” SBIRRE” -MASSIMO CARLOTTO GIANCARLO DE CATALDO MAURIZIO DE GIOVANNI
12 Luglio 2018” IO SONO L’IMPERATORE ” DI STEFANO CONTI
24 Luglio 2018Giovanna Guerrasi, detta Vanina, vicequestore, arrivata a compiti ardui e difficili, nella sua carriera aveva operato da commissario capo
della Mobile a Milano, per poi ritornare nella natia Sicilia(lei era di Palermo), a Catania, dove guidava la sezione reati contro la persona.
Catania si trova esposta a una pioggia di cenere che scende dall’Etna quando la Guerrasi viene chiamata perché in una villa signorile alle
pendici del vulcano è stato ritrovato il corpo mummificato di una donna. Si scopre che la casa è abbandonata dal 1959, quando vi era stato
ucciso il proprietario. Solo una piccola parte dell’edificio è occupata saltuariamente dal nipote della vittima, Alfio Burrano, e proprio lui
scopre incidentalmente il cadavere nascosto in un vecchio montacarichi.
Non sarà facile scoprire l’identità del cadavere, che risulterà essere una donna, ex-tenutaria di un bordello e anche amante del vecchio
proprietario. Ma ci si riuscirà grazie anche all’aiuto di un vecchio commissario in pensione che a suo tempo si era occupato del delitto
del Burrano, caso chiuso fretto con la pesante condanna dell’uomo di fiducia della vittima. Della donna si erano perse completamente
le tracce ma nessuno se ne era preoccupato più di tanto.
Il vecchio poliziotto ha una memoria di ferro e piano piano l’indagine prende un suo indirizzo. L’ostinazione e l’intuito del vicequestore
porterà alla luce una storia di avidità, di giri di denaro, di usura, di vendette,storie che ormai si credevano sepolte nel tempo e che invece
porteranno allo scorrere di altro sangue.
Una nuova donna poliziotto Vanina Guarrasi,vicequestore è la protagonista di Sabbia nera di Cristina Cassar Scalia.Un personaggio
forte, una donna testarda, dura, scontrosa, che si è portata dietro tanti problemi a partire dalla morte del padre, un poliziotto ucciso
dalla mafia, e poi anche per una relazione difficile con un magistrato nel mirino delle cosche mafiose. Ma in compenso lei è una donna
ricca di interessi,, ama la cucina….fatta dagli altri, ama la Sicilia dove è voluta tornare a vivere, colleziona vecchi film.
La nostra storia inizia con il ritrovamento di un cadavere, una scena assai ” raccapricciante” anche per una poliziotta scafata come lei.
Una immagine macabra di un cadavere ( o di quel che ne è rimasto) di una donna mummificata, all’interno di un montacarichi, vestita
di tutto punto, con tre collane di pregio, una borsetta, altri oggetti, una cassetta di sicurezza che si rivelerà piena di bigliettoni.
Un delitto che si rivelerà collegato a un altro precedente di tanti anni prima, e che porterà a ulteriori sviluppi legati all’attualità. Una storia
che dovrà essere prima intuita e poi sempre più riportata alla luce, tutto grazie all’ostinazione nel proseguire le indagini della Guarrasi che
farà giustizia di un episodio avvenuto negli anni ’50,ma che porterà anche a veder scorrere altro sangue.
I gialli di ambientazione e di scrittura siciliana come questo appunto della Cassar Scalia sono più che mai di moda, qui ci troviamo a Catania, dove il vulcano riempie la città di cenere uso pioggia. Cenere su tutta la città, quasi una sorta di metafora dei momenti difficili
che la criminalità procura alla città stessa.
Un giallo appassionante in un continuo alternarsi tra passato e presente, delitti di un lontano passato tornati alla ribalta dopo un cinquantina di anni con inopinati coinvolgimenti di gente dei giorni nostri. Una trama assai densa di eventi e di personaggi, tutti ben
delineati e assai funzionali allo sviluppo della stessa.Spicca su tutti Vania Guarrasi, una bella donna, pur sempre vestita in modo sobrio,
è una single c0n il rimpianto di una situazione sentimentale difficile, è molto attaccata al cibo e alla sua collezione di vecchi film, è lega-
tissima al suo lavoro.
Con lei i colleghi che formano la sua squadra, ma in omaggio a questa storia che spazia tra passato e presente, spicca il personaggio dell’anziano commissario Patané, “richiamato”in servizio a forza, visto che a suo tempo si era occupato del caso. Un personaggio che
vuole anche essere un tributo ai tanti che vanno in pensione ma sono tutt’altro che “bolliti” e possono così se utilizzati e considerati
ritrovare gioia di vivere e dare un loro contributo alla società.
Il testo ha certamente un carattere molto localizzato, si parla molto della Sicilia, del carattere di chi ci vive, dei suoi colori, dei cibi, del
mare, degli indimenticabili paesaggi, del fenomeno della sua baia vulcanica. Il libro è anche impreziosito da tante citazioni letterarie, Simenon e Sciascia per primi,ma poi c’è anche il ricordo di quanto il cinema ha dedicato alla Sicilia, da Nuovo Cinema Paradiso a La terra trema, ma tantissime sono le pellicole che ci vengono richiamate alla memoria.
Una storia comunque gialla, in cui veniamo riportati ad anni assai lontani e diversi dai nostri, allora c’erano ancora le “case chiuse”, i
matrimoni erano rigidamente combinati,la mafia imperava sovrana,la polizia non aveva certo i messi e i supporti tecnici di oggi.
La nostra autrice non si nega e non ci nega un excursus all’Ucciardone, alle falde dell’Etna, a Acitrezza, a Noto, sono certamente luoghi un po’ scontati, ma ha l’abilità di inserirli nel racconto sempre in modo originale e funzionale alla narrazione.
Copratogonista del romanzo la città di Catania, anche questa è una simpatica novità, ma ricoerdiamo che l’autrice è catanese di adozione,
vi vive e vi lavora.
Molto interessante il lavoro di ricostruzione dell’atmosfera degli anni cinquanta, troviamo una miriade di personaggi, prostitute, tenutarie di bordelli di lusso, sarte, cuochi, pettinatrici, donne di casa, dame di compagnia, cameriere, factotum, professionisti,ma anche case, ville,
palazzi, auto d’epoca. Insomma un riuscito salto nel tempo, il 1950,, ah dimenticavamo !, non può mancare qualche concessione al dialetto
siciliano.
GIUSEPPE PREVITI