RECENSIONI BREVI: E’COSI’ CHE SI UCCIDE- DI MIRKO ZILAHI-LONGANESI
4 Febbraio 2016” DELITTI FRA LE NOTE ” di PATRIZIA RASETTI- CARMIGNANI EDITRICE
9 Febbraio 2016E’ il 3o agosto 1988 quando in una mattina nebbiosa lungo l’argine del Po, a Goro, viene trovato il cadavere nudo di un ragazzo, con il viso ampiamente tumefatto e intriso
di sangue. Era stato colpito selvaggiamente con una pistola da macello. La vittima era un ragazzo del paese, Vilfrido Branchi, detto Willy, 18 anni, assai conosciuto e ben
amato da tutti per la sua bontà, un po’ sempliciotto, una mania per l’abbigliamento griffato, un tipo a cui era difficile non voler bene.
Le indagini si focalizzano su uno strano personaggio, Valeriano Forzati, detto ” il colonnello”, un criminale, un violento dai trascorsi burrascosi. Si renderà ben presto colpevole di una sanguinosa sparatoria in un locale della Bassa, ma quanto all’accusa di aver ucciso Willy ne uscirà pulito.
Una morte quindi misteriosa, un delitto destinato a rimanere impunito se non fosse per l’intervento di alcune persone che faranno riaprire il caso.
Per la collana “Profili criminali” due giornalisti, Giacomo Battara, Nicola Bianchi, ricostruiscono un cold case degli anni ’80 , nel romanzo-inchiesta “Storia di Willy”
e di Valeriano Forzati presunto colpevole. Lui nega ogni responsabilità sull’uccisione, poi si rende colpevole di una strage, per riparare in Argentina da dove tornerà per
essere sepolto al suo paese. Ma se lui che era il principale sospettato non ha ammazzato Willy, chi è allora l’assassino ?
Dunque un cold case alla base di questa pubblicazione, una brutta storia che coinvolge tanti personaggi, spesso dalla vita ambigua, dei bugiardi, tutti appartenenti a una
comunità ricca anche di valori positivi, ma che nel caso in questione ha sempre saputo la verità ma ha preferito non rivelarla. Un autentico muro di nebbia fatto di omertà
e mezze ammissioni. In tutto questo compare la figura di un parroco che in un’intervista rivela addirittura i nomi dei colpevoli. Toccante invece la figura di Luca, fratello
della giovane vittima, che si è sempre battuto per trovare i colpevoli e dare pace alle povere spoglie del fratello. Trova insperato aiuto in un avvocato, in un giornalista e
in un investigatore privato che, a 26 anni dai fatti, riprendendo in mano il fascicolo sull’iter giudiziario e investigativo della vicenda, e addirittura riescono a faqr riaprire
l’indagine.
Una storia vera, sempre attuale,dobe lo spirito fraterno mette al servizio della verità una serie di professionisti che grazie a una serie di colpi di scena e alla loro ostinazione
nel proseguire le indagini a dare finalmente una svolta allo stesso. D’altra parte è una storia che possiede tutti gli ingredienti per costruirvi sopra un caso sensazoionale, reso
amcora più tale dal fatto che tutto quanto è narrato nel libro La storia di Willy è rigorosamente vero.
E’stato scritto a quattro mani da Giacomo Battara, un giornalista-scrittore, e da Nicola Bianchi, vicecaposervizio de Il resto del Carlino, cronista di nera e di giudiziziaria.
IL caso Bianchi era scoppiato nel 1988, un giovane bravo e allegro, un pò ingenuo, certo non meritevole di una fine così atroce. Le indagini puntarono ben presto su un ba-
lordo, che presto si macchierà di una strage nel night La Laguna di Bosco a Mesola. Goro è un piccolo paese sulle rive del Po, l’impressione di coloro che si avvicinano
alla vecchia inchiesta è che molti sapessero la verità.ma il clima di omertà è stato assoluto. Un’atmosfera, se vogliamo, assolutamente noir, in tono con l’atmosfera spesso
ovattata della zona,ma qui purtroppo non ci troviamo in un….” noir di carta”, ma al centro di una storia purtroppo realmente accaduta- Ma ecco che arrivano…i Nostri,
un avvocato, un investigatore privato, un giornalista che tanto si danno da fare da riuscire a riportare il caso alla luce. E da questa storia, che lo aveva coinvolto profes-
sionalmente, con l’ausilio del collega Battara ricava il materiale per scrivere questo libro.
Willy era un ragazzo buono, forse troppo, qualcuno ne aveva evidentemente approfittato, ma perché fargli fare quella brutta fine ? Se infatti di questo dramma sono sempre noti i fatti finali della vita del ragazzo, sempre ignoti sono stati i motivi dell’efferato delitto e di conseguenza il nome di chi ha commeso il fatto.Lo sforzo maggiore
dell’avvocato Simoni e dell’investigatore Tiuzzi è stato allora nel cercare i motivi del fatto, cercando a un certo punto di ricostruire il profilo psicologi del o dei colpvoli.
La ricerca si è quindi riferita alla ricostruzione della vita del ragazzo, delle sue frequentazioni, anxhe perché Willy era molto aperto con tutti, convinto che tutti gli volessero bene. Nella sua vita di ragazzo di famiglia non certo ricca c’era una stranezza, non tanto la sua passione per i bei vestiti quanto il fatto che ne indossasse spesso,
e questo contrastava appunto con le sue scarse finanze. Le indagini quindi dei nostri investigatori sono partite quindi da dati certi, loro hanno cercato di dedurne nuovi
motivi e nuove prospettive. Ultimamente quando riemergono dei c.d. cold case ci si affida molto alle nuove tecnologie e alla scienza, qui invece si è applicato il met0do
deduttivo, l’intuito, il ragionamento, la ricerca delle prove partendo anche dalle cose più ovvie.
Nella storia si inserisce poi un singolare personaggio, il parroco di Goro ai tempi del fatto, doin Buscagnin, che in una intervista rilasciata al Bianchi fa riesplodere il caso
indicando praticamente i nomi dei colpevoli.
Storia di Willy rientra quindi nella categoria dei “libri-verità”, una cronaca rivisitata da uno dei suoi protagonisti, appunto Nicola Bianchi, che ne ricava una storia forte
ricca di mistero, divisa tra più protagonisti. Intanto, Goro, questo paese brumoso che ci ricorda tanti piccoli paesi lungo il corso dei fiumi dove Simenon ambienta i suoi
drammi. PoiWilly, protagonista suo malgrado, e infine quel Valeriano Forzati, una vera figura da duro, un criminale che terrorizza il paese, ma che non risulterà assoluta-
mente colpevole della morte del giovane.
Un libro fatto di indagini, di interviste, ricostruzioni, corredato di documenti ufficiali e di una serie di fotografie , con una storia nella storia, quella del balordo presunto
colpevole, e poi gli abitanti di Goro, parti legati al loro segreto, parte invece che vogliono la verità e che sfilano a tanti anni di distanza in processine per ricordare il ragazzo ucciso e chiedere giustizia per lui.
Nicola Bianchi dedica la sua opera alla famiglia di Willy, è contento di aver contribuito a far rinascere in loro la speranza di poter rendere finalmente giustizia a quel povero
congiunto, e comunque non si è fatto sfuggire l’occasione di trasformare questo materiale in un libro che perpetui la memoria dei fatti.
GIUSEPPE PREVITI