” UNA VERITA’ DELICATA” DI JOHN LE CARRE’-MONDADORI
12 Novembre 2014” SOTTOTRACCIA” DI MARCO CASSANI – TEA
19 Novembre 2014Cast: Claudio Santamaria Alessandro Sperduti
Ermanno Olmi ha voluto dedicare un film alla Prima Guerra Mondiale e in paesaggio per lo più invernale sono neve e silenzio a farla da padroni, anche
se spesso è interrotto dal fuoco delle armi. Altri protagonisti i soldati ammassati sotto terra nelle trincee, vittime spesso del fuoco del nemico ma anche
degli ordini che ricevono, e di questi militari condividiamo dolori, paure, sangue, follie. Il tutto con un senso di desolazione e di abbandono che poi è
una grande metafora della rimozione del ricordo di quelle tantissime persone e dei fatti che allora li riguardarono. Olmi ci racconta una notte tipica
di quei momenti spaventosi, facendoci vivere eventi che purtroppo nessuno ricorda più o , peggio ancora, nessuno vuole più ricordare. In ottanta mi-
nuti assistiamo alla tragedia di questi nostri progenitori, gente umile e atterrita, mandata a morire per ragioni che nella maggior parte ignoravano, e ap-
punto va ricordato che la grande guerra fece 17 milioni di morti, di cui 600mila erano italiani.
Olmi racconta tutto questo mostrando anche l’insensatezza del sacrificio di tutti questi uomini, con l’esempio limite di quel soldato che si toglie la vita da-
vanti al maggiore che ha dato lo scellerato ordine di andare a attaccare e quindi andare incontro a una morte sicura. Ma la polemica antimilitarista se c’è
non è l’elemento portante del film, ormai quei tempi sono lontani e la riflessione può essere più pacata e riguarda il dolore della guerra in genere. Con
questo film si vuole perpetuare il ricordo dei sacrifici compiuti da questi uomini abbandonati e dimenticati come quei tanti cadaveri sepolti sotto la neve
e rimossi dal nostro pensiero. Profetiche le parole di un giovane ufficiale che presiede alla sepoltura di alcuni soldati: ” D’estate questi corpi rimergeranno
e qualcuno verrà a cercarli, ma di molti di loro non se ne occuperà più nessuno”.
IL film ci racconta una delle tanti notti dei soldati in un avamposto sulla linea del fuoco. Il silenzio è rotto dallo scoppio delle bombe e dal crepitare delle
pallottole, intorno il bianco della neve e il buio della notte, il nemico è vicino, a pochi metri, ma non lo vediamo mai. Una notte di nuvole o di luna splen-
dente, un panorama bellissimo sovrastato dalle montagne ma che però nasconde morte e distruzione. Sottoterra, dove si aspetta questo nemico, un gelo
che attanaglia questi uomini mal protetti dalle loro mantelline, e poi le cuccette, le gamelle, la biancheria stesa, le lettere da casa lette e rilette,e poi la
compagna più subdola , la paura !. E il freddo che ti entra nelle ossa, si rimbacuccano nelle coperte, ma è un freddo che va oltre probabilmente la tempe-
ratura è il freddo che è entrato nell’anima di questi poveri cristi considerati alla stregua di carne da macello. E certo non li riscalderà l’arrivo di un maggiore
mandato lì per tenere alto il loro morale e non farli sprofondare nell’ozio. E ricominciano le cannonate del nemico, e quando arriva l’ordine di uscire dalla
trincea un soldato si fa benedire, un altro si spara, un altro cerca di non pensare concentrandosi sulle immagini di una lepre che corre e di una volpe che
appare e scompare tra le neve. Un altro soldato che canta divinamente si rifiuta di farlo quando il giovane tenente glielo chiede.
Colpisce anche il contrasto con la natura, perché in contrasto con lo squallore e l’orrore delle trincee c’è la bellezza del mondo esterno. Molti di questi
uomini hanno una loro dignità, vedi il capitano che non accetta gli ordini ricevuti, vedi il sergente che si macera perché forse poteva proteggere di più
i suoi uomini, altri invece , vedi il maggiore che non discute gli ordini pur se capisce che sono ingiusti o il tenentino che non è all’altezza del compito che
lo aspetta ma non fa un passo indietro. Ma Olmi ” vede” più i soldati nel loro insieme che come singoli, vuole ricordarli tutti specie quelli che la Storia
non ricorderà mai. Tante facce, tanti nomi che non dicono nulla, ma la Storia non è fatta solo di eroi, è fatta anche di questa moltitudine che il potere
dimentica colpevolmente e ingiustamente. C’è una frase terribile pronunciata da uno di loro : “dove è nascosto Dio ? ma vuoi che se non ha ascoltato il
figlio ascolti noi poveri cani ? “.
Film di soli uomini, storie minime, scene per lo più in tonalità grigia, con il colore per gli esterni a contrasto con la vita sottoterra. Olmi ci fa vedere con
mano l’inutilità delle guerre, ma anche l’ingiustizia dei sacrifici richiesti a quegli uomini. Ha tratto il suo materiale non dai saggi storici e da romanzi, bensì
ha consultato i diari e le lettere di quegli uomini, sconosciuti quasi al pare del milite ignoto,, umiliati, disperati, abbandonati e anche usati per cose che non
li riguardavano minimamente.
GIUSEPPE PREVITI