” EGOCENTRISMO E SHERLOCK HOLMES “
19 Luglio 2017” IL MISTERO DELLE ANTICHE ROTTE” DI ELENA TORRE- CAIRO
7 Agosto 2017Due cicli di romanzi seriali, l’uno con protagonista il commissario Ricciardi, operativo nella Napoli anni Trenta, l’altro ambientato nella Napoli dei nostri
giorni, I Bastardi di Pizzofalcone, storia di poliziotti di stanza in un commissariato di città. Questo e altro nell’attività di Maurizio De Giovanni.
In libreria Rondini d’inverno, quando è appena passato il Natale e ci si avvia verso il Capodanno. Durante uno spettacolo di varietà di gran successo, sul
palcoscenico il grande Michelangelo Gelmi, capocomico e protagonista, esplode come da copione due colpi di pistola contro la giovane moglie, grande
soubrette dello spettacolo, Federica Marra. Prassi di routine durante la recita di una canzone sceneggiata, senonché nella fatale serata del 28 dicembre
uno dei proiettili non è a salve e la donna muore fulminata sul palcoscenico.
Gelmi disperato si proclama subito innocente ma pochi gli credono. E’ un uomo ormai al di là con gli anni, solo il sodalizio con Fedora, ormai star incon-
trastata della scena napoletana, gli permette ancora di calcare le scene. Fioccano le indiscrezioni, molti sussurri, si dice che la donna avesse un amante e
stesse per lasciarlo. Un caso quindi apparentemente di facile soluzione, ma il commissario Ricciardi non è convinto e comincia la sua indagine, aiutato dal
fedele brigadiere Maione che nel frattempo aiuta anche l’amico comune dottor Modo a risolvere una delicata questione personale.
Nel frattempo il commissario è alle prese con i soliti fantasmi che lo tormentano, ma intanto sembra che la sua vita sentimentale possa arrivare alla svolta
decisiva con Enrica , la ragazza che ama.
Nonostante tutto riesce a mettere insieme i fili di una storia assai intricata, mentre simbolicamente anche la nebbia che si è addensata su Napoli si è im-
provvisamente diradata, ma prima della parola fine non mancheranno i colpi di scena.
Per chi è obbligato per ragioni diciamo di servizio a leggere molti libri quando si imbatte nei seriali c’è sempre la paura di assistere a una assuefazione del-
l’autore( e quindi del lettore) al personaggio, ai temi trattati, insomma alla routine.Maurizio De Giovanni ha incontrato e ci ha fatto conoscere il commissario
Ricciardi nel lontano 2006, dodici i libri di questa saga. Ebbene, leggendo il nuovo Ricciardi Rondini d’inverno -Sipario per il commissario Ricciardi- ci siamo resi conto che in questo libro non corriamo alcun tipo di rischio, l’autore scava nell’animo del suo commissario, quasi offrendocene una nuova versione
più introspettiva e personale.
De Giovanni ci parla di Napoli, la Napoli delle canzoni, dei musicanti, dei sogni, delle sceneggiate. Tutto fa Napoli, ma attenzione, se Napoli è la “canzone”
allora non ci devono essere note stonate, e se ci sono vanno ricollocate al punto giusto.Ma se è l’ordine delle cose, fuor di metafora, a dover essere ristabilito
ecco che deve intervenire l’autorità costituita, il nostro commissario Luigi Ricciardi. Che poi si tratti di delitti o di amori( altro tema del libro) che non maturano a pensarci bene non è che cambi molto.
Il nostro autore riesce anche a dare una corposità al suo personaggio che va al di là degli anni ’30 in cui si svolgono le nostre storie. I libri sono ambientati
in quell’epoca ma la forza e l’attrazione degli stessi è che potrebbero essere ambientati anche ai giorni nostri, i temi sono universali, di ieri, di oggi, di domani.
Ricciardi, nonostante sia di nobile schiatta, ha voluto fare il poliziotto, ma è abbastanza distante dal regime dell’epoca, si i nteressa solo ai fatti, non al con-
torno. Ma ha anche una particolarità, vede e sente i trapassati, le loro voci gli raccontano tante storie tragiche che , se è pur vero che lo opprimono e lo atter-
riscono, gli danno anche però una maggiore sensibilità. gli acuiscono l’intuito.
Eccolo doversi applicare nel breve lasso tra Natale e Capodannoa una brutta faccenda, un delitto avvenuto al teatro Splendor, anche se sembra un caso risol-
to in partenza.La vittima, caduta sul palcoscenico difronte a quel gran poubblico che era venuto a osannarla, è un’attrice. Durante la recita il marito (lo è
anche nella vita reale)le ha sparato due colpi, ma una pallottola era vera. L’ha uccisa lui ma Ricciardi non crede che sia il vero colpevole.. Si rifà al mondo
del teatro dove menzogna e verità hanno confini assai ristertti, come pure tutto quanto vi gira intorno.Il palcoscenico assunto al ruolo assunto al ruolo di
uno specchio della vita comune, su di esso e intorno ad esso invidie, tradimenti, gelosie, rancori, sospetti, tutto può accadere.
Ricciardi attraversa uno stato di grazia, finalmente il suo amore per Enrica è uscito allo scoperto, si sono visti, si sono parlati, lei ha saputo dire di no al mag-
giore tedesco che l’aveva chiesta in moglie, pur se la madre di Enrica continua a tramare, ma pur nell’irresolutezza di fondo dei due, il loro amore va avanti.
Persone per bene, che però per cementare e ampliare la loro posizione devono passare tra la gente, captarne gli umori, valutarne le azioni. E Ricciardi farà
questo entrando in un mondo, restituendogli verità e frealtà.
Ricciardi conteso tra le donne, dalla spledida contessa Bianca Palmieri di Roccaspina, una nobildonna che trova in uomini come Ricciardi e il duca di Man-
dragola la ragione di vivere, una vita effimera, da sogni. Ma che ne sanno coloro che li guardano da lontano, certo splendidi personaggi come splendidi
sono gli attori sul palcoscenico, ma tutti ” effimeri”nella sostanza,solo l’apparenza è splendidfa, la realtà è tutt’altra cosa.
Poi c’è Livia, un tipo più solido, più temprato alla vita, ma putroppo costretta a una doppia vita, ricattata dai servizi segret6i, sola a conoscere i rischi che
corre il…suo Ricciardi.
Già Ricciardi, attratto da queste donne, forse lui ne è inconsapevole, a queste potremmo aggiungere Nelide, la servetta del commissario, per lui si buttereb-
benel fuoco. Lui è attratto, o mglio incuriosito da tutte lorol sicuramente offre loro comprensione e compassione, e questo, tornando alla parte più gialla
della nostra storia, mancherà poco che gli risulti fatale. Troppo scoperto e ingenuo il suo approccio a questo….versante della vita.
Tre i personaggi maschili della storia, ma tutti interconnessi fra loro. Il suo unico amico è il dottor Modo, dalla mentalità analitica, grande raziocinante,
sarebbe un detective ideale. Di controil commissario che si avvicina più all’immagine di un medico,lui infatti cerca di comprendere e di curare corpi e
anime.
Poi c’è Raffaele Maione, brigadiere, un omone che adora il suo superiore, è un pò il suo braccio,come Ricciardi è la mente che si serve del Maione per en-
trare in quei mondi dove il ragionamento, la comprensione non bastano.
E lo stesso Modo si avvarrà di Maione in una toccante storia(una storia nella storia), quella della quarta protagonista femminile,Lina la prostituta.
Un romanzo scritto con grande partecipazione e intensità, dove si alternano prima e terza persona, dove si raccontano tante storie.Effettivamente in
questo giallo si toccano livelli e emozioni che vanno oltre la sostanza del narrato, facendoci pensare alla casualità della “commedia umana”.
A chiusura vogliamo ricordare e fare anche nostro il saluto di De Giovanni al suo personaggio: ” ……Ciao Ricciardi. E’ stato meraviglioso incontrarsi
ancora una volta”.