” OTTAVA DECADE” DI RENZO DUCATI – ALBATROS
10 Aprile 2018” MIO CARO SERIAL KILLER ” DI ALICIA GIMENEZ BARTLETT- SELLERIO
23 Aprile 2018Sara, per il mestiere che faceva, era in una particolare branchia della polizia, era abituata a rubare i segreti delle persone e nel contempo a mimetizzarsi, a rendersi addirittura invisibile.Ma ora che è in pensione, che ha perso gli affetti più cari, il compagno della vita e il figlio,non vuole più vivere.Capelli grigi, aspetto anonimo, da non essere assolutamente notata,
vestiti dimessi, pur se non ha smentito l’antica bellezza. Ma alla morte del suo grande amore, l’unico uomo capace di farla sentire viva, si era ritirata da tutto e da tutti. Poliziotta adesso in pensione, aveva lavorato per i servizi, svolgendo compiti delicati come intercettazioni non autorizzate.E così ha trascorso la sua vita ascoltando le voci e le storie degli al-
tri. Ora vive sola, lontana da tutti, salvo Viola la compagna del figlio morto. che sta aspettando un bambino e che incontra la sera a un giardinetto. Ma poi le capita di doversi occupare di un caso che le passa Teresa, sua vecchia collega e nuovo capo dell’unità di cui Sara aveva fatto parte. Teresa sa bene quali siano le sue capacità nel leggere le labbra altrui,§
sino a carpirne quasi tutti i pensieri e i segreti e così le affida il compito di indagare su un caso di omicidio già apparentemente risolto con la confessione della colpevole. E Sarà comincerà la sua indagine affiancata da un poliziotto un po’ frustrato, Davide Pardo. e con il contributo anche della giovane nuora, Viola, che da abile fotoreporter sarà decisiva nella soluzione del caso.
Terzo personaggio, forse seriale, nella lunga galleria di protagonisti delle storie di Maurizio De Giovanni, questa Sara,
la donna invisibile, una ex-poliziotta, che nello strazio del suo cuore trova la forza di ritrovare se stessa dedicandosi agli
altri. Intanto una grossa novità nel processo narrativo di De Giovanni, dopo il taciturno e istintivo Ricciardi e la squadra
un po’ “border-line” de I Bastardi (quasi tutti uomini), questa volta la protagonista assoluta di Sara al tramonto è una donna.Una poliziotta in pensione, una donna che “non vuole esistere”, una figura comune, grigia come i suoi capelli, vestiti anonimi, scarpe basse, uno sguardo perso nel vuoto “non guardare nessuno, e nessuno ti guarderà”. Certo donna
invisibile in senso lato, se qualcuno l’avesse osservata l’avrebbe certamente vista, ma oggi chi mai osserva chi gli passa
accanto ? Per anni Sara in un’unità di polizia legata ai Servizi, il suo compito era rubare i segreti alle persone, cogliendo
i movimenti delle labbra, le espressione del volto, il movimento delle mani, il modo di camminare. Forse da questo suo
modo di entrare nelle vite degli altri ha finito per dimenticare la propria, ed è quindi diventata invisibile, Tanto più che ha perso l’uomo che amava, e il figlio che anni prima aveva abbandonato. La notte non fa altro che pensare a loro, l’uomo
è sempre nei suoi sogni, per assumere deve assumere medicinali che la stordiscono sempre più.
Quando la vecchia compagna di lavoro la richiama alla vita per affidarle il caso di una bambina figlia di un’assassina rea
confessa che denuncia che qualcuno vuole uccidere sua figlia. Sara tornerà piano piano alla vita, dovendosi occupare della “vita degli altri”.Con lei un poliziotto un po’ scalcagnato, fuori dalle grandi inchieste ma in fondo un bravo investigatore e una brava persona, e ci sarà con loro Viola, la ragazza di Giacomo, il figlio scomparso di Sara, e padre del figlio che lei sta aspettando,.
Un personaggio abbastanza inquietante quello di Sara, certamente originale, troppo legata al suo passato che sembra per lei l’unica ragione di vita, ammesso che per lei si possa parlare di “vita”.Ma è proprio nel passato,nel suo insegnamento, nel dovergli in un certo senso dire grazie perché le ha dato una bella vita che Sarà troverà la forza per
risorgere.
L’autore crea quindi una donna di grande talento, il talento di ascoltare le persone e coglierne i segreti. Ma nella sua vita
è stato determinante il grande amore per il suo superiore, per cui non ha esitato a lasciare e sacrificare la famiglia. Non
si è mai lamentata delle scelte fatte, ma ora che l’uomo è morto come pure è deceduto in un incidente il figlio, per dare
un senso alla sua esistenza non respinge che le passa una sua vecchia collega che le chiede di indagare sulle conseguenze di un omicidio peraltro già risolto.
Maurizio De Giovanni nelle sue opere, per lo più seriali, riesce sempre a sorprendere, a dare qualcosa di nuovo, In questa ultima storia, come già detto, intanto il personaggio principale è nuovo, ma alla fin fine resta Napoli sullo sfondo,
anche se qui non è una presenza invadente, e resta pure l’atmosfera di base che si conviene a un giallo, un omicidio, un
colpevole, una serie di personaggi di contorno. Qui poi si passa ad altri elementi che sono un pò la parte innovativa del
nuovo romanzo di De Giovanni.
Sara è la protagonista, una donna che ha lavorato in polizia, ora la sua vita è grama, solitaria, macerata dal ricordo del-
l’uomo che ha amato perdutamente. Ma visto che chi è nato poliziotto lo rimane ecco che viene richiamata in servizio anche se non in maniera ufficiale per cercare se esiste un’altra verità per un caso già chiuso, ovvero l’uccisione di un ricco
finanziere di cui si è accusata la figlia, una tossica.Sara sa come muoversi, l’ombra è il suo elemento, e cercherà di scoprire se qualcuno vuole eliminare anche la nipotina del finanziere.
E così via via che le pagine scorrono conosciamo questa donna apparentemente invisibile, la c.d. “donna invisibile”. Dice
la pagina iniziale ” La donna invisibile seduta sulla penultima panchina” . Già, ma perché invisibile ? Sara non è affatto
invisibile, ma sa come ci si rende tali in questo piccolo parco dove più o meno si ritrovano sempre le stesse persone. E
lei sta li, un tutt’uno con la panchina,,ed ascolta le parole che escono dalle labbra, tanto per mantenersi in esercizio.
Sara è in apparenza un personaggio etereo, si muove nell’ombra, ai suoi compagni di avventura spesso appare come un
fantasma che si materializza, d’altra parte i fantasmi sono stati una costante della sua vita,popolano la sua notte fatta di
incubi e di immagini del passato. E forse qui è la vera novità del libro, l’indagine non è più soltanto poliziesca, ma è anche sull’anima della protagonista. Certamente l’apparenza dimessa, la capacità di non farsi notare, di occultarsi,
sono legati al suo antico mestiere . Cogliere a distanza o senza farsi notare segni,movimenti,atteggiamenti delle persone
sotto indagine è indice di grande bravura.Lei ha la capacità di interpretare quanto dicono gli altri, e qui forse ci si può av-
vicinare a un altro personaggio dell’autore napoletano, quel commissario Ricciardi che sente le voci dei morti.
Se Sara è la protagonista, alcuni personaggi femminili, le fanno da coro umano, le donne del clan Molfino, la figlia tossica,la nuora che cerca la maternità a tutti i costi, l’infermiera traditrice, la segretaria che vuole vendetta.
Accanto a Sara vanno comunque menzionati i personaggi dell’ispettore Pardo e della giovane Viola: il primo è un
poliziotto insoddisfatto e della carriera e della vita,potrebbe figurare benissimo tra i Bastardi. Viola porta invece una
nota di freschezza, di vitalità, difronte ai due “incasinati” compagni di avventura.
Un romanzo come tutti quelli di De Giovanni ben scritto, qui anche più curato perché innovativo rispetto agli altri, e
che sa sempre cogliere il segno perché i personaggi che crea siano convincenti a avvincenti. Una storia tutta da leggere.
GIUSEPPE PREVITI