” LE BESTIE GIOVANI” di DAVIDE LONGO- EINAUDI- 2- 3-2O21
2 Marzo 2021” HOLMES & WATSON- L’ENCICLOPEDIA ” DI GUERRA & SOLITO- 5.O3.2021
5 Marzo 2021Il commissario Arcadipane è rimasto solo, il suo matrimonio è fallito, scarsi anche i rapporti con i figli, un futuro nebuloso, torna addirittura dalla psicologa, e tra l’altro gli sembra anche di aver perso il fiuto del buon poliziotto…
Ma la vita va avanti, deve occuparsi di una donna picchiata fuori di una stazione metropolitana, lui arresta subito il presunto colpevole ma l’istinto gli suggerisce che la solu-
zione è stata fin troppo facile, e allora, ricorrendo anche all’aiuto del suo vecchio capo Bramard e dell’irrequieta Isa, riparte da zero, coinvolge pure un ex-poliziotto, un tipo
abbastanza singolare, pieno di ossessioni e misteri .
Il protagonista di questo nuovo romanzo di Davide Longo Una rabbia semplice è senza dubbioil commissario Arcadipane, un uomo stanco, disilluso dalla vita. Ogni passo
che compie gli fa ricordare qualcosa del passato, quando le cose in famiglia andavano bene, e tutto questo si riverbera anche sulla vita professionale. Gli sembra infatti di aver
perso il suo fiuto investigativo e la sua conclamata abilita nel condurre le indagini. Ma un caso di violenza su una donna riaccende la sua voglia di lottare….
Con questo romanzo Davide Longo torna a occuparsi dei suoi personaggi seriali, il commissario Arcadipane, il suo ex-capo e mentore Coeso Bramard e la poliziotta un pò così Isa Mancini. Lo fa con un bel romanzo, che unitamente alle riedizioni delle due storie precedenti fa conoscere o fa rinnovare la conoscenza con un autore bravissimo e coin un ro-
manzo bellissimo. Naturalmente vari sono gli elementi che contribuiscono al successo di un romanzo, anzitutto i personaggi. In particolare il protagonista, qui si afferma nettamente la figura di un commissario abbastanza modesto nel suo muoversi, un “ometto dai denti brutti”, una folta capigliatura, al suo seguito un cane bruttacchiolo e menefreghista, specie nei suoi confronti. Ma lui con tutti i suoi limiti di ex-marito, di padre poco comunicativo, di uomo che in generale non si sa adattare, resta put sempre un poliziotto di valore, il che va oltre i suoi limiti umani, e che comunque è la leva per il suo riscatto. E quest’uomo impacciato, sofferente, poco comunicativo, alla fine riesce a entrare in sintonia con il lettore, che capisce i suoi tormenti e finisce per fare il tifo per quest’uomo che trova pace e conforto sedendosi sul coperchio del water per rilassarsi un po’ magari masticando il Sucai e osservando dalla finestra le luci della città, il cielo, le strade, la gente. Ecco che quindi l’autore ci ha fatto entrare nella quotidianità del personaggio, la quotidianità di un uomo qualunque che nella vita fa il poliziotto, lo fa meglio che può,ma come tutti ha i suoi problemi, le sue ansie, le sue delusioni.
Questo romanzo è certamente un giallo, ma più che un giallo diremmo che qui si racconta la storia di un uomo che di mestiere fa il poliziotto e quindi deve occuparsi di delitti, rimini, di delinquenti, ma a un certo punto non si rtitrova più in questo mondo, quello che gli è capitato gli ha fatto smarrire l’approccio con quella che credeva fosse ormai la sua vita, e quindi Una rabbia semplice diventa una toccante storia di persone e personaggi. Questi sono tanti, ma bastano pochi cenni, pochi tocchi per inquadrare gente di città e
gente di montagna e naturalmente troviamo di tutto, belli e brutti, eleganti e stropicciati,, chiacchieroni e silenziosi, profeti di sventure e praticoni. E tutto questo è vita di tutti i giorni, è quotidianità, è vera intimità perché è fatta di piccole cose.Come non citare la citazione del piemontese che quando è piccolo di statura e deve pisciare si toglie la giacca….
Insomma una storia che colpisce per la sua “cruda”spontaneità, perché parla di persone viste nella loro vita quotidiana e quindi assolutamente vere.
Poi c’pè la parte più poliziesca della storia,si parte da un banale fatto di cronaca nera come l’aggressione di una donna per arrivare a scoprire comportamenti che vanno oltre i limiti del lecito e che vengono provocati sfruttando le immani risorse della Rete e dei Social, e anche qui c’è da avere paura di quello che viene scoperto e dei reati che si possono
commettere , una situazione da far veramente paura.
Longo ha il dono di “farsi leggere”. , personalmente in pochi giorni ho “divorato” le tre storie, ee questo penso sia un segnale i interesse e di successo.
I primi due romanzi di Longo sono del 2014 e del 2018, ora li ha riproposti la Einaudi, che appunto ha pubblicato la terza stori della serie, Una rabbia semplice.
Due personaggi-base, accompagnati da una terza persona. Ovvero un vecchio commissario, Corso Bramard, protagonista della prims storia, poi visto più in veste du sugge-
ritore nelle altre due, quindi Isa,la poliziotta un po’disadattata un po’casinara, ma che però riveste un ruolo notevole e nello sfruttamento delle risorse tecniche più moderne e
nel tenere in piedi questo trio abbastanza scombinato ,E infine il terzo componente del trio, Vincenzo Arcadipane, il vero protsgonista, un uomo che della ovvietà e della rigi-
dità ha fatto i suoi dogmi. Un uomo tutto d’un pezzo,, , non ha forse la mente sveglia e razionale del suo ex-capo , lui è un abitudinario, con le caramelline perennemnte in bocca ,un rapporto abitudinario in casa il che gli farà saltare la vita coniugale, m tant’è, lui è così, una sorta di…buldozer.
Longo è un perfetto tessitore di trame, ottimo giallista di stampo classico, abile nei dettagli, certamente è un libro amato e nostalgico nello stesso tempo. Il commissario vaga per la città, tra ricordi,rimpianti e voglia comunque di andare avanti, sale sulle montagne, non si ferma mai, cerca una nuova relazione amorosa perché non sa stare solo,, Assorbe sapori, atmosfere, quasi voler ricreare un mondo che non è più suo.Pur rientrando alla fin fine negli autori seriali Longo è stato abbastanza lungo nel tempo di scrittura,
diciamo tre,quattro anni sono passati da una scrittura all’altra, ma è lo stesso autore a farci sapere che è il primo a essersi affezionato ai suoi personaggi, e quindi ad avvertire
la necessità di vedere che fine avevano fatto….
Molta nostalgia, , il ricordo e la madaleine del tempo passato, molto retrogusto,, qui non si vuole colpire a tutti i costi, si preferisce una navigazione certa,costante, si parxla molto di montagne, di vette, di grandi spazi, ricordimoci di un Simenon e di un Maigret spesso collocato in riva a un fiume a villeggiafre e pensare. Sembra a volte che l’autore divaghi,ma non è così, , semplicemente la vita è sì una corsa, ma si può anche correre con la propria disperazione addosso e non per questo rinunciare a vivfere.
Arcadipane è un solitario per natura, o se preferite un abitudinario come tanti, Corso è l”eroe per vocazione, è colui che tutti vorremmo essere. Isa è quella che si è formata
nel tempo, si è conquistata un suo spazio, ed è diventata una componente essenziale del trio, perché è il trait d’union perfetto tra i due grandi amici…..votati per carattere all’in-
comunicabilità.
In questo romanzo dopo tanta reale quotidianità c’è il gioco con la morte, che a dirlo così sembra una cosa da libro, ma purtroppo accade nella realtà più di quanto non si poensi
e da perciò un ulteriore tono di veridicità alla vicenda.
Tante storie dove non è necessario che ci sia il lieto fine, come è del resto nella realtà della vita.
Dimenticavamo il quarto personaggio di questa storia, il cane Trepet, che si trascina con le sue tre zampe, forse è quello che ha capito tutto, il mondo va preso come viene.
Alla fine diciamo che speriamo che non passino altri tre quattro anni per ritrovare i nostri amici…..
GIUSEPPE PREVITI