“TUTTI I SANTI GIORNI”DI PAOLO VIRZI’-CON LUCA MARINELLI FEDERICA VICTORIA CAIOZZO(TONY)
11 Ottobre 2012RISCOPRENDO VECCHI FILM: IL LUNGO ADDIO DI ROBERT ALTMAN
21 Ottobre 2012Una rassegna cinematografica in corso di proiezioni presso la locale Biblioteca ci permette di riscoprire alcuni vecchi film e anche il modo di parlare de rapporto tra cinema e letteratura.
La serie è dedicata a Philippe Marlowe il celebre investigatore creato da Raymond Chandler, due figure leggendarie a cui il cinema degli anni quaranta-settanta ha fatto molto ricorso.
Raymond Chandler è sicuramente uno dei più grandi della letteratura nord-americana, e al pari di un Ftizgerald o di un West ci ha dato una visione spettrale di Hollywood in cui
“i personaggi si muovono come in una foresta pietrificata”.
Uno scrittore autentico che raggiunge notorietà e fama creando l’investigatore Philippe Marlowe e dando ai suoi romanzi una rigorosa struttura e un clima di suspense che servono al-
l’autore a rendere plausibili le sue analisi morali ma evitando sempre un tono noioso e pedante.
Chandler,con un passato di dirigente petrolifero,iniziò a pubblicare sulla rivista thriller “Black-Mask” creando vari investigatori,di cui il più celebre fu appunto Marlowe.Questi era un ex-agente assicurativo, era stato pure in polizia,tutti i romanzi furono ambientati in California. IL detective era alto,aitante,scattante,un duro, portava il cappello,il trecnh,occhiali scuri,abiti blu,aveva fatto buoni studi,fumava le Camel,beveva molto,grande giocatore di scacchi, scapolo,senza amici, ma con molte amanti.Aveva la capacità di giudicare gli altri dalle facce con una fulminante ironia.Proprio ne Il grande sonno si presenta così:” Ero ordinato,pulito,ben raso, sobrio….sembravo il figurino dell’investigatore privato……”
I romanzi di Chandler e quindi il suo detective giocano su molti elementi che vanno dalle scomparse di persone a commerci pornografici,dalle bische clandestine al gioco d’azzardo,
dai travestimenti ai ricatti,dalla corruzione dei poliziotti agli odi familiari. E poi un proliferare di tipi( e tipe)degeneri,infedeli,ambigui,sospetti. Tra le categorie più nel…mirino di
Chandler i ,medici, quelli corrotti ovviamente,alle prese con un vasto mondo di alcolizzati,epilettici,drogati,malati di mente,ninfomani,maniaci sessuali.
Chandler era anche dotato di uno stile fra il psicologico e l’aggressivo ma con l’odore e il sapore della realtà,il gusto dell’intelligenza,il piacere dell’ironia.
E’evidente che soggetti così completi e la creazione di un personaggio delineato a tutto tondo non potevano non interessare il cinema hollywoodiano…..Del resto quelli furono anni in cui furoreggiò l’hard boiled, un genere a cui il cinema attinse molto.Per hard boiled si intendevano romanzi “duri”, di una certa rozzezza di impianto e di personaggi, di bassa commercialbilità e di facile consumo. Se il mistery era di derivazione britannica, questo altro filone rispecchiava meglio la realtà americana alle prese con la grande depressione e l’avvento del new deal roosveltiano.
Uscirono testi polizieschi dalle forti emozioni come era la vita americana di quei giorni, con aggressioni,sparatorie,agguati,tensioni.E non c’era limite all'”esagerazione”,lo disse lo stesso Chandler.Semmai lui sembrò compiere una svolta nella sua carriera con Marlowe,apparentemente un investigatore in linea con quelli tradizionali, ma permeato di quel pessimismo e
di quella tristezza di chi ha pochi soldi e deve lottare per guadagnarseli,con un’angoscia di chi non ha niente per far cambiare il mondo,al di là della sua bravura professionale.
Il grande sonno è quello da cui non ci si ridesta,quello freddo della morte,mentre incombono notti buie e piovose.Se questo era il tema dell’omonimo romanzo di Chandler Il grande sonno
di Howard Hawks riprende questo assunto in un film cupo,livido, un cielo senza luna,con una terra fredda che ricopre questi corpi addormentati, in un’atmosfera tipica da…..bianco e nero,anzi più nero….
“Cosa importa dove si giace quando si è morti?Si è morti,si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie….Si dorme il grande sonno senza preoccuparsi di essere morti male, di essere caduti nel letame….”.
Così recita il libro,cos’ il film dominato da un senso di nero assoluto.Un “noir atipico”senza voce fuori campo che ci illustri il senso del titolo, non vi sono flash-back,nè abuso del
grandangolo o delle immagini a forte contrasto.Hawks porta avanti l’azione con la sola forza dei dialoghi,con varie modulazioni di inquadrature e di montaggi,allora più che di noir
potremmo parlare di hard boiled, di cui come già detto Chandler fu validissimo esponente.
Detto che l’investigatore privato è definito “suola“,nel nostro caso Marlowe viene assunto da una famiglia importante quanto viziosa e immorale, che rispecchia tutto lo squallore
possibile che si può annidare nella c.d.”buona società” del west-coat.
Questa pellicola, che tra gli sceneggiatori ebbe anche il premio Nobel William Faulkner,ebbe dialoghi serratissimi e fedeli al romanzo,con un’atmosfera claustrofobica,colma di paranoie,minacce e sospetti, ma ravvivata dallo scoppiettio di battute secche,doppi sensi,umorismo disincantato, grandi scambi di sguardi tra i protagonisti.
La narrazione in prima persona del romanzo nel film viene resa con la presenza costante di Marlowe in scenaq, così il regista tiene conto del punto di vista del protagonista,
un “duro”cinico e sardonico,con faccia dolente e disillusa.Ed è verame nte un’immersione totale quella di Humphrey Bogart in Marlowe,e se ne appropria completamente dandogli
in cambio il proprio volto straordinariamente umano,con le proprie espressioni disincantate, con la propria fisicità di uomo normale. Come già in Falcone Maltese Bogart appare come la vera incarnazione del detective solitario e misogino,dalle battute pronte e pungenti, è anche un sentimentale ma sicuramente è fedele al proprio rigore morale.
Un’annotazione, da questa simbiosi perfetta investigatore di carta/investigatore cinematografico ci si distaccherà solamente per Robert Mitchum,per molti il Marlowe modello.
La grandezza di Bogart viene condizionata,se possibile,dalla splendida Lauren Bacall, dando vita a una eccitazione erotica alimentata dal desiderio e dal pericolo.
Hawks,molto scaltramente,sfrutta abilmente la passione esplosa tra i due,con dialoghi molto allusivi. Successe poi che il film,girato nel 1944,per concomitanza con i gravi fatti della guerra non fu fatto uscire dalla casa cinematografica(la Warner Bros). Venne portato nelle sale nel 1946 e Hawks allora aggiunse dialoghi molto più “caldi” vedi il dialogo “ippico”al ristorante.
E anche il finale non interessa tanto perché si scopre un colpevole ma perché Philippe e Vivian sono insieme.
Il film ovviamente ha anche altri valori e interessi, ad esempio una sorpresa gradevole la fornì Marta Wickers che giocava alla bimba perversa e ingenua,rubando spesso la scena alla stessa Bacall.
Più che per la durata di apparizione di rilevante portata fu la figura del generale che prova pena e disgusto per le miserie umane che lo circondano, e che subito lega con Marlowe,entrambi mostrano un distacco critico verso le cose e del resto l’aspirazione di Marlowe,pur avendo a che fare con gli esseri più squallidi, è di realizzare qualcosa di “morale”.
Da mettere in rilievo in questo film è l’ambientazione,qui non immaginaria come in molti noir,ma rigorosamente tesa a evidenziare la decadenza di Los Angeles, denunciando la parte marcia di una società dorata. E questo processo lo si vede con gli occhi di un uomo onesto,che si guadagna da vivere lavorando,provando pietà e rispetto per i vecchi dal profondo rigore e per i giovani ingannati dalla vita.
In conclusione un film ben fatto e ben diretto nel suo crudo realismo.
GIUSEPPE PREVITI