” ECCETTO TOPOLINO” di FABIO GADDUCCI LEONARDO GORI SERGIO LAMA- NPE EDITORE
2 Dicembre 2020“I TAROCCHI DI COSTANZA” DI LUIGI BICCHI – BETTI EDITORE- 7.12.2020
7 Dicembre 2020E’ una storia nata in carcere dove Vince Corso, di professione uno che aiuta gli altri consigliando dei libri da leggere, apprende da un detenuto che il significato esatto del
soprannome dato alla sua famiglia,Vrascadù, vuole dire “Uccido chi voglio”, anche questa, frase presa da un libro.
Ma quella di questo libro, che pur prende questo titolo, è un’altra storia. Un ergastolano, di nome Queequeg chiede a Corso di incontrarlo, Corso va a Regina Coeli, il recluso
voleva sapere della strana professione del professore, ovvero curare la gente suggerendo dei libri da leggere . Per Corso sarà una settimana a dir poco drammatica, gli rubano e
gli mettono a soqquadro la casa, gli incendiano il motorino, gli avvelenano il cane. E poi finirà per trovarsi al centro di una strana vicenda, con molti morti ammazzati, c’è gente
strana in giro, addirittura Corso si trova a seguire una banda di ciechi che formano una specie di setta, la polizia indaga e tiene d’occhio il professore che stranamente è sempre
suk luogo dei delitti. Avrà a che fare con un commissario alla…INgravallo di gaddiana memoria, ma anche questo commissario si cbiama Ingravallo e starà molto addosso a Corso,pur sempre convinto della sua innocenza.
Corso gira per Roama. dietro ai suoi incubi e alla preoccupazione per la sorte di Django il suo cane. Sembra che stia per perdersi in tutto questo marasma che lo circonda, non
crede più alle parole, non crede più a questo mondo, ma forse è anche pronto a ricominciare….
Questo romanzo è il capitolo finale di una triologia imperniata su un professore di 46 anni che pratica la Bibliorerapia, di nome >Vince Corso. Abita in Via Merulana(nome che
ricorda qualcosa….)con il suo cane muto di nome Django, sulla porta d’ingresso spicca la targa “Pronto Soccorso Letterario “. Il nostro protagonista si troverà al centro di una se-
rie di omicidi, addirittura diventa il sospettato numero uno, tutto accade in una Roma particolare dove si assommano i riferimenti letterari. Il commissario che conduce le indagini è tale Francesco Ingravallo ( altro nome fortemente simbolico), “dai capelli crespi e disordinati”, sempre assonnato e con una espressione perennemente torva tipica di chi è abituato a vivere da solo, e in questo i due personaggi sono abbastanza simili. Dunque,tanti delitti con Corso sempre più coinvolto spettatore fino a trovarsi con il capo della banda dei ciechi che stanno combinando tutto questo casino dinanzi alla tomba di Carlo Emilio Gadda. E questi gli rivela che stanno organizzando questi omicidi ispirandoi a un singolare piano letterario che vede le parole dei libri prevalere sulle parole della vita.
Come già detto la triologia di FABIO STASI si basa su un raporto “letteratura-vita”, che è partito con LA LETTRICE SCOMPARSA per proseguire con OGNI COINCIDENZA HA UN’ANIMA ove verrà sempre meno la fiducia nelle parole.Ora arriviamo al terzo capitolo, UCCIDO CHI VOGLIO, dove l’assunto è che la letteratura debba trionfare sulla realtà, ma come ? Commettendo dei delitti che si ispirano a un ben individuato testo letterario.
La storia inizia con la casa di Corso messa a soqquadro, libri sparsi ovunque e strappati,i vinili frantumati,il motorino rubato, e in più Django avvelenato. Inoltre Corso scopre che dietro lo’orecchio gli è stata incisa una piccola stella a sei punte, stessa incisione con cui verranno “firmati”gli altri omicidi.
L’attenzione di Corso viene richiamata da un cieco che gira con un bastoncino bianco e rosso, accompagnato da un labrador nero. e che lascia ,nella clinica dove Corso ha portato
Django, oer poi scomparire velocemente, un libro in braille che si scoprirà intitolarsi UCCIDO CHI VOGLIO. Per Corso sono giornate difficili, è impaurito per quanto gli sta suc-
cedendo, è preoccupato per Django, sicché finirà per passare la maggior parte del suo tempo nella clinica in cui è ricoverato il cane. Ma non mancherà di dare il suo aiuto a chi incontra, gratificato da chi gli dice ;Sei nato per aiutare la gente, a questo non ti puoi sottrarre”.
Imperversa a Roma una setta di ciechi che si riuniscono con il proposito di invertire il rapporto tra la finzione e la realtà dando un nuovo senso al rapporto tra la scrittura e la vita-.Diventa allora incipiente il concetto di lettura, secondo cui il lettore è autorizzato a eseguire tutto ciò che legge, violenza o omicidio che sia. In un certo senso la parola si
trasferisce da chi la scrive a chi la legge.
E così anche il percorso di Stasi e conseguentemente di Corso è quello di arrivare al coraggio di scrivere una lunga lettera al padre che non ha mai conosciuto e che non lo ha mai
cercato. Una lettera che sa di addio, ormai il senso della vita è compiuto non è più di rimpianti o di ulteriori ricerche.
Il romanzo è ben scritto, c’è molta cultura ma non si eccede, non stona, non sovraccarica ,il tutto intriso di una certa nostalgia e di una evidente malinconia.
Tanti i personaggi e va detto che a parte quelli eminentemente di estrazione letteraria, vedi Ingravallo, ma anche gli stessi “cattivi” come l’ergastolano o il capo della setta dei
ciechi non ne sono immuni, molti sono presi proprio dal popolo, dalla strada, dalle normali frequenze giornaliere che ognuno può avere, in questo il nostro professore è uno dei tanti.e questo da un senso di maggiore realtà a tutta la vicenda.
Un romanzo ambientato in una Roma zeppa di riferimenti storici, letterari, paesaggistici, quindi anche questa è una costante del libro, realtà e pensiero,realtà e letteratura, realtà e fantasia si intersecano continuamente in una Roma insolita ma certamente protagonista di questa storia e anche in maniera credibile.
Tornando al personaggio principale del libro, Vince Corso, l’idea base parte dal presupposto che i libri possano curare le persone. Sulla Terra viviamo un momento di acuto
malessere, ai problemi del clima, , delle guerre, dei profughi si è aggiunta la pandemia, la letteratura, il romanzo, la lettura che effetto possono avere sulle persone ) Possono
anche arrivare a farle impazzire ? Possono portarle anche all’assassinio ?
Come vedete un noir molto singolare, anche abbastanza negativo in certe conclusioni, ma fa discutere, usa la chiave del noir per affrontare indubbi problemi collettivi, è stato
definito un “libro-labirinto” con tanti grovigli,intrecci, poi se vogliamo è anche un “giallo”, “impuro” come dice lo stesso autore, creando un senso di allucinazione che ben com-
bacia con il clima in cui viviamo oggi, ed ecco un richiamo all’eterno dilemma tra finzione e realtà, sino all’esasperazione di quel rapporto mai sbocciato tra padre e figlio, con
questo figlio che lo cerca ostinatamente. Come Corso cerca ostinatamente l’amore del padre, delle donne che via via lo lasciano, del cane, di chiunque vede, a un certo punto è
difficile capire se lui tutto questo lo vive veramente o sono solo sue allucinazioni. E se vogliamo indagare su questo nuovo quesito forse va lasciato a Ingravallo l’onore(o l’onere)
della risposta……
GIUSEPPE PREVITI