“LA PORTA DI ATLANTIDE”DI GIULIO LEONI-MONDADORI
19 Novembre 2011“Raccolto rosso” di Alberto Eva-Accademia dell’Iris
24 Novembre 2011Un romanzo “Se fossi fuoco arderei Firenze”ambientato a Firenze che ne è la vera protagonista, la Firenze di oggi vista attraverso tante storie.
Il primo racconto “Scintille” narra dimun ragazzo appena giunto con la sua macchinetta a Firenze. che gira,gira ma non riesce a entrare nel centro storico e finisce a piazzale Michelangelo dove conoscerà una ragazza e fisseranno di trovarsi la sera stessa in piazza Santa Croce. Ma li incontrerà un’americana,una delle tante che studiano in città.
Il secondo “tratteggia la figurina di Doris,la più supponente e antipatica figura che trovi nelle varie scene del mondo culturale cittadino,sa di tutto dalle arti figurative
al teatro,dal cinema alla musica. Ma una sua conoscente, a cui evidentemente non restava molto…simpatica le infrangerà una tazzina sulla testa e da quel giorno verrà chiamata “tazza-in-testa”.
Infine “Braci” con amici che si lasciano,si ritrovano,si rilasciano in una città che sembra ferma nei secoli,ma se stai via per un pò e ci ritorni non trovi più una faccia nota. Il finale è molto malinconico.Maddalena si avvia verso la maestosità di San Miniato a Monte,cerca in questa oasi di pace e di bellezza di dimenticare ogni affanno quotidiano,e le viene da pensare che qui “tra gli ulivi e l’oro della Basilica”non si può certo parlare di…povera Firenze.Poi entrerà nel cimitero delle Porte Sante dove vedrà tante persone, tutte integerrime,ottime,delicate,buone ,oneste,il cim itero parifica e pacifica tutti, ricordatevelo fiorentini…..
Se fossi fuoco arderei Firenze sembra il naturale approdo di lavori che Vanni Santoni ha sviluppato per il suo blog e per il Corriere Fiorentino con cui collabora.
Dal primo sicuramente ha tratto dei protagonisti di questa sua nuova opera da quei 14o personaggti precari che lo animano, dal secondo molti i riferimenti ispiratoi
alla rubrica da lui curata Le strade di Firenze.
Ma questo libro è anche un omaggio a chi era adolescente negli anni ’90 anni in cui un paio di scarpe,un eskimo,un fazzoletto,o anche bere la stessa bevanda significava che si era tutti uguali,tutti affini,tutti fratelli. Salvo poi patire la cocente delusione che questo non bastava a definirsi tutti fratelli,anche perchè si era un pò troppi.
E del resto essendo la storia ambientata ai nostri giorni troviamo in giro per la città dei reduci di quei tempi che di fronte alle lamentele dei ragazzidi oggi sul fatto che la città non offra alcunchè rispondono che anche ai loro tempi non c’era assolutamente nulla.E poi esistono anche varie tipologie di individui: c’è chi adesso come allora si sente vecchio per il tempo in cui vive,ma di contro c’è chi ci si immerge felice sguazzandovi dentro.
Un romanzo corale,di massa, Santoni segue tanti poersonaggi,li fa incontrare,incrociare,litigare,amare,ogni giorno praticamente si verifica qualcosa di nuovo. E del resto non fanno altro che impersonare bellezze e contraddizioni di questa splendica ma irrequieta città.
Vanni Santoni ha scritto una storia,anzi ci presneta molte storie di personaggi, molti fiorentin i, e quindi il linguaggio è tipicamente fiorentino.I dialoghi sono spesso spassosi, molte parole sono mutuate dal vernacolo, e poi l’autore si diverte a spigolare,indagare,svolazzare tra questi personaggi tutto sommato molto reali.Dai tanti ritrattini si passa poi al ritratto non proprio edificante di una città bella ma…facile,lasciva come certe “signorine”anche se oggi si usano altri termini per definire queste professioniste….
L’autore con questo titolo che è tutto un programma però sorprendentemente non colpisce i luoghi deputati della cultura fiorentina, non si scaglia contro tutto quell’anticume di cui una città moderna dovrebbe sbarazzarsi.Invece fa susseguire una serie di storie che alla fine si possono collegare l’un l’altra e le ambienta nei vicolì della città, nelle sue strade,nei suoi palazzi,nei suoi piazzali.E da questo procedere continuo dei vari personaggi e da questo intrecciarsi con la città ne esce non tanto un giudizio negativo su quanto non si è fatto,insomma sul passato,ma piuttosto un processo alle sue prospettive future.Una Firenze ricca d’arte,di musei,di statue ,di ricordi dei fiorentini più famosi,ma tutto sembra sterilizzarsi un quel frenetico scorrere del turismo “mordi e fuggi”.E nessuno sembra più capace di produrre arte e cultura.
Santoni non da sconti a questa Firenze “cortigiana” refrattaria a legami seri e duraturi,bella in apparenza,ma dalle troppo smagliature nella sostanza dei fatti.Eppure non mancano nel libro le prove d’amore verso la città,la mappa dei venditori di lampredotto,il passeggiare notturno tra i vicoli del centro storico,finalmente dalle orde barbariche che vi si accalcano di giorno.
Firenze delle occasioni mancate,Firenze dei grandi amori e dei grandi odi.A emblema di questo ricordiamo il piccolo cammeo dedicato a Roberto Baggio,un malinconico ritratto di chi un tempo fu idolatrato dalle folle e poi fortemente avversato dopo il passaggio alla Juventus. E proprio quando viene al Franchi con l’odiata maglia bianconera, subissato di fischi e improperi, quando viene il momento che deve tirare un rigore contro la sua ex-squadra si rifiuta.
Il titolo del libro,a proposito da elogiare l’elegante veste grafica,parla di bruciare Firenze ma nel senso di ridare luce ,di riportarla alla dimensione che le compete.Ma
Firenze è difficile da vivere,troppi ricordi delm passato le impediscono di fare una cultura nuova.
Cecco Angioleri era senese,Vanni Santoni è di Montevarchi, quindi loro hanno gettato uno sgaudo su Firenze con l’occhio disincantato di chi è venuto da fuori e non v è nato.
Quanto ai personaggi per lo più sono giovani,la maggior parte con problemi di soldi, per i più fortunati ci pensano le famiglie…
Una Firenze che vuole uscire dalla marginalità e il fatto che la si racconti,se ne parli è già un passo avanti:
Questo libro non è una guida turistica, ma è un progressivo immergersi nella stessa attraverso l’incrociarsi di tante figure(23 per l’esattezza) che -ricodiamocelo-cercano stimoli non nel passato ma nel futuro.
In conclusione,e Vanni Santoni non ce ne voglia, pensiamo che il suo sia un atto d’amore verso la città!