LEONARDO SCIASCIA(1921-1989)
11 Maggio 2011PERSONAGGI DEL NOIR MEDITERRANEO
19 Maggio 2011Negli anni Novanta Massimo Carloni per un suo interssantissimo saggio sulla storia della letteratura poliziesca nel nostro Paese scelse questo titolo Italia in giallo,accompagnato da un sottotitolo Geografia e storia del giallo italiano contemporaneo. Cioè per Carloni parlare di giallo non poteva prescindere dalla ambientazione urbana e provinciale entro la quale venivano collocate le varie storie. Ecco le notti e le nebbie di Milano immortalate da Giorgio Scebanenco o Renato Olivieri, ecco i “bolognesi”con Loriano Macchiavelli in primis e le sue storie sulla città emiliana, ecco la Torino di Fruttero e Lucentini,la Napoli di Attilio Veraldi.Non è che poi le cose siano cambiate di molto negli anni duemila, quella certa Milano vive nei testi di Gianni Biondillo o Valerio Colaprico, su Bologna hanno scritto trav gli altri Patrick Fogli,Nerozzi etc, come pure abbiamo la Bari di Carofiglio, la Genoca di Bruno Morchio, la…Vigata di Andrea Camilleri, la Firenze di Marco Vichi,Leonardo Gori. Potremmo citare altrettanti autori, il legame con il territorio certamente esisteva ed esiste. Forse la novità principale degli anni susseguenti al cambio di secolo è nella progressiva affermazione degli autori toscani, oltre ai sopracitati potremmo aggiungere Simi,Giuttari,Parigi e Sozzi,Nelli,Filastò,Braschi,Lucia Bruni,il compiantoRoberto Santini. Quello che era stata Bologna negli anni Ottanta-Novanta, e si era parlato di “scuola”bolognese in un certo senso si è ripetuto per la Toscana,anche se siamo restii a parlare di “scuola”, il toscano è individualista per carattere, non troviamo poi particolari uniformità di stile di narrativa, diciamo che ci sono tantissimi autori di buon livello,non possiamo ovviamente citarli tutti,ma le caratteristiche principali sono appunto il
numero e il livello.
Ma torniamo all’ambientazione, che troviamo anche nei “toscani”, già negli anni Trenta Augusto De Angelis aveva posto Roma e Milano come co-protagoniste dei suoi romanzi, come pure Alessandro Veraldo ambientava le sue storie a Roma.La produzione italiana contemporanea vede il suo punto di arrivo grosso modo verso la fine degli anni sessanta con una caratterizzazione fortemente legata al territorio, con una connessione tra vicenda poliziesca e territorialità che appaiono imprescindibili.
Dagli anni Ottanta ad oggi, pur non rinunciando del tutto a questo filone, il giallo acquista progressivamente una autonomia propria, si contamina con altri generi, paralleli, affini certamente, che danno un altro respiro e una propria individualità alla produzione. E entriamo così nell’era dei gialli-storici, dei gialli-cronaca, dei gialli psicoligoco-sociali, dei noir.
GIALLO STORICO
Sarà Corrado Augias ad avvicinarsi a questo” genere nel genere”con una triologia ambientata in tre anni cruciali per la storia d’Italia del XX secolo,1911,1915 e 1921.
E’ praticamente il primo approccio con una ambientazione non più moderna ma legata all’epoca giolittiana.Augias crea un protagonista che avrà un suo successo,
Giovanni Sperelli e non…disdegna delle intrusioni di altri generi,come la spy-story.Importante è il segnale che vede in Augias un progenitore, ovvero fare sempre qualche riferimento a fatti e personaggi dell’Italia più recente, insomma parlare del passato per meglio spiegare il presente.I volumi di Augias erano Quel treno per Vienna,Il fazzoletto azzurro, L’ultima primavera.
Un altro esempio di “giallo-storico”ce lo fornisce una bolognese verace, Danila Comastri Montanari che non ambienta le sue storie nella sua città. E’autrice di un ciclo di romanzi, a partire dal 199o(oggi una ventina)in cui l’azione si svolge a Roma all’epoca dell’imperatore Claudio e protagonista è l’investigatore dilettante, nobilke e senatore,Publio Aurelio Stazio. I giallki della Comastri Montanari sono d’impianto classico, tesi sempre alla soluzione del mistero, ma la nostra autrice non ci fa mai
ancare ritratti socio-urbanistici dell’Urbe, con vari personaggi e vari motivi d’indagine, ecco la suburra, ecco i violenti che frequentano gli stadi, ecco il corrotto mondo dei politici e dei nobli, ecco la speculazione edilizia, e tutto questo lo apprendiamo attraverso le narrazioni del protagonista ma anche da voci del popolo.
Un filone che nel tempo troverà vari cultori, vi si cimenteranno molti autori da Giulio Leoni a Leonardo Gori ad Alfredo Colitto con ricche ambientazioni d’epoca e creazioni di personaggi ora di fantasia ora presi dalla realtà.
Un altro tipo di approccio con il “giallo-storico”è stato quello di Carlo Lucarelli con il suo ciclo dedicato al commissario De Luca, un uomo che passa attraverso il fascismo in quanto in quegli anni prestava servizio alla Questura di Roma.De Luca si difende dicendo che lui faceva solo il suo mestiere, e questo lo portava ad isolarsi dal mondo che lo circondava. Fondamentalmente è un buon detective, Lucarelli lo presenta con una protagonista certo ingombrante, la “Storia”.In verità in questi romanzi l’omicidio inizialmente sembra sempre avere matrici politiche, poi il meccanismo del giallo ha il sopravvento, il delitto viene ricondotto a una sfera più privata.Non era certo facile creare questa cerniera tra una perfetta ricostruzione d’epoca e il meccanismo tipico delle storie gialle, ma Lucarelli sa dosare abilmente i due fenomeni, non ha scrupoli nel descrivere le magagne del regime ma riesce anche salvaguardare la professionalità e l’onestà del suo commissario.
L’ISPETTORE COLIANDRO
Carlo Lucarelli si cimenta anche con un altro personaggio, dal giallo storico lo vediamo passare a quella strana coppia formata dall’ispettore Marco Coliandro e dalla giovanissima “Nikita”.Un tentativo di combinare il nero metropolitano con una forte carica umoristica.Coliandro è meridionale, fanatico di auto,sempr in conflitto con i superiori,ama le maniere forti ma nelle indagini non è molto dotato. E per lui si rivela fondamentale l’aiuto di Nikita, questa è carina,assai giovane, ma principalmente nel suo carattere è evidente il disagio di una età senza ideali(siamo negli anni Novanta)e appare preda di un vuoto profondo.
C’è molta violenza in giro, Bologa non è più la città gaudente di un tempo,la via di un uomo vale assai poco.Colian dro si muove in questo quadrocon la grazia di un elefante, prende molti abbagli, insomma un personaggio forse un pò troppo sopra le righe per una storia dai toni assai cupi.Lucarelli sembra quasi voler accentuare
le dissonanze del personaggio Coliandro, con il rischio di mettere in secondo piano quanto di “nero” e di violento c’è in Bologna.
LA MAFIA
Abbiamo già parlato di Leonardo Sciascia, maca però stranamente nella narrativa gialla italiana degli anni Ottanta il riferimento a un fenomeno assai importante,la mafia, manca una produzione letteraria di riferimento, contrariamente a quanto poi avverrà negli anni duemila, e forse più che nella leteratura, al cinema e alla televisione.
Vorremmo ricordare Enzo Russo con Uomo di rispetto, autobiografia di un mafioso negli anni ’80 e Alfio Caruso,giornalista e scrittore. Dal 1991 con i suoi romanzi
Caruso affronta il fenomeno mafioso(Tutto a posto-I penitenti-Il gioco grande), il limite di Caruso, ma anche in generale di chi ha affrontato il fenomeno-è di voler spiegare collegandoli alla mafia tutti i misteri d’Italia, la realtà non sempre confermerà queste asserzioni.
LE STRAGI
Un grande scrittore,Loriano Macchiavelli,autore di successo con il sergente Sarti, con i libri scritti in binomio con Francesco Guccini, affronta il problema dell’Italia dei misteri e delle stragi, con alucini libri, curiosamente firmati Jules Quicker. Funerale dopo Ustica affronta il periodo che va dalla strage di Brescia dal 1974 a quella di Ustica del 1981, mentre con Strage si entra nel decennio che culminerà nella strage di Bologna.
Come si era visto per Augias, anche Macchiavelli è un precursore, descrivendo la realtà dei suoi giorni attraverso la “chiave”del thriller, e su questo abbrivio poi si cimenteranno molti autori degli anni duemila.
Una cosa appariva già evidente agli inizi del 2000 e cioè che i giallisti avevano e hanno ampiamente precorso i tempi letterari, confermandosi acuti osservatori di quanto avviene nel Paese, hanno scritto di magistratura,di polizia,di uomini di potere, ma anche di magistratura corrotta, di polizia violenta, di connivenze tra i vari poteri dello Stato.
Ma annotazione ancora più importante i giallisti italiani hanno assunto una importante funzione di memoria storica, la dove stampa e televisione hanno spesso taciuto o addirittura nascosto o travisato le cose, e questo certamente è tra le motivazioni della definitiva consacrazione del giallo italiano.
ANDREA CAMILLERI
E’lo scrittore simbolo del gialloitaliano, il più conosciuto nel nostro panorama letterario,apprezatissimo amche all’estero. Da evidenziare l’immagine che ha dato della Sicilia, con la…immaginaria Vigata,ormai nota in tutto il mondo. Un Camilleri abbastanza inovatore,pur se non vanno dimenticati Pirandello e Sciascia che hanno influenzato certamente le sue opere.
Una Vigata immaginaria fin che si vuole, ma al centro di mali, di vizi, di crimini già nei romanzi ambientati a fine Ottocento, e che venendo ai giorni nostri vedrà il commissario Salvo Montalbano sempre alle prese con il crimine.Montalbano è un poliziotto siciliano,am ante della buona tavola,delle belle donne(anche se è eternamente…fidanzato con Livia)e dellsa letteratura. E’ un uomo intelligente,che sa “vivere”,adora fare l’investigatore, da la caccia ai colpevoli,non gli interessa molto capirli.
Camilleri ha saputo infondere nelle sue storie i colori e gli odori della sua terra, sa “fotografare”a òeraviglia i suoi conterranei, da citare anche l’omaggio che ha voluto rendere a ujno dei maestri del giallo contemporaneo, Vazques de Montalban.chiamamdo il suo commissario Montalbano. Un personagio che è cresciuto molto in questi anni,acquisendo una nuova coscienza, provando un senso di disgusto sempre più forte verso l’ambiente che lo circonda, sentendosi sempre più a disagio in una società dove imperano malessere e corruzione. Accanto a lui un concerto di voci e di personaggi da Livia ad Ingris, dai poliziotti della sua squadra(Augello,Fazio,Catarella) ai protagonisti delle singole storie, tutti insieme hanno creato u mito, la televisione lo ha perpetuato, ma chiaramente la forza di tutto questo sta in lui,il grande Andrea Camilleri.
GIUSEPPE PREVIT