RISCOPRENDO VECCHI FILM: “RANCHO NOTORIUS” (1952)- di FRITZ LANG
18 Novembre 2012“UNA FAMIGLIA PERFETTA” DI PAOLO GENOVESE
3 Dicembre 2012Cast: Kirk Douglas Eleonor Parker William Bendix, George Macready Lee Grant Carhy O’Donnell Joseph Wisemann Horace MacMahon Gladys George Gerald Mohr Frank Faylen
Tratto da un dramma teatrale di Sidney Kingsley e sceneggiato da Philipp Jordan e Robert Wyler Detective story (Pietà per i giusti) è la storia di una giornata d’agosto in un ufficio
di polizia di New York. Jim McLeod è un ispettore di polizia, integerrimo e intransigente, lavora con ritmi e modi di fare più nevrotici, non accetta compromessi, è molto rigido anche
quando si occupa di reati minori. Nell’indagare su un medico radiato dall’albo per aver praticato aborti clandestini viene a galla una vecchia storia in cui era implicata sua moglie Mary
e quest’amara verità per lui è l’inizio della fine….
Un film grandioso che rende giustizia anche alla pièce teatrale da cui è tratto. L’eccellente regia di William Wyler miscela alla perfezione il lato umano, quello poliziesco, quello sociale e
anche quello del come rispondere alla propria coscienza. Tanti, complicati ma anche profondamente umani i vari casi che si presentano in questo distretto di polizia newyorkese.
Figlio di un uomo malvagio che ha reso un inferno la vita della moglie sino a farla morire, l’ispettore di polizia Jim McLeod nutre un odio implacabile verso che commette il male e lo rende assolutamente intransigente e implacabile nei suoi confronti.
Gli capita il caso del dottor Schneider un medico che pratica abortie ha sulla coscienza la morte di alcune pazienti. McLeod viene accusato di accanirsi contro di lui e di farlo per vendetta perché in gioventù, prima di sposarlo, anche sua moglie Mary, di cui è innamoratissimo, è ricorsa a lui. Ma Jim ignorava questi fatti, comunque rompe con la moglie pur cominciando ad avere dei dubbi sul proprio rigore morale così assolutista. Ma pur amandosi ancora ormai per loro una vita in comune è impossibile.
McLeod vede sgretolarsi il suo mondo e cercherà riscatto immolandosi per salvare gli altri agenti, ma prima di morire manifesterà il suo pentimento per l’eccessiva severità e la
totale intransigenza sempre dimostrate.
Wyler ha diretto con grande rispetto l’adattamento di questo pezzo nato per il teatro non facendo mai venire meno il canone di unità di spazio tempo e luogo tipico del mezzo teatrale.
In questo è stato aiutato da un superbo cast di attori ben calibrato anche nei ruoli marginali, La vera forza del film è quella di affrontare senza remore dei temi assai scottanti per il codice di comportamento hollywoodiano di quell’epoca.
Del resto William Wyler era abituato a lavorare su testi teatrali (vedi Strada disperata Ore disperate ). In origine per l’adattamento cinematografico di “Detective story” si era parlato del grande Dhashiell Hammett, ma poi furono scelti il fratello del regista, Robert, e Philipp Jordan, un nome che ricorre spesso in un periodo in cui molti scrittori erano perseguitati dal
maccartismo….
Kirk Douglas è il poliziotto nevrotico che vuole fare giustizia ma nella maniera sbagliata, divenendo alla lunga un persecutore , una grande prova di attore la sua. Con lui una intensa
Eleonor Parker, la giovane Lee Grant che ebbe un buon successo personale conseguendo anche dei premi, e un folto stuolo di ottimi caratteristi.
Wiler gira tutto il film in interni, dentro una stazione di polizia, ma la sua abilità e la capacità degli attori rendono questo film- che più…anticinematografico non potrebbe essere- veramente di notevole livello. Il regista riesce a superare le insidie del teatro filmato costruendo una pellicola ricca di tante storie, grandi e minime , tanti dilemmi sulla realtà dei singoli atti, meritevoli di perdono o di essere colpiti senza pietà?
McLeod impersonifica la rigidità morale assoluta, poco incline al perdono o a dare una seconda chance. Il tutto perché non si perdona di essere il figlio di un criminale, e di conseguenza
sente il bisogno di riabilitarsi moralmente non perdonando gli altri.
Ma quando viene colpito nel suo affetto più caro, la moglie, la vicenda assume toni da tragedia con una serie di dialoghi veramente strazianti. La sua corazza fatta di insensibilità si sgretola e lui reagisce, certo alla sua maniera, sempre per eccesso, ma importante è che abbia compreso la lezione.
Oggi forse certi dilemmi morali fanno ridere ma a quel tempo il film è stato sconvolgente, una sorta di pugno nello stomaco, con quei tragici colloqui tra marito e moglie, tra cui si è ormai
creato un muro.
Il film fu presentato a Canne s nel 1952 e venne considerato tra i migliori dieci film dell’anno. Questo film, oggi un po’ dimenticato, fu salutato ovunque da un grande successo.
Lo stesso successo che era arriso all’opera teatrale da cui è tratto, anche questa aveva avuto grande successo di critica e di pubblico. Nel 1949 fu premiata con l’Edgar Allan Poe Award.
Questo dramma è stato, proprio grazie alla trasposizione cinematografica, un prototipo dei film e delle fiction televisive ambientati nel mondo della polizia e dei poliziotti.
Sidney Kingsey , un buon drammaturgo della prima metà del Novecento, aveva difeso in questo testo l’importanza dell’equità di giudizio e del giusto processo, principi basilari della drammaturgia come pure la salvaguardia dell’imputato.
E in questo grande importanza viene assunta dal ruolo della polizia. Il drammaturgo temeva una polizia o corrotta o totalitaria. Temi principali del dramma restano il perdono, la compassione, la democrazia, la giustizia, la repulsa per la giustizia “fai da te”, la brutalità dei poliziotti.
Tutti grandi tempi che William Wyler riprende puntualmente nel suo film e di questo occorre dargliene atto.
GIUSEPPE PREVITI