“RALPH SPACCATUTTO” DI RICH MOORE ANIMAZIONE
22 Dicembre 2012” LA PARTE DEGLI ANGELI” di KEN LOACH- 2012
3 Gennaio 2013Cast: Humphrey Bogart Gloria Grahame Frank Loveloy Carl Benton Reid Art Smith Martha Stewart Jedd Donnell Robert Warwick Hadda Brooks
IL FILM
Tratto da un romanzo di Dorothy B.Hughes e sceneggiato da Edmund North e Andrew Solt Il diritto di uccidere narra di Dixon Steele, uno sceneggiatore di Los Angeles passato di moda.
Un tipo un tempo creativo e brillante ma ora, dopo la guerra a cui ha partecipato, senza lavoro e soggetto a violenti scatti d’ira.
Viene ingiustamente accusato a avere ucciso una donna con cui aveva passato la serata per discutere di un copione, ma l’avvenente Laurel, ne-vicina di casa, lo fa scagionare testimoniando
a suo favore. Tra i due nasce una storia ma la ragazza quando viene a conoscere i suoi precedenti e assiste alle sue collere incontrollate si fa prendere dai dubbi, pur se ha paura di lasciarlo.
Durante una discussione sempre più violenta gli rinfaccia i suoi sospetti e lui sta per soffocarla pieno d’ira, ma squilla il telefono, Dixon risponde e gli annunciano che è stato trovato ed arrestato il vero colpevole per cui lui è completamente scagionato. Ma ormai tra lui e Laurel è tutto finito.
Questo film fu ben accolto dalla critica, pur se non ebbe lo stesso successo nelle sale cinematografiche. Solo negli anni settanta fu riscoperto, specie in Francia, con grandi elogi alla
regia di Nicholas Ray e alla interpretazione dei due protagonisti.
Fu riproposto anche in Italia con il titolo Paura senza perché.
E’ tratto da un romanzo su un reduce di guerra soggetto a inconsulti scoppi di violenza.Accusato dell’assassinio di una ragazza viene discolpato da una vicina di casa che poi si innamora di lui ma la loro relazione diverrà presto insostenibile.
Ray affronta un tema che gli sarà sempre congeniale, quello sui rapporti umani, creando così uno dei suoi film più intensi e più significativi, con toni da tragedia, miscelando abilmente
temi, personaggi e situazioni.
Ricordando che Ray ha diretto capolavori come Gioventù bruciata con James Dean va detto che le sue migliori regie comprendono certo questo Il diritto di uccidere assai meno pubblicizzato di altri titoli. Fu un’opera notevole pur se stranamente poc0 fortunata dal punto di vista commerciale. Un film che colpisce per l’attenzione sui vari personaggi, destinati
a restare nella memoria. Assai brava e garbata Gloria Grahame che regge bene il confronto con un grande Humphrey Bogart. E idre che la Grahame, tra l’altro moglie del regista
pur se in via di separazione, era stata in concorrenza con Lauren Bacall, non scelta per ragioni economiche, e Ginger Rogers, a cui Ray aveva preferito la Grahame.
Grande Bogart, veramente notevoli nei suoi passaggi dalle compassate e quasi ironiche pose usuali nei suoi personaggi ai violenti scatti d’ira dello schizofrenico protagonista, rendendo
difficile giudicarlo o come un delinquente ai limiti della pazzia o solamente come un artista un po’ volubile e un po’ sfortunato.
Humphrey Bogart sentì molto vicino alle sue corde questo ruolo, un personaggio affascinante, complesso, uno sceneggiatore senza dubbio valido ma anche un ubriacone,un egoista, un violento, insomma un uomo dalle tante sfaccettature come era lo stesso Bogart nella vita.
Va anche rivelato che il finale originale prevedeva che Dix strangolasse Laurel che gli aveva detto che voleva lasciarlo proprio mentre l’amico poliziotto era venuto ad annunciargli che
era stato trovato il vero colpevole.
Ma Ray non volle più questo finale e così lo cambiò, lui non voleva che la storia finisse nella violenza, e quindi vediamo Bogart che lascia la casa dopo la telefonata liberatoria.
Va detto che il protagonista era un reduce di guerra, dove aveva visto di tutto e questo aveva fatalmente leso il suo sistema nervoso rendendolo instabile nei rapporti umani e con tendenze autodistruttive ( elementi che ritroveremo nel James Dean di Gioventù bruciata).
Ray costruisce una trama a mezza strada tra il poliziesco e il melodrammatico ma non rinuncia al…melodramma amoroso, ma importante è che riesce a creare un tale clima di dubbi e di paure intorno al protagonista che lo stesso spettatore si fa prendere dagli stessi sospetti.
Molto azzeccato il profilo psicologico con accenni di mistero e di suspense alla Hitchoch, in più una chiara presa di posizione contro un mondo, quello del cinema, che abbandona senza pietà le sue star appena in difficoltà.
Tra i pregi del film la godibilità dei dialoghi assai briosi e scorrevoli.
Nessuna concessione all’happy end, del resto era ricorrente nel noir di quei tempi, tutti risulteranno alla fine sconfitti, compresi i due protagonisti che possono anche amarsi, ma alla fine risultano delle vittime, dei perdenti, incapaci di essere felici tra loro.
Una pellicola certamente molto “sentita”, che commuove ed emoziona.
IL ROMANZO
Dorothy B.Hughes fu considerato un grande del noir, scrisse 14 romanzi tra polizieschi e noir. Era nato a Kansas City, giornalista, scrittore, recensore di gialli. Sa alcuni dei suoi ronanzi
furono tratti film di successo, tra cui appunto questoIn a lonely place ( In un posto solitario) divenuto Il diritto di uccidere.
Il romanzo è ambientato nella Los Angeles del 1947, un serial killer è all’opera, ogni mese violenta e strangola una ragazza senza lasciare tracce. E inizia con questo uomo che si in travede in un mare di nebbia mentre sta guardando una ragazza progettando come avvicinarla senza spaventarla.
Intanto si incontrano due vecchi compagni d’armi, Dix scrittore fallito e Brub ora poliziotto. Si avvia così una storia dove è evidente che un colpevole sicuramente deve esistere, ma la forza dello scrittore sta nel seminare il dubbio su chi sia il vero assassino, quella figura appena intravista o il reduce con le sue crisi?
Un libro interessante che esamina un uomo e le sue pulsioni. Il libro è comunque diverso dal film, intanto è raccontato in terza persona dal controverso Dixon Steele. Un uomo perduto,lo ha salvato l’uniforme, la guerra, ma adesso vive in gran parte del sostegno di uno zio ricco, pur professandosi scrittore.
L’entrata nella sua vita della bella Laurel sembra farlo tornare tra i vivi….se ne innamora profondamente. Ma presto i rapporti si guastano, lei ha paura di Dix e si confida con Brub,
ora poliziotto alla squadra omicidi. Los Angeles è sconvolta dagli omicidi del serial killer e la trama prosegue agghiacciante e convincente.
Il quadro della Los Angeles del dopoguerra è affascinante, colpisce il ritratto di questi soldati macchina da uccidere in guerra e ora ,catapultati nella società civile, a disagio. C’è chi si adatta come Brub il poliziotto, ha combattuto per ideali di pace e di giustizia. Ora tutto questo però appartiene al passato, e lui vuole costruire un mondo ordinato e pacifico dove si possa vivere
bene.
Ma la forte differenza tra film e romanzo sta nel protagonista, che nel film tutto sommato è una persona brava nell’insieme se non fosse per certi scoppi di violenza incontrollati. Nel
libro lui invece finge di essere un romanziere, si fa mantenere dallo zio, venuto a mancare questo assume l’identità di un altro. Nella sceneggiatura cinematografica appare piùuna vittima della sua stessa rabbia, e anche se non uccide Laurel, la perde per sempre.
In più il Dix del romanzo perseguita le donne, nel film risulta l’opposto.
Comunque un ottimo romanzo sull’America della seconda metà del ‘900, e un film altrettanto da ricordare.
GIUSEPPE PREVITI