo a meno di immedesiomarlo in Giallini, resta l’immagine di questo bietolone che
gira per Aosta con loden e clark, patendo un freddo del diavolo, però lui va oltre se stesso, è sempre
pronto a comprendere le ragioni degli altri ma il suo motto è di non rinunciare mai a trovare la verità.
Beh,, che altro dkire, RIEN NE VA PLUS va definito un “romanzo universale”, che va ben oltre la dimensione
del semplice giallo, o meglio è un giallo che vuol rappresentare usi,vizi e patemi di questa società.
GIUSEPPE PREVITI