“IL BARCA” DI SANDRO MODEO ISBN EDIZIONI
12 Aprile 2012“IL BENE CHE VIENE DAI MORTI”DI GIOVANNI MARIOTTI- ET AL./EDIZIONI
16 Aprile 2012Giovanni Mariotti,nato a Pietrasanta ma da anni trapiantato a Milano,ha pubblicato per la prima volta Storia di Matilde dieci anni fa per una piccola casa editrice per poi riproporlo nel 2003 per la Adelphi,arricchendolo però di nuovi episodi,nuovi personaggi e altre pagine.
E’la storia di una trovatella affidata a un contadino che subito comprenderà che lei non è certo figlia di contadini e le vorrà più bene che ai suoi stessi figli.Ma la ragazza resterà ben poco con lui,gli verrà tolta con una sorta d’inganno.E il racconto si snoderà in una lunga serie di eventi legati via via alle cinque generazioni di una stessa famiglia.Tanti personaggi a mezza via tra l’esigenza di dover soddisfare i bisogni più primari e l’attrazione verso un mondo che sempre più si evolve e scopre nuovi orizzonti.Una sorta di romanzo popolare che si evolve anch’esso con il trascorrere del tempo.
E’ sicuramente tra i più bei romanzi pubblicati in queesti anni, un romanzo-fiume che va dal 185o ai giorni nostri:un universo di sensazioni e emozioni lo attraversa con decine di personaggi a riempire la scena.Si ha quasi l’impressione che tanti piccoli romanzano si riversano nel romanzo: la Lucchesia è vista attraverso le sue montagne,le sue colline,i suoi alberi,le sue case ,le sue stagioni;ma non mancano le descrizioni della Francia e dell’Africa. Un libro che muove al pianto e al riso e che nel contempo ci riempie il cuore di sensazioni.
Come ogni vero libro che sia tale la radice de La storia di Matilde è nell’Ottocento,quell’Ottocento che tanto ha ispirato i romanzieri.Una serie incantevole di figurine,ora prese dal popolo,ora dalla borghesia,ora dall’aristocrazia.Ed ecco le ville di campagna,inondate dal sole, i negozi, tutto descritto con dettagli nitidi,indimenticabili.
Matilde prima adottata da due contadini e poi ripresa dalla vera madre con l’apparizione di una carrozza nera e oro,tirata da sei cavalli. Ma in questo Mariotti inserisce la rappresentazione dell’Italia più povera, con la vita dura e piena di sacrifici dei contadini,le case simili a tuguri, la polenta come unico cibo,la vita degli emigrati, i vari tipi di lavoro, e tutto viene descritto
con grande amore e grande delicatezza.
A onor del vero va detto che queste figurine sono usate come se si fosse in un grande quadro d’insieme,concorrono a rappresentarlo,appaiono vivissime,ma hanno senso se viste coralmente.Il grande protagonista di questa storia è il tempo, Mariotti usa saltare da un’epoca a un’altra,non gli interessa che la trama si svolga con una certa linearità.Sembra quasi voler significare la grande maestosità del Tempo,che è un tutto unico, uno scorrere continuo,inesorabile,che cancella ogni differenza tra epoche anche diverse,tra passato e presente.Solo gli orologi,altri protagonisti,sono lì a ricordare,segnandolo, che il tempo passa.Ascoltiamo i battiti delle ore, dei minuti,una sorta di sinfonia, ma questi orologi cosa misurano veramente?
Forse quell’incedere del Tempo che misura l’ordine che regna nell’Universo.
Un’altra protagonista del romanzo è la luce, ma si parte da una nitidezza che ci incanta per poi passare a una luce sempre meno nitida, nebbia,pulviscolo,qualcosa che sembra quasi far dissolvere le cose.
E insieme alla luce il suono, quanti ne avvertiamo intorno a noi, i passi,i ronzii,i canti e le cantilene, i fruscii, i sussurri del vento, i miagolii dei gatti,i rombi degli aerei, il tic-tac degli orologi.
Tutto si lega a tutto, tutto sembra essere trascinato via, tutto finisce con avere un senso.
GIUSEPPE PREVITI