IN RICORDO DI LUIGI BERNARDI
29 Ottobre 2013IN RICORDO DI GIORGIO SCERBANENCO
16 Febbraio 2014A parere dei più l’inizio dell’era del romanzo poliziesco coincide con il racconto ” Gli assassini della via Morgue” che Edgar Allan Poe pubblicò sul giornale di Filadelfia
“Graham’s Magazine.
Il racconto è ambientato a Parigi, una ragazza viene trovata uccisa in una stanza chiusa dall’interno, mentre il cadavere della madre viene scoperto in un cortiletto adia-
cente. Poche le testimonianze, la polizia brancola nel buio, quando entra in scena Monsieur Dupin, un giovane gentiluomo vittima di dissesti finanziarì ma dalle capacità
deduttive eccezionali. Ce lo presenta con pochi tratti il narratore che avrà in questa vicenda il compito di “spalla” dell’amico. Dupin non si meraviglia dell’insuccesso delle
indagini della polizia, le ritiene macchinose e dispersive, lui invece esaminando la cronaca del fatto e visitando il luogo del delitto si fa una sua idea. Prima esamina e smonta
le varie possibilità, poi conclude che una mente umana non poteva colpire in quel modo e il colpevole infatti sarà uno scimmione sfuggito ai suoi sorveglianti.
Caratteristica di questo racconto è di sfrondarlo al massimo dalle descrizioni, lo stesso profilo del protagonista è appena accennato, il teatro del delitto lo conosciamo solo
attraverso le stringate cronache dei giornali, anche alle testimonianze e quindi al dialogo non è dato molto spazio. Tutto si basa sul processo di ragionamento del Dupin.
Ancora due racconti con Dupin protagonista “Il mistero di Maria Roget” e ” La lettera rubata”, anche questi pubblicati su riviste, tra 1843 e 1845, ancora una volta si fa
leva sul metodo dell’investigatore più che sui fatti, quella che sembra interessare lo scrittore è l’esposizione analitica del ragionamento che serve a risolvere i casi.
La carriera letteraria di Poe fu certamente fitta di opere, e la sua maggior fama è dovuta ai racconti del terrore, alle atmosfere angoscianti che aveva saputo creare e
certo può sorprendere questo sia pur breve ciclo di racconti, da lui definiti come “Tales of ratiocinatio”, assai lontani dalla sua vena corrente ma racconti comunque
a cui lui teneva molto. Intanto si può osservare che il metodo logico-deduttivo non lo ha applicato solo ai suoi gialli ma anche a romanzi di altro genere.
Si pensa che abbia traversato nella sua vita vari stati d’animo, e che i cicli delle sue storie, ora di terrore ora di raziocinio, abbiano appunto risentito del momento in cui
li ha scritti.
Se ha fatto parte delle tradizione inglese del “gothic novel” lo ha fatto però seguendo la sua inclinazioni, più che di personaggi plausibili e di orrori capitati agli stessi si
è occupato di angosce, di cadute dell’animo umano. Molti demoni occupano la mente e gli scritti di Poe, ma lui a renderli in maniera oggettiva, anche fantastica se vogliamo,
seguendo un ragionamento non privo di una sua logica.
Per arrivare a questo occorre un personaggio che sviluppi questo procedimento, sia esso uno scienziato, sia un poliziotto. E torniamo quindi al romanzo poliziesco, dove
al narratore non interessa tanto il fatto in sè quanto quello che comporta, cioè il processo investigativo, l’indagine che il detective conduce seguendo il metodo del
ragionamento onde arrivare alla scoperta della verità.
Certamente occorre che tutto avvenga secondo una logica di cause ed effetti credibili, al lettore, come all’investigatore di carta, devono essere palesati tutti gli elementi
che devono condurre allo scioglimento dell’enigma. E Poe era ben conscio di questo, anche se è stato rilevato da alcuni che lo scrittore ” deve” arrivare a una certa solu-
zione, è lui che la inventa e quindi questa sfida al lettore perché anche questi sciolga l’enigma è più teorica che reale.
La triologia di Edgar Allan Poe certamente ha una sua importanza nella storia del giallo, interessante è la creazione della figura dell’investigatore deus ex machina di tutta
la situazione, mentre appare anche il personaggio che fa da spalla e che diverrà una presenza fissa negli anni a venire.
Inoltre l’autore tende a delimitare nettamente l’opera da particolari efferati, c’è si la cronaca del delitto ma in maniera rapida, senza compiacimenti da racconti horror o
del terrore, insomma in questi scritti si deve affidarsi al ragionamento e non alle prime impressioni.