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14 Maggio 2020” MARCO VICHI- MORTE A FIRENZE” 28.05.2020
28 Maggio 2020Umberto Lenzi è stato, un regista, uno sceneggiatore e uno scrittore di gialli. Nel cinema viene considerato uno dei maggiori esponenti del poliziottesco. Ha diretto infatti film
diventati cult nel loro genere come Milano odia, La polizia non può sparare, Roma a mano armata, Napoli violenta, nel corso di una lunga carriera cinematografica. Dal 2008
ha iniziato la carriera di scrittore di gialli e noir.
Toscano di Massa Marittima si diploma al centro sperimentale di cinematografia, compie una lunga carriera di regista, iniziando per l’esattezza da documentarista, ma passando poi al cinema dirigendo film di cappa e spada, un ciclo su Salgari, poi passando ai fil di spionaggio, addirittura creando uno 008 made in Italy. Mette in opera una sceneggiatura di Dario Argento (La legione dei dannati) e poi alcuni film sulla guerra. Si specializza nel giallo all’italiana, passando dal “giallo erotico italiano” con la triologia Orgasmo, Così
dolce,così perversa, Paranoia, con protagonista una vecchia star hollywoodyana, Carrol Baker. Sulla scia di Dario Argento va forte il filone horrror e lui dirige cinque film Un posto ideale per uccidere,Sette orchidee macchiate di rosso,Il coltello di ghiaccio, Spasmo, tutti girati tra il 1971 e il 1975. Passa poi al polizziottesco dove si fa apprezzare tra i
migliori e più prolifici con Milano odia,La polizia non può sparare, Roma a mano armata, Napoli violenta , con due attori che diventeranno tra i più popolari del genere,
Tomas Milian e Maurizio Merli. Seguirà con Milian Il giustiziere sfida la città e poi daranno vita al ciclo su Er Monnezza con Il trcuido e lo sbirro e La banda del gobbo. Poi il loro rapporto si incrina perché Er Monnezza….lo tradisce e gira con Stelvio Massi La banda del Trucido. Con Merli gira Napoli violenta e Il cinico,l’infame e il violento.I suoi sono stati film molto duri e violenti, anche se sempre pervasi da una certa dose di ironia,tipica del regista toscano. La sua storia proseguirà tra alti e bassi, torna a girare molti
horror, in un paio di occasioni ha realizzato anche degli spaghetti-western che lui non ha mai considerato molto, ma aveva un fan d’eccezione un certo….Quentin Tarantino.
Del Lenzi scrittore si può cominciare a parlare dal 2008, inizia infatti quell’anno con Delitti a Cinecittà, protagonista il detective privato Bruno Astolfi, che poi ritroviamo nella
quadrologia Roma assassina: Roma assassina,Carte in regola,La guerra non è finita, Spiaggia a mano armata. Ultimo libro pubblicato sarà Cuore criminale,ambientato negli studi di Cinecittà(2015). In conclusione Lenzi è stato un maestro del poliziottesco all’italiana, con un enorme successo di critica e di pubblico, e poi lo stesso successo si
ripeterà come scrittore.
Per completare la biografia di Lenzi va ricordato il giovane intellettuale di provincia agire all’interno di un circolo culturale di minatori in Maremma, agendo nel campo culturale
e politico assieme a Luciano Bianciardi e Carlo Cassola. E va anche ricordato il suo primo lavoro nel campo della cinematografia, un documentario del 1965 Dalle tenebre al mare sul tragitto del minerale di pirite dalle colline metallifere alla costa.
La lettura di Raffaele Totaro oggi è tratta da Spiaggia a mano armata del ciclo Roma assassina. Questo romanzo ha la particolarità di essere ambientato a Tirrenia nel 1946,
Tirrenia che ha avuto anche un passato cinematografico avendo ospitato degli studios.
E’un giallo classico con al centro l’assassino di una bella ragazza, una ex-prostituta, impegnata nel cast di un film che si sta girando a Tirrenia. Viene incriminato un ufficiale di
colore di cui tutti sono sicuri dell’innocenza salvo….i poliziotti che indagano.
Allora la casa cinematografica chiama da Roma Bruno Astolfi che dovrà impegnarsi in una indagine assai difficile per le troppe piste false. Si cercherà anche di eliminare Astolfi
che però in un finale ambientato a Pisa riuscirà a risolvere l’enigma.
Come in tutti i suoi romanzi tante star guest partecipano alla vicenda da Aldo Fabrizi a Federico Fellini, da Indro Montanelli a Giorgio Ferroni.
GIUSEPPE PREVITI