IL GIALLO AMERICANO:SE NE PARLA SEMPRE DI MENO….
9 Novembre 2010ALLA SCOPERTA DEL FESTIVAL DI COURMAYEUR
2 Dicembre 2010S.S.Van Dine(pseudonimo di Willard Huntigton Wright-1887/1939)è stato scrittore e critico d’arte statunitense, oltre che noto autore di gialli,famoso per avere creato il celebre investigatore Philo Vance, esteta, intellettuale, psicologo, cultore
d’arte e molto altro, a leggere la sua biografia, insomma una incarnazione del “Superuomo”, teoria filosofica a cui era molto attaccato. Ma a lui si devono anche le famose “Venti regole per scrivere un romanzo poliziesco”, una sorta di casistica del genere a beneficio di autori e lettori. Comparvero nel 1928 su “The American Magazine”.
Di queste regole si parlerà nelle giornate di “Garfagnana in giallo”e questo mi ha mosso a curiosità e spinto ad alcune considerazioni. IL romanzo poliziesco è da molti considerato un gioco, ma come tutti i giochi va disciplinato, occorre inserire delle regole, delle convenzioni che portino poi alla soluzione dell’enigma.
Intanto vorrei premettere un estratto delle regole e delle prime osservazioni.
1) Al lettore le stesse possibilità del detective di risolvere il mistero.
Nel mistery classico, alla Christie per intendersi, c’è un vero duello tra autore e lettore per celare il mistero.Oggi,
ricorrendo sempre più spesso alla tecnologia,non se ne tiene conto, ma occorrerebbe invece ricordare questa regoletta.
2)Mai ingannare il lettore, non oltre di quanto fa il criminale nei confronti dell’investigatore.
Come detto sopra sta all’onestà dell’autore di non depistare il lettore.
3)Non ci deve essere una storia di amore troppo interessante, scopo del giallo è di perseguire il crimine, non narrare di
innamoramenti.
Su questo punto si può anche non essere d’accordo. La storia d’amore non deve essere prevalente, ma oggi molti autori
da Camilleri a McBain vi ricorrono nei loro romanzi.
4)Il colpevole non deve essere mai l’investigatore o il poliziotto.
E’giusto,non vanno mai mischiati i ruoli.
5)Il colpevole deve essere scoperto tramite logiche deduzioni, non per caso o coincidenze o confessioni immotivate.Mai
ingannare il lettore,seminanndo false tracce e tenendo nascosti per voi gli oggetti delle ricerche.
Siamo d’accordo in linea di massima, il primo a non giocare…sporco deve essere l’autore.
6)In un romanzo poliziesco ci deve essere sempre un poliziotto che indaga,esamina e riunisce i vari indizi.Solo questo lavoro porterà alla determinazione del colpevole.
Viene ribadita la figura del deus ex machina,del deduttore, dell’eroe, al lettore il confronto con la sua azione.
7)Ci deve essere almeno un morto in un romanzo poliziesco.
L’omicidio ha sempre una grande forza attrattiva nel lettore, anzi prima compare il morto e meglio è.
8)Il delitto va risolto con metodi strettamente naturalistici e molton razionali, sì che anche il lettore possa farlo,
mai trovare la verità per mezzo di scritture mediatiche,sedute spiritiche,letture del pensiero,superstizioni,magie.
Anche qui possiamo parlare di etica dell’autore, cioè l’essere messi tutti allo stesso pari e con gli stessi mezzi da cui
poi dedurre le soluzioni.
9)Nel romanzo poliziesco ci deve essere un solo poliziotto,un solo deus-ex-machina, mettere più poliziotti può far disperdere l’interesse, spezzare il filo della logica, scoraggiare il lettore che deve affrontare un pool di cervelli.
Al giorno d’oggi è difficile concordare:si fa sempre più ricorso al lavoro di squadra, e questo avviene anche nella realtà.
10)Il colpevole deve avere una parte più o meno importante nella storia.
E’giusto ribadirlo, non può aversi un assassino che compare marginalmente nella storia.
11)Mai colpevoli i servitori,soluzione troppo facile, può essere una persona di fiducia, ma insospettabile.
E’ una regola “datata”, oggi è raro trovare i servitori….In generale lo scrittore deve saper “creare”anche la figura del colpevole.
12)Nel romanzo poliziesco un solo colpevole, il cattivo deve essere uno solo,al di là dei complici.
Nel giallo classico era una verità sacrosanta.Nel noir dei tempi nostri interessa meno la caccia al colpevole singolo,
si tende di più a criminalizzare la società.
13)Rifuggere da società segrete, associazioni a delinquere, la colpa collettiva non funziona.
Oggi ci si ispira molto alla mafia, ai movimenti terroristici nel costruire storie gialle e noir, qui le responsabilità sono collegiali al di là dei meri esecutori.
14)I sistemi d’indagine e i metodi del delinquente devono essere razionali e scientifici, escludendo le astuzie puramente fantastiche, se no si passa al romanzo d’avventura.
Si può concordare, il genere giallo è una cosa, quello d’avventura un’altra.
15)La soluzione del problema deve essere sempre evidente. Un lettore che ripercorre il libro a ritroso deve poter constatare che la soluzione era davanti ai suoi occhi sin dall’inizio, e che se fosse stato acuto cole il poliziotto avrebbe risolto il mestiere da se.
Se il principio base è di mettere autore e lettore sullo stesso piano la regola può essere accettata.
16)M<ai infarcire il romanzo di descrizioni troppo diffuse, pezzi di bravura letteraria, pezzi che creano “atmosfera”.
Si richiede una narrazione senza fronzoli per non distrarre chi legge.
Ai giorni nostri va di moda il giallo nord-europeo che è molto descrittivo, molto lento, allora come la mettiamo?
17)Un delinquente di professione non sarà mai il colpevole.I delitti dei banditi riguardano la polizia, non gli autori e
i loro brillanti investigatori. Più è affascinante il delitto e più vi saranno implicati dei personaggi.
18)Mai accidenti o suicidi, ci deve essere un delitto, ne scapiterebbe l’indagine.
Si è già detto prima della necessità che ci sia il morto, ma la forza attrattiva sta sicuramente nella violenza che la procura.
19)I delitti nel romanzo poliziesco devono essere provocati da motivi puramente personali.Il romanzo deve inoltre riflettere le esperienze quotidiane del lettore.
Motivi personali che suscitano un tale odio da portare ad uccidere.Succede nella vita, deve succedere pure nei libri.
20)Mai ricorrere ad espedienti troppo usati, usare l’originalità.
Anche qui dipende dal romanzo che si riesce a costruire.
Ci siamo divertiti a rivisitare queste famose regole, e certo oggi molte appaiono un pò obsolete, si potrebbero scriverne altrettante senza nulla togliere al nostro Van Dine. Allora facciamo un altro compendio di quanto si può dire oggi.
1)Un giallo è un giallo, con i suoi ritmi, non deve essere un’opera d’arte. Il giallo ha un suo foltissimo pubblico, certi
critici se ne facciano una ragione.
2)Va sempre privilegiata la trama, non è compito del giallista andare obbligatoriamente nel sociale.
3)Si dice che ci sono più scrittori di gialli che lettori, ma è vero che tutti possono scrivere gialli?Troppi si avvicinano al genere, autori famosi attratti da facili guadagni, troppi che si occupano di crimine per mestiere, ma scrivere è un’altra cosa. E poi salvaguardiamoci dagli incapaci…
4)Basilare è la creazione di un geniale soggetto criminoso.
5)La forza del giallo deve essere nella “scrittura”specie per difenderli dalle invasioni televisive e cinematografiche.
6)Nel giallo ci deve essere una unica verità, le interpretazioni sono un’altra cosa.
7)Vale sempre la regola che la soluzione deve essere sempre a disposizione del lettore capace.
8)Va ribadito che se ai tempi di quando furono scritte le regole andava di m oda l’investigatore dilettante oggi le indagini sono per lo più collettive.
9)Oggi in solo cadavere non è più sufficiente.
10)Il colpevole deve esistere in quanto provocatore con il suo agire dell’azione per scoprirlo.
11)La realtà ci dimostra che l’assassino è spesso la figura più innocua e insospettabile. Se ne ricordino gli
scrittori.
12)Un’abitudine che sta ricomparendo, e andrebbe rispettata, è nel pubblicare l’elenco dei personaggi
all’inizio della storia, questo facilita il lavoro del lettore.
13)Difficile parlare in una produzione assai vasta di originalità, ma il bravo scrittore dovrebbe sempre conferire alla sua trama un qualcosa che la differenzia dalle altre.
14)L’investigatore deve essere sempre credibile,quindi un lucido ragionatore, ma anche un grande conoscitore delle cose di tutti i giorni.
15)Altrettanto importante è la figura del suo opposto, anche il criminale deve possedere qualità scientifiche e di ragionamemto, pur se al servizio del male.
16)Capacità di spiegazioni nella conclusione, compito questo del protagonista “buono”.
17)La spiegazione deve essere completa ed esauriente, al di la di trappole o depistaggi, tutto deve essere reso intelligibile.
18)Qualità della scrittura, capacità di creare “atmosfere”, Van Dine era contrario, ma allora perchè Maigret si legge ancora oggi tutto di un fiato?
19)Se vale ancora oggi il principio della sfida tra autore e lettore, anche questo deve cimentarsi nella ricerca del colpevole, non tirare ad indovinare.
20)Ai tempi delle 20 regole esisteva solo il giallo “classico”, volto al trionfo della verità,oggi abbiamo il noir in cui la ricerca del colpevole è a volte secondaria. Ma le regole del gioco essenzialmente sono le medesime.
GIUSEPPE PREVITI