ANCORA SU BORDELLI E “LA FORZA DEL DESTINO”
17 Novembre 2011Festival del giallo di Pistoia 2012: Mafia e terrorismo
25 Gennaio 2012Nel variegato mondo del giallo italiano esistono dei valori assoluti legati al nome dell’autore e alla casa editrice. Ma al giorno d’oggi si contano sulle dita di una mano. Chi e quanti sono infatti gli scrittori che monopolizzano il mercato? E quali sono lo case editrici? La risposta non è semplice perchè da noi la produzione è altissima,le case editrici sono tante, diremmo che è un mercato strano,molto occupato per quantità di pubblicazioni. E’sempre antipatico fare classifiche, ma credo che nessuno se ne abbia a male se diciamo che un Camilleri non teme rivali, ogno suo libro giallo o di narrativa è sempre un successo, poi vi è una vasta gamma di autori che possono
raggiungere buoni risultati ma non sempre avviene, anche se il “nome”nel campo del giallo fa garanzia per un tipo di lettore spesso seriale.
Quanto alle case editrici ne esistono di vari livelli, dalle più note alle più piccole, ma in verità tutte “pubblicano”, il problema semmai è legato alla visibilità,alla distribuzione, alla pubblicità che possono fare a un libro.
Sin qui il discorso riguarda quanto a risultati principalmente la grande distribuzione, quella con i posti migliori nelle librerie,quella con i nomi più conosciuti
italiani o stranieri che siano, ma si sta nel frattempo verificando un fenomeno assai interessante che riteniamo concernere più che le case editrici i singoli autori.
Ci riferiamo agli scrittori di provincia e alle loro opere, romanzi per lo più di genere, che circolano e si vendono in tutto il Paese,pur se il grosso del loro successo
è circoscritto a un determinato territorio,a un a data regione o provincia.Forse non sono molto conosciuti fuori del loro circuito ma nelle zone in cui sono ambientati
ottengono un discreto successo, riproducono il linguaggio e le situazioni degli ambienti di cui scrivono, addirittura nelle pagine dei loro libri molto loro concittadini si riconoscono, sono storie di impronta locale a cui poi deve corrispondere l’abilità dello scrittore nel conferirle un tono che possa attrarre tutti i lettori possibili.
A questo fenomeno sono molto interessati i piccoli editori, i librai delle cittadine che effettivamente fanno ancora il loro mestiere di scegliere,proporre.,consigliare.
Del resto Camilleri vende più nel resto d’Italia che in Sicilia,Andrea Vitali da tempo ha superato il…lago di Como, Malvaldi con i suoi pensionati toscani ha raggiunto cifre altissime, Carofiglio da tempo va fortissimo anche oltre Bari, e potremmo fare anche altri esempi. Va dato atto alla Sellerio,alla Garzanti, alla Mondadorin e C.
di aver sostenuto questi scrittori,di aver avuto fede in loro, ma questo aumenta il sogno e la speranza di tanti altri autori di percorrere questa strada.
Anni fa uscì un interessante saggio di Massimo Carloni “L’Italia in giallo”che sviluppava il concetto,mai superato, di una geografia regionale del giallo italiano,ancora
oggi la molla che fa del giallo uno dei protagonisti della letteratura italiana è proprio in questa matrice prettamente locale, ogni regione , spesso anche ogni città,hanno i loro autori,i loro editori che sono poi la base di un grande movimento, individuale se si dovesse parlare di “una scuola italiana del giallo”che non esiste e mai esisterà,
ma comunque ricco di fermenti e di proposte.
Per la MarcosyMarcos pubblica il veneto Fulvio Ervas,creatore dell’ispettore Stucky, ormai alla quinta avventura,ebbene questi romanzi sono venduti per un buon 25% nel Veneto, lui è molto attaccato al suo territorio e questo lo ripaga.
In Liguria Frilli editore fece un grosso boom con Bruno Morchio(poi ha pubblicato con Garzanti)e il suo investigatore genove Baccio Pagano, sempre per Frilli ha buoni risultati in Piemonte ,specie a Torino, li raggiunge Masimo Tallone con una..improbabile coppia di investigatori,Cardo e Ribò,un poliziotto e un barbone.
In Lombardia cifre intorno al 25% per Gianni Simoni,magistrato,creatore dela coppia di investigatori Petri e Miceli per le edizioni Tea.
In Emilia sono tantissimi gli autori, molti di scala nazionale,basterebbe citare Leonardo Macchiavelli uno dei decani del giallo italiano, in questa regione per lo più si è scritto sempre di fatti e cose locali,lo stesso Macchiavelli ha creato l’ispettore Sarti che agisce a Bologna(anzi il…brigadiere),ma poi con Francesco Guccini ha ambientato tantissimi gialli nell’Appennino tosco-emiliano.
Sempre in questa regione,per precisione in Romagna, è andato fortissimo Carlo Flamigni,noto ginecologo che a romanzi e tratttati scientifici ha alternato per la
Sellerio dei thriller di ambiente più casereccio, e infatti qui lo vende molto più che altrove.
In Toscana abbiamo molti autori e anche di valore, oggi la star è forse Marco Vichi ormai assunto a livelli da centomila copie con il suo Bordelli(Guanda), autori approdati a case editrici di livello nazionale sono Leonardo Gori di cui attendiamo con ansia il ritorno ai livelli che gli competono, Giampaolo Simi,Divier Nelli,Riccardo Parigi e Massimo Sozzi(tra le poche coppie in attività).Singolare il caso di Lucia Bruni che pubblica con la casa editrice sicilina Flaccovio gialli ambientati nel fine Ottocento toscano,e quindi con molto vernacolo. La Toscana è anche il regno di Michele Giuttari che con Rizzoli pubblica le gesta del commissario Ferrara che rinverdisce un pò le sue gesta di superpoliziotto, le storie si svolgono per lo più su Firenze e infatti in Toscana l’ex-capo della mobile fiorentina raggiunge i suoi picchi di vendita(30-40%), anche se poi scopriamo che Giuttari è molto venduto anche all’estero, tra Germania e Gran Bretagna.
In Sicilia spiccano per risultati con i loro gialli la palaermitana Giuseppina Torregrossa, Ottavio Cappellani, in Sardegna abbiamo Fois,Murgia,Niffoi.
Potremmo proseguire in questa disamina, per lo più abbiamo considerato autori legati a case editrici di rilievo nazionale,poi c’è una folta schiera di autori legati
a editori locali,anche qui ci sono risultati spesso considerevoli,ovviamente legati a un circuito più locale ma certo da non sottovalutare.
Chiamiamola “editoria da campanile”, chiamiamola “editoria da provincia”il fenomeno esiste, va magari tenuto conto che per i piccoli autori la visibilità è maggiore nelle loro città, si possono muovere senza grosse spese, è più facile promuoversi e fare delle presentazioni.
Parlavamo di geografia del libro, ebbene è comprovato che le pubblicazioni aumentano specie nel centro-Italia, non è detto che questo poi sia un male, anche perchè la qualità non dovrebbe essere inficiata dalla quantità, la responsabilità è eventualmente più che di chi scrive di chi pubblica. Detto questo ribadiamo questa tendenza a creare dei bestseller di provincia, i maligni si chiederanno cosa succederà ora che le provincie stanno per scomparire,allora diciamo forte radicalizzazione nel territorio ma se il pubblico gradisce è lui il miglior giudice.
GIUSEPPE PREVITI