” IL CADAVERE DEL LAGO ” DI FRANCO BURCHIETTI-Edizioni Atelier
16 Dicembre 2015” DIETRO LA LINEA DEL FUOCO ” di RENZO MARTINELLI- LE LETTERE
26 Dicembre 2015Il 14 dicembre 199o moriva in Svizzera Friedrick Durrenmatt, scrittore, drammaturgo, pittore. Di lui si può dire che è stato un grande narratore sempre
interessato a rivelare e studiare cosa avviene nel mondo, qualcuno lo ha definito uno ” scrittore-indagatore” e non per nulla uno dei suoi maggiori personaggi è stato il commissario Barlach.Proprio in questi giorni torna il libreria Il giudice e il suo boia per Adelphi.
Il comissario Barlach ,ormai prossimo alla pensione per gravi motivi di salute, deve risolvere un caso di omicidio coadiuvato dal suo assistente Tschanz
e nel quale la vittima è un tenente di polizia. Ma Barlach sa benissimo che è stato Tschanz a commettere per gelosia il delitto.
Durante l’inchiesta Barlach ritrova Gastmann a cui è legato da un antico rapporto di amicizia/inimicizia, mentre Tschanz lo cercava perché lo riteneva il eero assassino. Allora Barlach gli dice che sa benissimo chi è l’assassino del tenente, Tschanz confessa e poi si si suicida, ma confessa anche di aver voluto
incolpare Gatmann.Barlach ritorna indietro nel tempo e Gastmannammette di aver compiuto un crimine in modo che non venisse trovato il colpevole-E’ allora giusto incolpare un individuo per un delitto che non ha commesso?A Gastmann rivela di avere sempre saputo che lui aveva commesso un crimine ma non era mai stato in grado di provarlo, e allora adesso lo incrimina per questo altro fatto.
Ne Il giudice e il boia a un poliziotto vecchio e malato, coadiuvato da un collega giovane e inesperto, è affidato il caso dell’omicido di un altro poliziotto,
ma il senso della storia è nel palesare al lettore una sorta di intricato processo in cui non è interessante tanto determinare il colpevole quanto scoprire i
limiti dell’animo umano, i perché dei comportamenti, e svelare anche i recessi piùà oscuri di ogni persona.
A confronto due grandi personalità, il commissario Barlach e l’avventuriero Gastmann. Il loro rapporto, iniziato quarant’anni prima sulle rive del Bosforo,
ha visto sempre l’uno, il poliziotto, seguire sempre le tracce dell’altro, senza peraltro mai riuscire ad incastrarlo. Eppure Barlach non ha mai desistito ”
Un giorno o l’altro riuscirò a provare i tuoi delitti “.
Durenmatt non ha voluto identificare nè il Bene nè il Male nei due personaggi, sono soltanto due pedine di un gioco in cui sono in palio le rispettive conce-
zioni della vita, il fatto che siano avversari è secondario. Ma sono pur sempre due esseri umani che faranno di tutto perché uno di loro prevalga, e quindi
pronti a tutto pur di vincere.
La dissertazione tra i due riveste anche la casualità del delitto, un margine del quale è legato al caso, al destino, poi vi è quella costante di imprevedibilità
che vi è in ogni azione dell’uomo, ma nonostante questo o forse proprio per questo un delitto era quasi sempre destinato a venire alla luce.
I due uomini si sono sempre sfidati, ormai di tempne è passato, il vecchio commissario sente di avere il tempo contato e vuole risolvere la questione.
Ma intendiamoci non è la questione particolare tra i due uomini che interessa, è che sono assurti a simbolo di un conflitto etico e spiritale tra due concezioni
iverse di vita. La posta è il ritrovamento della verità, che comunque non potrà mai essere vera, assoluta, pura, quindi si cercherà di arrivare a qualcosa che
sia il più vero possibile.I personaggi cercano di dare un senso razionale agli avvenimenti di tutti i giorni, omicidi compresi,ma poi secondo Durenmatt è la
casualità a averla spesso vinta. E quindi chi vuole agire secondo i propri fini a essere una voce fuori del coro, e ne bene e ancor più nel male.
Nel caso de Il giudice e il suo boia un uomo può divenire giudice di un altro ma anche in questo caso bisogna vedere se poi viene fatta veramente giustizia
in nome di tutti o è lui che pratica la ” sua” giustizia. La domandda da porsi è quindi se Balach fa veramente giustizia o finisce per applicare quella che la
sua visione di giustizia.
Il quesito dell’autore è quindi ben profondo e di difficile risposta. Esiste una giustizia ” giusta” ? E’ forse quella che si attiene alle leggi e alle prove prodotte
dalle indagini e che così facendo finisce sovente per tutelare il colpevole che può sfruttare tutti i cavilli offertigli dalla legge e anche le sue conoscenze e le
sue possibilità economiche per sfuggire a una condanna sacrosanta ? Ma è altrettanto giustizia “giusta” quella applicata da uomini che si ergono a boia più
o meno consapevoli, senza che il colpevole possa difendersi o sentirsi tutelato dalle leggi ?
Un romanzo giallo con tutte le caratteristiche del genere,,ed infatti solo all’ultima pagina ci verrà data la soluzione, ma anche attraverso la chiave del giallo
uno studio dell’animo umano e del suo desiderio di vendetta.
Ne Il giudice e il suo boia si parla del male e della assuefazione che ormai gli uomini hanno verso lo stesso tanto che quasi non ci accorgiamo più dei deliitti
che avvengono intorno a noi.In questo romanzo l’incarnazione del male è questo Gastmann che in quarant’anni ha compiuto misfatti e delitti sempre
più efferati. Lui è uno che opera il male e gode a farlo, Balach lo definisce un nichilista, uno che secondo il proprio estro può commettere sia il bene che
il male. E Balach per sconfiggerlo dovrà agire con altrettanta sfrontatezza e insensibilità alle comuni e in un certo senso permissive leggi. La sua arma sarà
un altro assassino, il poliziotto Tschanz, che diviene il boia del giudice.
Ma in questo romanzo il personaggio principale è il commissario, colui che rappresenta il bene, colui che nonostante siaà le emente malato non rinunzia al
suo compito, al suo dovere, è un poliziotto all’antica, il suo superiore gli rinfaccia di non essere al passo con le moderne metodologie, ma lui non rinuncia
al suo compito.reigliore
Lo stesso Gastmann lo provoca, gli dice che gli rimane poco tempo da vivere e quindi si deve sbrigare se lo vuole uccidere. Ma la sua sua è una corsa contro
il tempo, il male lo divora, ma lui vuole vivere perché vuole lasciare un mondomgliore e non si arrende al male.
E colpisce anche sapere cosalegge Barlach,una lettura amata dallo stesso Durenmatt, cioè il Don Chisciotte. Perché proprio il Don
Chisciotte, il cavaliere senza macchia e senza paura che lotta contro i mulini a vento, ma a noi uomini d’oggi sembrano dire Barlach/Durenmatt è chiesto
combattere contro i malvagi del giorno d’oggi, vere e proprie calamità della nostra era.
Come in ogni libro giallo che si rispetti anche in questaambientazione è essenziale, ed è la Svizzeradi Durenmatt, una Svizzeraprovinciale chiusa in se stessa, vecchia, antiquata.
Durenmatt ne La Promessa aveva scherzato sulle regole troppo ferree del giallo tradizionale, qui crea un bellissimo giallo all’insegna del ” caso” che determinerà le regole del gioco, anche se le regole vengono rispettate, e il lettore soltanto all’ultima pagina avrà la soluzione.
GIUSEPPE PREVITI