IN RICORDO DI ROBERTO SANTINI
9 Settembre 2010SCUOLA DI SCRITTURA
22 Ottobre 2010Nella serata che viene dedicata il 1° ottobre alla Melbookestore al ricordo di Roberto Santini, scrittore prematuramente scomparso il maggio scorso, si succedono vari interventi, con letture dai suoi romanzi e dai suoi racconti, e aspetti della sua vita di tutti i giorni e della sua attività di scrittore. Io personalmente mi sono cimentato con alcuni suoi racconti e un romanzo per cogliere certi aspetti della sua scrittura. Da
“Antologia gialla di Toscana” è tratto il racconto “Nello stesso momento”. Un delitto sconvolge piazza della Signoria, un uomo si accascia al suolo colpito da una pallottola proveniente dall’alto, certamente da uno dei palazzi che circondano la piazza. La grande trovata dell’autore è che la scena dell’uomo che si abbatte colpito davanti alla grande fontana centrale è rivista come “alla moviola”, attraverso gli occhi, le immagini,le voci dei tanti che affollano la piazza in quel momento. Questo avvio del racconto, simile a una sceneggiatura cinematografica per sequemze successive, è sicuramente insolito nella dimensione breve del racconto. Questo presuppone sempre uno stilem di scrittura rapido e conciso, ma qui con la parola Santini arriva quasi a “fotografare”, procedendo per immagini, come avesse scritto una scenaggiatura per un film o una fiction. Non vogliamo certamente rivelarvi il finale, che grazie a una seconda trovata porterà ad un epilogo assai amaro, da un punto di vista etico e morale. E si può annotare una dissonanza tra quel taglio avveniristico e fantasioso della prima parte e quello pessimistico e poco consolatorio del finale. Quale era il vero Santini? Sicuramente, e lo si può vedere anche da altre opere, uno acuto “sperimentatore”di linguaggi e di idee”, ma anche un “disincantato osservatore”.
“NOTTE DI RASO BIANCA”:Anche in questo caso un libro certo “diverso” se consideriamo il panorama del giallo italiano. Noir, thriller, giallo psicologico e chi ne ha più ne metta. E questa probabilmente era un’altra caratteristica del Santini, cioè il “non farsi etichettare” passando indifferentemente da uno stile al’altro. Nel romanzo il protagonista è un uomo, un poliziotto che “deve sparire”. Anche in questo caso l’autore non indugia molto sui motivi: corruzione, o voglia di sparire con un malloppo molto grosso Ed ecco che il nostro ipotizza di sostotuirsi ad un’altra persona. Cambiare la propria vita, sostituirsi e subentrare ad un altro uomo non è poi così automatico, anche se deve immedisimarsi in un sempliciotto di campagna. Un libro in cui il “giallo”della vicenda non è tanto la vicenda del poliziotto poco onesto, quanto la difficoltà di appropriarsi della identità di un’altra persona. Il ragionamemto di San tin i è quanto mai efficace: noi conosciamo a mala pena noi stessi, come facciamo allora a “entrare” in un altro? Se anche c’è una somiglianza fisica che è il requisito minimo perchè lo scambio riesca, il difficile viene dal dover parlare, agire, muoversi come se fosse veramente “quella persona”.E va anche tenuto conto che questa ha i suoi segreti, i suoi vizi, le sue debolezze. Una trama noir che serve all’autore- non dimentichiamoci che era uno psicologo-per scandagliare nella psiche umana. Anche qui una curiosità nella struttura del testo, i vari personaggi raramente si incontrano o diualogano direttamente fra loro, invece sembrano “confrontarsi” continuamente, come se da questo confrontarsi dovesse arrivare al poliziotto la forza per sostituirsi all’altro. Si rivela pure in questo romanzo una visione estremamente pessimistica, tutti i personaggi sono negativi.E a proposito del Santini sperimentatore qui si riesce a cosruire un giallo con un solo personaggio. Un Santini diverso dal solito, ci aveva abituato a racconti e romanzi di solito molto secchi e scarni,quasi cronachistici, magari con il vezzo di indugiare su un particolare, su un’immagine, su un volto.In questo romanzo c’è un grosso lavoro di scavo sulla persona.
“SOTTO IL MIO GIARDINO”( vincitore premio Giallocorta 2005): è la storia di Marco un simpatico ragazzino che ama insetti e formiche.E proprio la comparsa di un grosso formicaio nel suo giardino lo convince che il vicino di casa ha ucciso la moglie, nel frattempo sparita,per poi seppellirla in quel luogo. Da questo racconto Andrea Lodovichetti ha tratto il film “Nero come le formiche”, vincitore di numerosi premi. Questo racconto, di cui Roberto Santini andava particolarmente fiero, come pure del cortometraggio che ne era stato ricavato, è scritto su un doppio binario: da una parte il ragazzo che amava e studiava le formiche che popolavano il suo giardino; dall’altra il ragazzo acuto osservatore, vede che la terra nel giardino è smossa, certamente è stata scavata una buca dove può essere stato sepolto un corpo. E lo hanno intuito anche le formiche che avanzano verso quella parte del giardino. Un a storia che ha tante attinenze con “La Finestra sul cortile”, la il fotografo, qua un indicenne intuiscono che è successo qualcosa….Interessante la costruzione del racconto che procede a varie scansioni, figura centrale il ragazzino, la sua vita, il suo primo amore, i suoi sospetti, di contro il regno delle formiche osservato con grande interesse e amore dal ragazzino.
NOIR; Vogliamo qui ricordare una delle ultime osservazioni di Santini, partecipando a un convegno sul significato del noir. Santin i fu categorico “Non si scrive il noir per fini sociali”. Secondo lui lo scrittore di noir non racconta meglio la realtà, ma lo fa in maniera diversa, forse più esauriente. In conclusione potremmo rimarcare la figura del Santini innovatore ma anche pessimista, ,ma aggiungerei che Santini non avrebbe certo finito di stupirci, ora era passato al giallo storico con una scrittura più densa e compatta, trame legate alla realtà pur se di fantasia, e quindi un Santini che si adegua anche come forma di scrittura e di struttura.
GIUSEPPE PREVITI