IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: EZIO D’ERRICO
22 Aprile 2015IL FATTO DEL GIORNO : OMICIDI HI-FI
22 Aprile 2015Cast:Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Renato Salvatori, Michel Piccoli, Franco Citti, Tino Scotti, Ciccio Ingrassia, Cesare Gelli
Giulio Donnini, Piero Nuti, Luigi Zerbinati, Adriano Amidei Migliano, Piero Mazzinghi.
In una campagna solitaria e brulla si erge l’eremo di Zafer, una mostruosa costruzione, una sorta di albergo, ma potrebbe anche essere un convento o una prigione.
Così Loenardo Sciascia presentava questo luogo abbastanza singolare nel suo omonimo libro uscito nel 1974, e qui vi si consuma una intera carneficina di un gruppo
di grandi elettori, Un dramma spiettato e metaforico che attrae l’attenzione di Elio Petri che lo trasforma in film. Il romanzo era stato pubblicato nel 1974, il film è
del 1976. Era un momento in cui sia Sciascia che Petri avevano un gran successo, ma le critiche non accolsero bene l’opera. In questo posto cupo e sinistra troviamo
tutta la “classe che conta” nel Paese mentre sta svolgendo gli esercizi spirituali del padre gesuita Ignazio de Loyola. Era la classe dirigente dell’epoca, tutti i massimi
esponenti del partito che guidava il governo,la Democrazia Cristiana. Molti i personaggi facilmente individuabili, a cominciare da M, un tormentato Aldo Moro reso
con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da uno stupendo Gian Maria Volonté, a proseguire con gli altri esponenti tutti piazzati nei ruoli chiavi del governo, delà
l’industria, del credito, dei servizi. IL senso della parabola di Sciascia era molto chiaro, la classe dirigente , la classe politica vanno all’inferno. Un testo ampiamente pro-
fetico, come riunire oggi una corrente di un partito in un’assemblea nascosta agli occhi di tutti.
Una visone certamete forte e sinistra del potere, tant’è che se molti dilm di Petri da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto a La classe operaia va in Para-
diso li rivediamo normalmente o nei cineclub o in televisione di Todo modo si erano perse completamente le tracce. Ora finalmente torna nelle sale cinematografiche
in una versione restaurata a cura della Cineteca di Bologna. Elio Petri è stato un regista di grande valore, certamente inquieto e tormentato lui stesso in presenza di
una situazione politica e sociale complicata e amara per chi aveva degli ideali. In Todo modo se vogliamo si riverbera tutta la sua rabbia politica, la sua grressività
la sua voglia di fustigare senza pietà questa classe politica imbelle e capace solo di arraffare.
La storia è assai semplice: mentre una epidemia sta sconvolgendo il Paese, un folto gruppo di uomini politici si riunisce nell’eremo di Zafer, per essere guidati da Don
Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni)negli esercizi spirituali, in un’atmosfera quasi allucinante, con il padre che li invita a meditare sulla corruzione, sulla lotta
per il potere, sul tradimento di qualsiasi ideale, e certamente se ci rapportiamo a oggi vediamo che purtroppo ben poco è cambiato. Gli onorevoli lo ascoltano ma nel-
l’ombra contiunuano a tessere i loro intrighi. Ma un misterioso angelo della morte, un vero e proprio vendicatore, comincia a ucciderli uno per uno. Si potrebbe sospettare di Don Gaetano ma anche lui viene assassinato. E la strage continua….
Con Volontè e Mastroianni un gruppo di eccellenti caratteristi che tratteggiano personaggi più o meno riconoscibili. Un allucinante ritratto di un folle, pur lucido nella
sua follia, ce lo offre Ciccio Ingrassia, Renato Salvatori è l’inquirente che non sa a che santo….votarsi. Nel gruppo anche una donna, Mariangela Melato, nei panni della
moglie di M.
Petri in una delle ultime interviste della sua vita, se ne andò a soli 53 anni qualche tempo dopo, disse che lui si era….specializzato in film sgradevoli, perché era la
società civile che voleva questa sgradevolezza per combattere il conformismo imperante.
Un film maledetto che fotografa il disfacelo del maggior partito dell’epoca, la Dc con le varie faide e correnti, e con la Morte che piano piano elimina tutti quanti. La
stampa cattolica, il potere del tempo insorsero contro questa metafora, poi ci fu anche il rapimento di Aldo Moro, cosicchè il film finì più o meno volontariamente
nel dimenticatoio, si stava entrando negli Annid i piombo. Un film crudemente profetico sull’estinzione di una classe dirigente….
Un grottesco senza speranza, realizzato da un regista sempre eccelso, un ottimo cast di attori, un commento musicale assai appropriato (Moricone).Sono passati
39 anni dalla sua uscita, un film fra i più contriversi nella storia del nostro cinema, realizzato da un regista considerato ” scomodo”, lui non era tra gli intellettuali ligi
al potere, credeva nell’ideale marxista ma in maniera critica e mai accondiscendente, cosicché era malvisto dal Pci. Con ” Todo modo” fece il processo più spietato
e clamoroso alla DC, con una visione profetica degli anni a venire. Toccando argomenti… indigesti quali etica e potere, fede e cinismo, opportunismo e calcolo personale,
corruzione e espiazione.. Fu ben presto ritirato dalle sale, la censura non poteva perdonare. Finalmente oggi possiamo rivedere la pofezia shoccante di Elio Petri, e
ancora oggi potrebbe servire da ammonimento a una classe politica sempre più debole, con i partiti che contano sempre meno, con uomini di potere che sembrano
senza anima.
GIUSEPPE PREVITI