” LA MECCANICA DEL DELITTO ” DI ALBERTO ODONE- IL GIALLO MONDADORI
11 Luglio 2018” SABBIA NERA” di CRISTINA CASSAR SCALIA- EINAUDI
20 Luglio 2018Tre storie legate a tre figure di donne, due poliziotte in carriera e una ex che però non ha certo dimenticato il suo mestiere.
Il vicequestore Anna Santarossa è uscita dai binari di una vita di tutrice della legge e di moglie fedele.Stanca del marito si era
trovata un uomo che vedeva ogni tre settimane, bevevano e scopavano, scopavano e bevevano. La tentazione di uscire dalla
routine di tutti i giorni, il gusto della trasgressione, ma non solo amorosa, erano diventati complici nello spartirsi i soldi che
passava loro la mafia bulgare per garantire il passaggio senza intoppi alla frontiera di stupefacenti, armi, prostitute, soldi.
Tutto precipita quando l’uomo viene ammazzato e i mafiosi chiedono il conto anche a lei, umiliandola, stuprandola, minaccian-
dola. Ma intanto anche la polizia è sulle sue tracce.
Il commissario Alba Doria è una esperta telematica e si trova a indagare su tutto quanto di bollente e pericoloso viene messo in
rete, c’è chi agisce per sfruttare il clima di odio che pervade il paese, arrivando a manipolare le menti di tanti giovani portandoli
a commettere gesti estremi. L’inchiesta era iniziata dopo un messaggio lanciato da un sedicenne che annuncia di stare per uccidere
i propri genitori.
Si occupano dell’inchiesta il vicequestore Paolo Petti e il commissario Alba Doria che lavorava all’Unità di analisi del crimine violento.
E dalle sue analisi e dai suoi convincimenti si evince che l’odio è una cosa seria, odiare è un’arte, ma c’era chi aveva sfruttato questa
situazione oggettiva per alimentare e fomentare su tante persone l’odio, istigandole a azioni estreme.
E per il commissario Doria inizia una lotta contro il tempo per scoprire chi c’è dietro questa forma di istigazione telematica.
Sara Morozzi è colei che è diventata una leggenda nel campo delle intercettazioni, ma sa anche leggere le labbra della gente e interpretare
il linguaggio del corpo. Ha lasciato la polizia da tempo quando viene avvertita dagli ex-colleghi che suo figlio, che lei aveva abbandonato
quando era piccino, è morto travolto da un auto. Sembra un banale incidente stradale, ma Sara sa che deve qualcosa a questo figlio trascurato e comincia a indagare.
Senza sapere quando di Massimo Carlotto, protagonista la vicequestore Anna Santarossa, La triade oscura di Giancarlo De Cataldo,pro-
tagonista il commissario Alba Doria, Sara che aspetta di Maurizio De Giovanni, protagonista l’ex-poliziotta Sara Morozzi, sono i tre rac-
conti che danno vita a un’antologia appunto di tre racconti: Sbirre.Si passa dal nordest in zone di confine dove tutto è assai labile, con un
piede sei di qua , con un altro sei di la a una Roma dove l’odio, la crudeltà, la violenza sembrano istillarsi facilmente nei cervelli di tanti giovani e infine a una Napoli non patinata né folcloristica, come anonima, grigia è questa Sara, salvo poi vederli esplodere senza pietà.
Carlotto, De Cataldo, De Giovanni ci parlano di un’Italia dura, senza principi, senza pudore alcuno,ormai anche .la delinquenza è globa-
lizzata così come pure l’illegalità, il crimine sono di massa,ma possono anche coinvolgere persone ritenute superiori a ogni sospetto.
Certamente se vengono meno le certezze non si sa più su chi contare e non c’è da meravigliarsi se anche chi dovrebbe rappresentare la
legge sbanda, devia, si fa corrompere.
Una curiosità di queste storie è che le protagoniste sono tutte donne, ma non più dedite alla giustizia,, siano vittime o cattive protagoniste
di una brutta realtà che sembra contaminare tutto e tutti.
I nostri tre autori si occupano di poliziotti o meglio di poliziotte. Ci sono i poliziotti che difendono la legalità anche a costo della vita, ma ci
sono anche poliziotti corrotti che diventano peggio dei criminali, ovviamente ci sono le donne in divisa. Di questi racconti sono le protago-
niste assolute, creature certo un po’estreme, c’è chi ha saltato il fosso, c’è chi cerca la giustizia personale.
I nostri autori si avvicinano al mestiere del poliziotto, da cui si possono ricavare grandi soddisfazioni ma anche cadere in frustrazioni, di-
sinteresse,, voglia di evadere da certe gabbie prefissate.Ognuno ha raccontato una storia, non creando né delle eroine né delle vittime,
semplicemente riportando la storia di tre donne con i loro problemi, le loro difficoltà, le loro speranze,le loro…evasioni dal sistema.
Tre racconti impietosi, si può delinquere per noia,per rivalsa, per vendetta o malinteso spirito di giustizia. Queste le donne che ci pre-
sentano i tre autori. E le loro poliziotte non dimenticano, odiano, sanno vendicarsi. Sono sbirre e sono donne.
GIUSEPPE PREVITI