“LO STRANO CASO DEL BARONE GRAVINA”DI STEFANIA VALBONESI ROMANO EDITORE
6 Novembre 2012IL MAGISTRATO VAN DEE, L’INVESTIGATORE CINESE CREATO DA ROBERT VAN GULIK
14 Novembre 2012Torna al suo antico amore, la professoressa Camilla Baudino, la scrittrice torinese Margherita Oggero dopo alcune…divagazioni letterarie. Ed eccola in libreria con “Un colpo all’altezza del cuore“.
E inizia da una mattinata freddissima a Torino, quando la professoressa sta correndo verso la scuola e assiste a un brutale omicidio. Un uomo in moto affianca una macchina e con un colpo di pistola uccide il conducente per poi dileguarsi nel traffico. Poco dopo arriva la polizia e la Baudino riincontra il commissario Berardi con cui si era conosciuta qualche tempo prima, stava
maturando una simpatia o qualcosa di più, e allora si era volatizzata….
Il commissario è sempre un bell’uomo, la Camilla sta attraversando un momento non particolarmente esaltante del suo matrimonio, il marito si è trasferito a Roma per lavora, la figlia attraversa tutte le inquietitudini tipiche di una quindicenne, e in più c’è la scuola.
Nel racconto entra un’altra figura femminile, la giovane dottoressa Francesca Cariglio, una torinese che lavora all’ospedale di Chivasso . Cittadina apparentemente tranquilla ma non
troppo….Poche mesi prima la dottoressa aveva assistito dal treno a un omicidio, ma non era stato trovato il cadavere per cui i carabinieri l’avevano ritenuta una visionaria. Noi conosciamo la Gariglio all’inizio della storia quando a Chivasso, appena uscita di casa, soccorre una ragazza di colore falciata da un’auto pirata. La farà ricoverare all0spedale ma
quella appena può fugge.
Intanto in un appartamento della cittadina viene trovato assassinato un suo ex-paziente, un pensionato che poi si scoprirà essere un usuraio.
Polizia e carabinieri indagano….
Nel nuovo romanzo di Margherita Oggero non mancano certo i fatti e i personaggi. Da una parte una cittadina di provincia apparentemente “sonnacchiosa”, dall’altra una Torino dove
al di là della bella facciata pulsano tensioni e malaffare.
Le due donne protagoniste, vittime di pene d’amore tra un marito lontano e un fidanzato assente, finiscono per trovare la loro ragione di vita nell’occuparsi di due indagini apparentemente
non connesse ma alla resa dei conti più vicine di quel che si pensi. Due figure femminili con i loro problemi, le loro vicessitudini , ma legate da una grande amicizia che fa superare anche
i momenti più difficili.La Oggero le tratteggia con molta umanità, così come pure fa con i due investigatori, il commissario Berardi e il capitano Sartori. Ma non fa mai mancare una giusta dose di humour, scrivendo sì una trama gialla con tutti i requisiti del caso, ma facendoci anche partecipi del bene e del male in cui è racchiusa la vita quotidiana.
Una caratteristica del racconto è il continuo dialogare con la particolarità che questo dialogo si svolge tra generazioni diverse. Se prendiamo le due donne protagoniste, tra loro ci sono circa quindici anni di differenza, tra madre e figlia non se ne parli, Francesca è l’unicache dialoga con una vecchina che la chiama mamma. Anche tra altri personaggi si ravvisano queste differenze, quindi un libro di rapporti principalmente generazionali con l’autrice che sembra quasi voler rimarcare queste differenze di età come tende a privilegiare il dialogo a testimonianza che ci si può parlare senza alcuna soggezione delle possibili diversità, nel caso nostro di età.
Altro elemento della storia i luoghi dove è ambientata, l’elegante Torino e la piccola Chivasso, detta la “bomboniera di provincia” o meglio ancora la” cittadina che profuma di whisky”(lo whisky Chivas è prodotto in Scozia ma prende il nome “chivas” dal casato di origine, proprio Chivasso).
L’autrice unisce le due località collegando personaggi, delitti, investigatori, ma principalmente crea una serie di caratteri e li osserva nel loro umano divenire scrivendo una sorta di commedia umana.
Sono passai dieci anni da quando la professoressa Oggero creò la professoressa Baudino( La collega tatuata), entrambe insegnanti, una con il pallino della scrittura, l’altra delle indagini.
E cosi eccole di nuovo all’opera, una serie di delitti, vittime due persone apparentemente irreprensibili, un costruttore edile e un ex-funzionario di banca, altre vittime un protettore e una
prostituta, quattro morti in totale. Domenico Torosso, ex-bancario e ora usuraio, viene trovato assassinato nel suo appartamento di Chivasso. Querello Gabriele, l’imprenditore, viene giustiziato in pieno centro a Torino. A Torino indaga la polizia, a Chivasso i carabinieri, ma le alter ego degli investigatori sono le nostre Camilla e Francesca. Si arriverà a scoprire che c’è un solo assassino, e visti i precedenti delle vittime, si ritiene che agisca una sorta di “giustiziere” dei cattivi.
L’inchiesta proseguirà con una commistione che funziona e sul piano operativo perché come sempre si riveleranno determinanti le intuizioni della Baudino, e sul piano dei sentimenti che non decolleranno neppure stavolta tra Camilla e il commissario stante il…provvidenziale ritorno a casa del marito, mentre Francesca riconsidererà la sua vita sentimentale, magari
facendo più attenzione a chi frequenta in attesa del grande amore.
Ma in questo romanzo si rinnova il proverbiale amore della Oggero verso la sua Torino(dai Murazzi a Porta Palazzo,da certe caffetterie/cioccolaterie classiche ai baretti della mala), le bevande mai tramontate come il punt e mes, non disdegnando il dialetto sabaudo. E ancora “infarcendo” i dialoghi di tante “chicche” sotto forma di giudizi, aneddoti,battute. Torino è una città di cultura e letteraria per eccellenza, qualche diecina di anni fa la cantarono a meraviglia, tali Fruttero e Lucentini, la Margherita Oggero è stata spesso accomunata a loro, e ancora
una volta pensiamo a ragione, una levità di scrittura, una ironia tanto elegante quanto pungente, capace di “mirare giusto”, il titolo di questo romanzo ha evidentemente un altro significato,però anche la nostra scrittrice sa “colpire” in maniera esemplare il gusto del lettore.
Sono passati diversi anni da quando la Oggero ha creato questo personaggio, che poi fu portato in televisione con tutti i pro e i contro del genere, ma a distanza di tempo in questa sua ripresa l’autrice non si è fatta affatto condizionare dal successo televisivo, il personaggio continua a splendere di luce propria, nessuna concessione alla routine del piccolo schermo…
Si nota invece un rinnovato e ben costruito approccio con un tipo di letteratura di genere per il soggetto trattato ma di alta fattura per contenuti e stile narrativo.
GIUSEPPE PREVITI