” PISTOIA IN GIALLO ” -AA.VV- FELICI EDITORE
1 Novembre 2015” FIRENZE IN GIALLO ” – AA.VV. – FELICI EDITORE
4 Novembre 2015Tre storie con alcuni personaggi fissi, l’ispettore G7 e il Narratore suo amico e aiutante, poi una serie di uomini assai diversi tra loro per estrazione e tempe-
ramento. In Le Grand Langoustier ,ambientato nell’isola francese di Porquerolles, in Provenza, G7 indaga sulla sparizione di tre donne. Protagonista è un
certo signor Henry, un ricco assai eccentrico, che vive come una specie di bruto, mezzo orco e mezzo eremita, pur circondandosi di donne. Si è costruitouna sorta di villa nella parte più isolata dell’isola e vive da nababbo, mangiando, facendo sesso, pescando. Ma anche il suo passato è stato turbolento e lo perse-
guita…
In La notte dei sette minuti siamo nei pressi di Parigi, e avviene, praticamente sottogli occhi di G7, la morte di un esule russo ridotto in miseria dal vizio
del gioco, il generale Morozov, e la sua morte è un classico delitto da ” camera chiusa”.Ma la storia prende tutto un altro aspetto quando compare Sonia
la bella figlia di Morozov di cui G7 si innamora perdutamente, tanto da sposarla, ma nel contempo si arriva alla verità.
In ” L’enigma della Maria Galante” siamo a Fecamp, una cittadina sulla Manica, dove <G7 che ha lasciato la polizia e ha aperto una agenzia di investigazio-
ni viene chiamato da un armatore del luogo.Morineau è uno squallido individuo, tanto avaro quanto disonesto, ha ideato un piano diabolico non esitando
di fronte a niente, delitti compresi, e in questo piano l’ingaggio di un investigatore privato ha una sua funzione. Ma la manovra non riuscirà, G7 si farà
pagare lautamente inugurando con successo la sua nuova attività.
G7 è un giovane alto, ben piantato, sguardo pulito un “ragazzo di buona famiglia”, quando conduce una indagine cambia molto. si chiude in se stesso con
una espressione assai timida,l spesso se conduce un interrogatorio sembra che balbetti. Simenon lo ha creato più o meno insieme al mitico Maigret salvo
poi dedicirsi esclusivamente a quest’ultimo. La cosa curiosa è che non ha un nome e un cognome, il Narratore che ne racconta le vicende lo incontra per
la prima volta in un taxi della compagnia G7 ed ecco perché lo chiamerà sempre così. E quanto a questo altrettanto misterioso Narratore si comprende
ben presto che non è altri che lo stesso Simenon, qui nelle vesti di una sorta di Dottor Watson che ci raccota le gesta di Sherlock Holmes. Del resto sulla
identificazione del romanziere ci mette sulla strada buona lo stesso G7 quando rifiuta di essere considerato uno che nelle indagini si affida al metodo de-
duttivo, lui semplicemente osserva le persone, le….annusa, vi si immedesima…. Non vi ricorda un certo Maigret ?
Del resto G7 anche in altre cose ricorda il celebre commissario. Anche G7 ha una figura possente, veste in maniera abbastanza ordinaria, fuma una “pi-
petta”, frequenta i bistrot. Quando conduce una inchiesta si isola completamente,
assumendo una espressione timida, quasi idiota. Però le somiglanze finiscono qui,
Jules Maigret è di tutt’altra pasta, ligio al dovere e al rispetto delle convenzioni,
sicuramente lui non avrebbe lasciato la polizia come G7 alla prima difficoltà.
Sostanzialmente Maigret, a parte le differenza d’età, lui ha 45 anni contro i 30 del
suo epigono, ma proprio a dispetto di questa, è lui il vero innovatore, perché non si
fa guidare dalle emozioni del momento, agisce con intelligenza, studia l’uomo e non
si basa sul ragionamento logico-deduttivo, vuole capire perché il colpevole ha commesso un crimine non gli interessa di giudicarlo. G7 è un investigatore più convenzionale,la sua indagine è più aderente agli schemi classici, anche se rifiuta il
metodo logico-deduttivo. Ma il suo metodo è quello classico degli enigmi da sciogliere, tipico di una certa letteratura gialla che poneva detective e lettore sullo stesso piano.
Altre differenze evidente le abbiamo anche in parte anticipate, la pipa per Maigret, la pipetta per G7, l’età, l’automobilr che G7 guida personalmente e Maigret no.
E naturalmente il fatto che Maigret ci è raccontato direttamente dallo scrittore a
differenza di G7 che è accompagnato da un amico/assistente, che ne canta anche le
gesta. E quindi G7 lo vediamo secondo gli occhi del suo biografo, ma tutti e due vivono la storia in ” diretta”, sembrano brancolare nel buio sino al momento in cui
G7 ci da la soluzione. Con Maigret invece siamo messi a condividere le sue impres-
sioni, i suoi pensieri, le sue obbiezioni, insomma ci immergiamo con lui in quell’atmosfera che lo circonda.
Ovviamente sono differenze sulla strutturazione dei racconti e dei protagonisti, la
penna di Simenon è sempre abile nel costruire i vari intrecci e nel dare tono e simpatia ai suoi protagonisti.
Ci si può chiedere quale sia stata poi la molla che ha fatto preferire l’uno all’altro
nella mente del loro creatore. Un elemento comune, un ufficio in quai des Orfevres,
ma al giovane che sembrava un timidone alla fine venne preferito quest’uomo alquanto ordinario, di mezza età, moglie una casalinga,abbastanza grosso e pesante,
lo sguardo bovino, quasi assente nei momenti di maggior tensione. Simenon veniva
dalla letteratura popolare, poi nel 1931 stampò quattro romanzi con Maigret, salvo
poi passare a questo nuovo personaggio, G7, che raccontò in quattro episodi, tre appunto radunati in questa recente pubblicazione di Adelphi, Tre inchieste dell’ispettore G7. Beh, la risposta forse è meno problematica del previsto, Maigret ebbe subito successo, tanto che poi lo scrittore belga ne fece il suo cavallo di battaglia, G7 fu un fiasco e Simenon che era assai sensibile alle rispose del suo pubblico non ebbe dubbi e lo abbandonò.
GIUSEPPE PREVITI