” LE CHIAVI DI PLATONE” DI MARCO TEMPESTINI- BOOKABOOK
18 Marzo 2019” LA DOPPIA MADRE” di MICHEL BUSSI – EDIZIONI e/o
22 Marzo 2019Un delitto in riva all’Arno, siamo a Firenze all’alba del 3 luglio 1936, quando un uomo che sta recandosi a lavorare, quando fermatosi a un vespasiano scopre il cadavere di una
donna elegantemente vestita e tutta macchiata di sangue. Presto arriva la polizia, con i suoi uomini il vice-commissario , il dottor Vitaliano Draghi, aria da ragazzino nonostante il tradizionale borsalino e il trench che fanno tanto…investigatore cinematografico. Draghi è al suo primo caso importante,, è un pò agitato, ma la sua
agitazione aumenterà quando si scoprirà che la vittima è la giovane moglie di un potente senatore fiorentino, nelle grazie addirittura di Mussolini.
Vitaliano è un giovane che sembra più adatto alla professione del letterato che non a quella del poliziotto sente di aver bisogno di un sostegno di cui fidarsi e riesce a
convincere il prefetto a far venire a Firenze Pietro Bensi, il contadino della fattoria dove lui è nato e vissuto nella sua giovinezza.Pietro è un uomo tutto d’un pezzo grande cultura, ha letto tutti i libri della biblioteca del conte suo padrone, conosce tantissimi autori , sa costruire enigmi e indovinelli. E’ lui che ha tirato su Vitaliano,
infondendogli l’amore per la letteratura, ma anche la passione per i misteri e i nodi da sciogliere.§
E quindi il dottor Draghi, vice-commissario di polizia,con grande coraggio e riconoscenza, porterà a Firenze il suo maestro/contadino,in una Firenze oltretutto abba-
stanza in contrasto con le idee antifasciste del vecchio. Ma tutto si risolverà….
Una coppia inedita e originale di detective, un giovane vice-commissario di polizia dall’aria di un ragazzino e un….aspirante poliziotto,il contadino Pietro Bensi, sono
i protagonisti del romanzo d’esordio nel campo del Giallo di Fabrizio Silei, Trappola per volpi.
Due investigatori atipici quindi, il Draghi è alle prime armi in polizia,e se è preparatissimo dal punto di vista teorico ora che si trova davanti al suo primo cadavere, una
bella e giovane donna barbaramente uccisa, gli sembra di franare, di dimenticare tutto ciò che ha appreso nei corsi. L’altro protagonista è un contadino sui-generis,
ha letto Platone e Ovidio,sa creare dei sofisticati marchingegni e ha trasmesso al suo giovane allievo(vivevano nella stessa fattoria)il gusto di risolverli.
Ora che si passa dalla teoria alla pratica,occorre scoprire l’assassino della giovane moglie di un senatore fascista, trovata abbandonata lungo l’Arno. Corre l’anno 1936
a Firenze, in un’atmosfera dove sempre più si accendono le dispute fra fascisti e antifascisti.
La vicenda si svolge nella Firenze fascista degli anni ’30, la città è attraversata da vari fermenti, si sta sempre più fascistizzando, pur se non mancano gli oppositori
al regime, e la repressione e la caccia agli oppositori è sempre più dura. Ai nostri investigatori si presenta un caso difficile, questore e commissario capo sono assenti,
tutto graverà sulle spalle del giovane Draghi, a cui si chiede di far presto nel risolvere il caso in modo che se ne parli il meno possibile e non si disturbino i grandi nomi
che vi sono implicati.
Pietro Bensi,il saggio contadino chiamato in causa da Vitaliano che sin da bambino si è sempre appoggiato a lui, ama disseminare trappole, che fanno risparmiare un
sacco di tempo pur se a volte vi rimane impigliato l’animale sbagliato. Più pericolosi i lacci e le tagliole, perché chi ci rimane ci rimette sempre qualcosa, non importa che sia innocente o colpevole,Ma quando si arriva a parlare di uomini tutto è ancora più pericoloso, qui facilmente le trappole si trasformano in tagliole… In questa
storia c’è qualcosa che sfugge e su cui i due detective apparentemente girano a vuoto.
Una dei primi pregi di questo romanzo è la costruzione di questi due personaggi , da una parte il Bensi, un contadino che deve lavorare duramente, ha una famiglia
numerosa da mantenere pur se porta addosso gli strascichi dolorosi delle ferite riportate nella prima guerra mondiale. Ma tutto ciò non gli ha impedito di coltivare§
la sua passione per la letteratura. E’un uomo molto intelligente, dal carattere apparentemente brusco, acuto osservatore, deciso nelle sue osservazioni, è un anti-
regime convinto, in sostanza una brava persona, pronto a farsi in quattro per gli altri. Il vicecommissario è più fragile, sembra sempre sul punto di naufragare, ora
è alle prese con un caso assai complesso e delicato. Lui è un ragazzo semplice, un po’ insicuro, la presenza di Pietro lo tranquillizzerà e piano piano lo vedremo crescere
come uomo e come poliziotto. Certamente una coppia fuori dei consueti cliché, e che entra subito nelle grazie del lettore.
L’ambientazione del romanzo è nella Firenze fine anni ’30, qui si descrive molto l’atmosfera che si respira privilegiando dialoghi e pensieri più che puntando sulla parte
descrittiva.
“Se vuoi catturare una volpe devi pensare come una volpe” ripete Pietro al Draghi. Un “Giallo” certo come riportato in copertina,ci sono i morti, c’è chi indaga, c’è
tutta una serie di fatti che sembrano voler far naufragare l’indagine, non per nulla lasciata in mano a un novellino, ma quel che interessa l’autore è di realizzare
un affresco, oltre tutto abbastanza originale, di questa Firenze era fascista dove quelle che contano sono le vicende e le storie dei vari personaggi. E colpisce la cura
quasi maniacale con cui sono scolpiti, non solo quelli principali. Il tutto narrato con una scrittura scorrevole e con connotazioni a volte assai divertenti.
Naturalmente, sullo sfondo ma non troppo,Firenze( e anche le sue campagne), ci sembra avvertire l’atmosfera di quei giorni ( ma sono poi tanto dissimili dai nostri?)
, giorni per molti oscuri, in cui le parole vanno pesate, la piaggeria e le delazioni sono all’ordine del giorno.
Ma la bussola del romanzo e anche in un certo senso del giovane Draghi che viene tirato per la giacchetta un pò di qua e un pò di la, a un certo punto vira di dritta
facendogli dire ” Non faccio nè il politico , nè lo statista, io faccio il poliziotto”. E questa dichiarazione d’intenti fotografa un pò tutta l’opera di Silei, che racconta
una storia piena di paletti e ostacoli, anche nei rapporti amorosi il povero commissario deve lottare con le sue origini, patisce di essere considerato promosso per
raccomandazione, in amore è incerto, teme di non essere all’altezza della contessina di cui è innamorato.
E così piano piano “Fagianino” comincia a volare da solo, o quanto meno a integrare di luce propria quel fascino magnetico che è il contrassegno del suo maestro.§
E entrambi non si fermano davanti a tutti gli ostacoli posti sul loro cammino, con un finale comunque “duro”, che non da sconti, pur se anche ai “peggiori” è pur
riservata qualche chance.
Una “commedia umana” alla fin fine dove compaiono tante facce, a volta si sfocia in tragedia, ma fondamentalmente e l’Amore(con la A maiuscola) che finisce
per dettare i passi ai personaggi.
Fabrizio Silei si conferma un ottimo raccontatore di storie, lui che nelle note è presentato come un raccoglitore di storie”, ma non basta raccogliere storie vanno
anche sapute raccontare e lui ci sembra esserci riuscito in pieno.
GIUSEPPE PREVITI