“UNA VITA SENZA TRUCCO”- I MIEI PRIMI 9O ANNI DI CINEMA – DI FRANCESCO FREDA- SARNUS
13 Febbraio 2017” INTRIGO ITALIANO- Il ritorno del commissario De Luca ” di CARLO LUCARELLI- EINAUDI
19 Febbraio 2017Simona Merlo firma Sessantuno chiodi- Mistero e morte in Toscana, suo primo giallo, pubblicato da Betti
editore.
Cinque giovani condividono un appartamento a Firenze in via dell’ Agnolo: Anna, insegnante di yoga, sempre
sorridente e disponibile, poi Stafania e Federico, coppia un po’…..scoppiata, Gianni, sensitivo suo malgrado e
Nasif, un arabo seducente. Ma succede che una sorta di vicende, dai segni premonitori, inquinano l’atmosfera
e la loro amicizia. Sono storie realative a fatti di cronaca accaduti in Italia. Una serie di brutte storie, ora violen-
te, ora dovute alla passione per l’occulto, ora dovute all’appartenenza a una setta.
IL gruppo si sfalderà letteralmente in un crescendo di sensazioni e di situazioni che avviluppano sempre più i
singoli, con la manifestazione di strani malesseri, e anche con il progressivo lacerarsi del rapporto tra coppie
che sembravano solidissime e che invece si sgretolano in un gioco di tradimenti amorosi reciproci.
Poi c’è la casa, che sembra nascondere dei segreti. Ad esempio a cosa sono dovuti tanti strani odori ? Perché
chi più chi meno sono colpiti da sensazioni di malessere ? E perché tutti questi eventi hanno coinciso con
l’arrivo di Nasif ?
Questa casa si trova nel centro storico di Firenze che quasi a ogni passo la magnificità delle sue bellezze, un
giardino, una fontana, un porticato. Appunto in un appartamento si sono sistemati questi cinque giovani per
risparmiare sull’affitto e dividere onori e oneri di una grande casa. Nel loro appartamento si trova un riposti-
glio detto ” la stanza dei chiodi e delle chiavi”. Una stanza come tante, ripostiglio, deposito, laboratorio, ma
anche pieno di segreti, di misteri. Intanto il nome gli era stato dato perché vi avevano trovato appesi a ses-
santuno chiodi sessantuno chiavi, tutte di diverse dimensioni.
Una casa di misteri più o meno veri con personaggi più o meno complicati, che si vedranno coinvolti in una
inchiesta seguita alla misteriosa morta di Anna, su cui indagherà, un altrettanto singolare poliziotto, il commis-
sario De Luca.
La Palermo fissa un romanzo dove si raggiunge una commistione quasi perfetta tra realtà e finzione, tra ro-
manzo di sentimenti e narrativa di genere. Il tutto raccontato in una forma assai semplice e diretta, con
un ritmo veloce, intenso, di stampo giornalistico. I dialoghi sono assai scarni, sintetici, curioso è l’aver diviso
la storia in tanti piccoli capitoli, descritti ora dall’uno, ora dall’altro personaggio, non più lunghi di due pagine,
e in questa rapidità del racconto sta tutto il senso del testo.
Un mix tra poliziesco e noir in cui la morte improvvisa di una dei cinque coinquilini getta in una disperazione
sempre più profonda gli altri abitanti dell’appartamento, perché sono divisi tra il bene e il male che alligna nelle
loro anime. E sullo sfondo la città di Firenze, la Toscana, con i loro misteri, i loro delitti di antica provenienza.
Molti i testimoni, ma la verità stenta a venire a galla perché in tutti c’è qualcosa di ambiguo, anche nei più inno-
centi.E nemmeno la natura aiuta con venti gelisi, scosse di terremoto, con un’aria dagli strani odori luciferini.
La nostra autrice aveva trovato quei chiodi di cui al titolo nella propria casa di Palermo.Un ricordo mai rimosso
e che l’ha portata a scrivere questa storia con l’intreccio delle vite di un gruppetto di persone colpite dalla morte
di una di loro. E scatta una sorta di auto-inchiesta dove tutti si chiedono se c’è un colpevole tra loro oppure se
Anna si è suicidata. La Simona Merlo è abile nell’usare tutto questo per introdurre vari temi dall’uso del potere
all’esoterico, dalla sofferenza al Male.
Tutti argomenti che ci indirizzano verso la soluzione del mistero.
GIUSEPPE PREVITI