” MINACCE DI MORTE” DI GEORGES SIMENON – ADELPHI
1 Ottobre 2014” IL SAPORE AMARO DELL’AMORE” -RACCONTO DI GIOVANNA CAMPOLI
7 Ottobre 2014Tra i fondatori del noir italiano Loriano Macchiavelli ha pubblicato una quarantina di romanzi tra quelli scritti in proprio e quelli a quattro mani scritti con
Francesco Guccini, anzi l’ultimo a quattro mani l’ha scritto con la figlia Sabina, ” E a chi resta arrivederci”. Racconti, testi teatrali, ” gialli-verità” veramente vasta
la produzione dello scrittore bolognese, ma certamente gran parte della sua produzione è caratterizzata da un personaggio, Sarti Anonio, di cui ha cominciato
a scrivere nel 1974.Quarant’anni di vita quindi, e in questa occasione per Einaudi stile libero è uscito il romanzo Sarti Antonio: Rapiti si nasce .
Sono le 6 di mattina quando una serie di telefonate butta giù dal letto Sarti Antonio. In una di queste addirittura una voce lo minaccia dicendogli che se sarebbe
uscito di casa gli avrebbero sparato alle gambe. Siamo in pieni anni di piombo, ma il nostro questurino si chiede perché ce l’abbiano proprio con lui che non è
nessuno. Impaurito non sa se uscire o meno, alla fine andrà fuori, apparentemente nessuno lo aspetta ma……lo ritroveremo imprigionato in una cantina puzzolen-
te. Sarti si domanda chi siano i rapitori e perché l’abbiano rapito. Esclude nemici personali rifacendo il percorso della sua vita, allora ricostruisce le inchieste che
ha condotto in tutti questi anni, tante le indagini che non sono approdate a nulla, ma chissà, forse avrà sfiorato la verità, ma quando ? Un Sarti Antonio che si
interroga e si rifà alla storia della sua vita…..
Per i quarant’anni di Sarti Antonio, un personaggio-chiave del noir all’italiana, torna in libreria Sarti Antonio rapiti si nasce. Già Sarti Antonio, figura longeva e
inossidabile, sopravvissuto al suo stesso autore che tanto tempo fa se ne voleva sbarazzare . Ma Sarti è inaffondabile, anche ora che lo troviamo chiuso al buioin una topaia, con i suoi dubbi e le sue eterne contraddizioni. Ma stavolta ne ha ben donde, chi l’ha rapito e perché ? La forzata clausura lo porta a ripercorrere
gli anni della sua vita e a riesaminare alcune delle indagini che lui ha svolto.
Si esprime in prima persona, d’altra parte si rivolge a se stesso e quindi ci sembra la scelta giusta: da questi lunghi soliloqui anche il lettore finisce per “immedesi_
marsi ” nella vicenda.
Sarti Antonio compie circa quarant’anni di vita letteraria similmente a tale…Jules Maigret. Ma mentre questi imperava su Parigi con Sarti l’epicentro è stato Bologna,
ma si può dire che gli andata altrettanto bene.
Macchiavelli pensa a quel lontano aprile del 1974, ne hanno fatta di strada lui e quel poliziotto dallo… strano grado di sergente, che alla fin dei conti è un buon poliziot-
to nonostante la colite spastica di origine nervosa che puntualmente gli rovina la giornata. Va pure evidenziato che al successo al duo Macchiavelli/Sarti va aggiunto
un terzo elemento, ovvero l’attore Gianni Cavina protagonista delle tante serie televisive che hanno avuto come protagonista il poliziotto bolognese.
Ma torniamo a Rapiti si nasce: in verità era apparso in un Omnibus della Garzanti del 1985, Macchiavelli dice che lo aveva scritto cercando di rinovare il personaggio
ma su istanza dell’editore (Garzanti n.d.r) apportò dei cambiamenti alla stesura che lui aveva ideato. Oggi Macchiavelli ritorna su quel libro con varie modifiche compreso
un ripristinato capitolo zero, per cui si potrebbe anche parlare di un nuovo romanzo. La vera novità è certamente un Sarti Antonio che si esprime in prima persona, alla
Marlowe o per chi ama il cinema in “soggettiva”, è singolare che in tutti i romanzi successivi la prima persona non è più stata usata, visto che <Macchiavelli dice che
andrà ancora avanti con Sarti, sembra voglia superare Maigret, vediamo quale forma di linguaggio userà.
Quando Macchiavelli scrisse questa storia si può ritenere che meditava di cambiare personaggi, ad esempio qui viene abbozzata la figura dell’archivista zoppo, Ugo
Poli, che poi ritroveremo in altri romanzi. Poi c’era Rosas, l’eterno studente fuori-corso, che tanta parte ha nella soluzione dei vari casi di cui si occupa Sarti.
Eravamo negli anni di piombo, sia perché effettivamente si sparava troppo, sia perché l’aria che si respirava un’aria veramente pesante. Ma ci sarebbe ancora tanto
da dire, ma lo stesso autore, argutamente, da bolognese doc dice che trent’anni fa le cose andavano male come vanno le cose oggi…. E il buon Sarti Antonio, con il fido
Felice Cantoni e la sua mitica auto ventotto, le prendeva allora come oggi….
Già. ma chi è Sarti Antonio ? Perfché dopo 4o anni ancora oggi ha un suo posto nel nostro immaginario ? Macchiavelli lo ha creato, lo ha tenuto in vita, e quindi di
parte. Bisognerebbe chiedersi quale sia il valore della letteratura gialla, cioè di quella forma di scrittura che non può essere limitata solo alla vecchia equazione
vittima/investigatore/colpevole. Il giallo è un qualcosa che penetra nell’animo umano, ne evidenzia drammi e tragedie, e nel farlo solleva il coperchio che nasconde
il marcio che c’è nonb soltanto in ciascuno di noi ma nell’intera città, che poi non è altro che la somma di tanti individui che vi vivono.
Macchiavelli è stato tra gli scrittori che hanno pensato di ” riscrivere” la storia italiana sotto forma di romanzo poliziesco. Molti dissero che era una cosa da non fare,
lo stesso Macchiavelli fu accusato di gettare fango sulla sua città, Bologna, in tutti i suoi romanzi co-protagonista delle varie avventure. Ma non era vero, lui attraverso
le inchieste di Sarti raccontava tutto quanto era nascosto sotto la facciata perbenista. Ecco il valore di Sarti Antonio sergente, cioè l’aver rivelato quale fosse il vero
volto della città, a dispetto anche del suo superiore, l’ispettore capo Cesare Raimondi
Carlo Lucarelli nella fascetta del romanzo dice: ” Sono fatti così i grandi detective del giallo. Compiono quarant’anni e sembrano nati oggi “. Questo libro sembra fatto
apposta, pur se la versione originale risale al 1985, per celebrare i 4o anni di vita di Sarti Antonio. Intanto per i suoi fan è una occasione di riincontrarlo e per i nuovi
potenziali lettori è un punto di partenza ideale per chi lo vuole conoscere e poi addentrarsi nelle sue tante altre storie.
Compare anzi ricompare in questa stesura quello che Macchiavelli definisce il capitolo zero e che all’epoca fu cancellato perché ritenuto di taglio troppo cinemato-
grafico e anche dispersivo. Invece ci sembra essenziale alla comprensione dell’opera. Il taglio è ovviamente conciso, una serie di dialoghi tra Sarti e un ignoto telefo-
nista,, che prima prende tempo, poi lo minaccia apertamente, intanto ci viene descritta dettagliatamente della stanza con Sarti che si agita sempre più preso com’è
da questo vortice di telefonate sempre più minacciose. Alla fine si ricorda di essere un poliziotto, si ribella alle sue ataviche paure, esce, ma mal gliene incoglie, si
ritroverà prigioniero in una stanza buia.
E penserà molto e molto dialogherà con se stesso per arrivare a capire cosa lo ha messo in questa situazione. Fisserà la sua attenzione su tre omicidi su cui ha inda-
gato senza successo, l’hippy Kim, il Napoletano, l’ambulante Filippo. Queste figure gli si ripresentano e lui piano piano ricostruirà tutte le storie arrivando alla
soluzione, grazie ovviamente anche all’aiuto di Rosas, che riveste, anche se in maniera un po’ atipica, il ruolo di spalla e se vogliamo anche qualcosa di più.
Effettivamente Sarti Antonio, 40 anni, ma non li dimostra…..
GIUSEPPE PREVITI