” MAMMA PERCHE’ NON ABBIAMO PIù LA RADIO ? ” DI ALESSANDRO ORLANDO-EDIZIONI ATELIER
26 Gennaio 2016RECENSIONI BREVI: LA SIGNORA SCOMPARE DI ETHEL LINA WHITE ( POLILLO EDITORE)-
4 Febbraio 2016Un buon investigatore deve essere sempre capace di entrare in una storia, immaginare tutto quanto è accaduto è accaduto prima e dopo il fatto criminoso. Questo
ritiene il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, un piemontese da tempo in servizio a Bari, che è chiamato a indagare su un caso che appare troppo facile,troppo
scontato. Siamo nel 1989. UN uomo, da un passato non proprio irreprensibile, viene ucciso a coltellate in casa sua, e tutti gli indizi conducono a un giovsne, che è stato
visto fuggire e gettare l’arma del delitto in un cassonetto. Manca solo il movente, ma il ragazzo non parla, resta muto, e Fenoglio non si vuole accontentare delle prime impressioni.Eppure è sempre una cosa ottima quando l’indagine appare lineare e agevole da chiudere, però il nostro maresciallo è dell’idea che la troppa apparente
semplicità può portare a trascurare dei dettagli che magari possono essere decisivi. Può sempre esserci qualcosa di dissonante in un quadro sin troppo armonico, e Fenoglio pensa che il suo compito sia anche quello di trovare le ” note dissonanti”.
Un romanzo breve in cui Gianrico Carofiglio ci presenta un nuovo personaggio, un maresciallo dei carabinieri, un uomo malinconico, ma anche molto reale e vero.
Carofiglio ormai fa lo scrittore, la sua produzione letteraria è infatti aumentata in quest’ultimo periodo, ed ecco appunto questo ” Una mutevole verità” che lui che non
si è mai ritenuto un giallista definisce ” la cosa più vicina al poliziesco che abbia mai scritto”. Ma se vogliamo è la caratteristica di chi, volente o nolente, gravita intorno
al giallo, la serialità,tanto più che Carofiglio ha creato un nuovo personaggio, Pietro Fenoglio, maresciallo dell’Arma trapiantato a Bari.
Il caso di cui il maresciallo si deve occupare si presenta sin troppo semplice,tutto accusa il presunto colpevole ma il maresciallo sa che deve diffidare dalle soluzioni scontate. Si rilegge tutti i verbali, riascolta i testimoni, in particolare la fidanzata dell’indagato e alla fine si scprirà la verità. Il romanzo da quindi spazio alla indagine,
e vi si applica un metodo apparentemente contraddittorio, cioè la ricerca degli elementi che possono essere opposti alla tesi iniziale. Carofiglio vuole affermare un prin-
cipio, l’investigatore, il detective deve sfrondare dalla sua opera ogni possibile dubbio e pertanto deve esaminare i fatti, le prove sotto il punto di vista dell’imputato,
quindi smontando o tentando di smontare le prove acquisite.Questo perché lui è al servizio della verità-
Probabilmente vi è anche il desiderio in chi scrive, che è stato tra l’altro per anni in magistratura, di controbattere quella facile tendenza che si ha oggi, ovvero di affidare
la soluzione dei casi alle prove scientifiche, alla tecnologia, al DNA, ormai sembra che solo i periti siano i portatori della verità. E forse proprio per questo la vicenda è ambientata negli anni ’80 quando le indagini poggiavano principalmente sull’opera dell’indagatore.
E Carofiglio ha creato ad hoc un nuovo personaggio, un maresciallo molto umano, di buona cultura. che , per chi ha voglia di paragoni, potrebbe echeggiare un Maigret
per la cura con cui scandaglia i vari indizi senza sentirsi mai veramnente sicuro, mentre per il rapporto con l’appuntato Montemurro si crea un climma più alla Sherlock iHolmes e con tali possibili riferimenti l’ambientazione è andata a un periodo in cui si indagava in maniera classica. E anzi, classico per classico, e visto che è lui che…
scrive, Carofiglio si permette un gustoso cammeo, l’incontro tra Fenoglio e l’avvocato Guerrieri.
In Una mutevole verità la storia è abbastanza banale, di tipo ordinario, quotidiano, il Male è ovunque, più difficile trovare qualcosa di buon0, ma esiste, compito di
Fenoglio di sviscerare quel che appare e afferrare la possibile verità. Non gli importa che il caso sembra subito offrire una verità certa, il bravo poliziotto è come il
medico, deve dare la diagnosi giusta.
ù cpmèplIn sintesi Carofiglio si occupa della banalità del male, a cui appunto si arriva in maniera ovvia, senza rendersne conto, è molto più complesso fare il Bene.
Il libro è ambientato in una società non molto edificante, strozzini, informatori, malavitosi, malefemmine, un p0′ di tutto anche se non mancano tra di loro le persone
per bene. In questo singolare universo indaga il nuovo eroe di Carofiglio, im una storia dove conta più l’intuizione della scienza.
GIUSEPPE PREVITI