“IL GATTO CON GLI STIVALI”DI CHRIS MILLER
25 Dicembre 2011“IN NOME DELLA LEGGE”(1948)-DI PIETRO GERMI
29 Dicembre 2011Cast: Robert Downey jr.-Jude Law-Noomi Rapace-Jared Harris-Stephen Fry-Kelly Reilly
Era inevitabile, dopo il successo del primo Sherlock Holmes firmato Ritchie c’era da aspettarsi il secondo episodio. Noi un paio di anni fa avversammo
il progetto,la dissacrazione,l’attualizzazione passino pure, ma perché si deve costruire un pur ottimo film di avventure sfruttando un nome che è un mito
con tutto quel che ne consegue quanto all’identità del personaggio e al suo modo di procedere certo ben poco rispettati nello Sherlock 1.
Sherlock Holmes rientra in quei personaggi mitici probabilmente andati oltre anche le intenzioni del proprio autore, capaci di vivere di una vita propria,
si possono contare sulle punte delle dita, Maigret,,Pinocchio,Batman,Topolino,puoi modernizzarli quanto vuoi,alla fine restano se stessi e piacciono per quello che sono indipendentemente dal tempo in cui furono creati.Sherlock Holmes è andato talmente avanti in questa dimensione che addirittura per molti è finito per divenire un personaggio reale e veramente vissuto…Ma principalmente si sostanzia in lui il genio della deduzione che però non disdegna l’azione, con un carattere difficile ed estremamente egocentrico, molto portato ai colpi di scena e alle sorprese.
Guy Ritchie artefice del primo successo forse è rimasto sorpreso dell’enorme successo di pubblico e di incassi dello Sherlock 2009, pur se da molti “puristi”era stato decretato il pollice contro.Ma come dicevamo all’inizio su questo non ci si deve impuntare, per i giallisti,i tradizionalisti sono esperimenti e come tale vanno considerati: è chiaro che portare nelle sale cinematografiche milioni di spettatori è un successo, bene o male il nome dell’idolo letterario gira,viene conosciuto, se una parte di questi vorrà approfondire la questione e “studiare” il vero Holmes è già un altro risultato notevole.
Nel primo film c’era molta fantasia,molta invenzione, poco in verità del Conan Doyle giallista. Si è deciso di fare una correzione di rotta, due nuovi sceneggiatori Michel e Kieran Mulroney anche se non si è voluta abbandonare un concetto di visione più moderno,con profusione di azioni,scontri a fuoco e tante altre diavolerie.Però rispetto al primo film le scene di azioni con Holmes protagonista sono ridotte e oltre tutto si ricorre a un efficace sdoppiamento delle stesso,perché prima il grande investigatore le vive al “rallentatore”come se le provasse e poi le compie alla giusta velocità.Ma queste scene non è che siano particolarmente necessarie nell’economia della storia, son un “di più”spettacolare.Anche lo scontro finale con il professor Moriarty è molto più impostato sul duello cerebrale che prepara la cruenta scena finale che non su questa.
Tutto il film vive del resto sulla contrapposizione tra Holmes e il suo acerrimo rivale, che nel film,oltre a confermarsi un vero e proprio genio del male e quindi della criminalità,è anche un abile stratega politico e un grosso produttore di armi che,in quanto tale,vuole provocare una guerra nel continente.E per raggiungere il suo disegno non si arresta difronte a nulla e sacrifica varie vite umane,compresi ambasciatori e plenipotenziari.
Saranno Holmes e il fido dottor Watson(liberato…molto velocemente di una moglie che comunque non disdegna il clima rovente delle indagini(Kelly Reilly)) a sventare il complotto aiutati da una zingara che legge il futuro(Noomi Rapace), sventando le trame di Moriarty e del suo bieco braccio destro,il colonnello Moran.Da Londra ci trasferiremo a Parigi dove gli attentatori si nascondono nelle cantine delle cucine di un grande ristorante e usano il Don Giovanni in scena all’Opera per sviare le ricerche, mentre l’attentato si svolgerà da tutta altra parte di Parigi. Poi tutti i protagonisti si ritroveranno in Svizzera in un castello che sovrasta la cascata di Reichenbach che tanti ricordi rammenta ai lettori di Sherlock Holmes.
Questa storia mescola parti prese da Conan Doyle(vedi Il problema finale)ad altre di pura invenzione, ,ma i personaggi,con tutti gli aggiornamenti possibili ,sono loro,
un certo profilo tracciato dall’autore è in linea di massima rispettato.L’equilibrio tra le innovazioni estetiche e il percorso narrativo è abbastanza rispettato,così pure i movimenti legati alle macchine create da Ritchie non snaturano l’identità delle storie holmesiane, insomma un coktail tra libertà inventiva e rispetto della tradizione, tra sorpresa e godibilità.
Prima parlavamo di esperimento, in questo senso il film è accettabile anche per i “tradizionalisti”, io ho visto la pellicola in compagnia e su…istigazione dei miei giovani nipotì, usciti entusiasti, ora se non altro sanno che esiste Sherlock Holmes, in questo Ritchie va lodato, non è compito suo fare lezioni di storia….
Anche la recitazione si inchina al nuovo corso, a cominciare dal duo Robert Downey jr. e Jude Law, meno esagerati ed esagitati i loro Holmes/Watson, come pure la maschera del cattivo Moriarty(ben reso da Jared Harris). Sopra le righe è il Mycroft di Stephen Fry , volutamente creato come macchietta, si vede anche nei panni”inventati”di una zingara Noomi Rapace,un bel salto da Stieg Larsson…
La domanda finale potrebbe essere questa: chi ha vinto, la tradizione o la dissacrazione?Diciamo che il “mito del personaggio”si rinnova……
GIUSEPPE PREVITI