” L’ARTE IN GUERRA” DI SERGIO ROMANO-SKIRA
10 Novembre 2014” TORNERANNO I PRATI” DI ERMANNO OLMI
19 Novembre 2014Gibilterra, anno 2008, viene organizzata un’operazione antiterrorismo, nome in codice Wildflife, con l’obbiettivo di catturare un trafficante d’armi islamico.
Il piano è stato ideato da un cinico faccendiere ingle e da un ambizioso ministro degli esteri del governo inglese e coinvolge sul campo mercenari americani,
soldati di S.M.Britannica e un vecchio agente dei servizi. Ovviamente tutto è molto segreto che neppure Tony Bell, segretario personale del ministro, ne è a
conoscenza.
Toby teme il fallimento e i rischi dell’impresa ma viene impedito ogni suo intervento con un immediato trasferimento all’estero.
Tre anni dopo ci ritroviamo in Cornovaglia in un fetiscente castello dove vive sir Christopher Probin, a suo tempo l’agente implicato in quell’impresa, e
gli viene consegnato un messaggio da parte di un soldato che era stato tra i protagonisti di quella famosa giornata. Il messaggio rivela che la missione
era stato un fallimento con la brutale uccisione di una madre e della sua bambina.
TonyBell viene chiamato al castello e messo a conoscenza del fatto dovrà scegliere tra la coscienza e il dovere, cioè il rivelare tutto o salvaguardare la propria
posizione. Insomma , cosa fare per combattere il male !
Ogni tanto ricompare per la gioia dei suoi innumerevoli lettori John Le Carrè, il cantore della spy-story con il ciclo dei romanzi su George Smiley. Poi la sua
produzione, con la fine della guerra fredda, si è un po’ diversificata, con esiti magari non sempre perfettamente riusciti. Qui invece, con il suo nuovo romanzo
Una verità delicata torna al mondo che gli è più congeniale, quello delle spie. L’idea narrativa è accattivante, due spie a confronto: un funzionario ministeriale
di scarso rango, ormai a fine carriera, viene coinvolto in una missione di alto profilo e di grande pericolosità. Di contro un giovane rampante, funzionario di
alto livello, che si trova anche lui coinvolto in questa storiaccia e che dovrà decidere come comportarsi. Ci sono uomini, donne, amori, anche tra uomini,
e poi il violento attacco che lo scrittore rivolge al governo britannico, o meglio ancora a Tony Blair che lo presiedeva, troppo soggetto all’America e ai trafficanti
di morte.
A trent’anni di distanza dai suoi primi libri Le Carrè ci mette di fronte al quesito di uomini d’onore e attaccati alla Patria vedono che il loro concetto di lealtà
e spirito di servizio verso il Paese viene ormai travisato e distorto ad altri fini, sono ormai “usati” per i fini di potentissime multinazionali senza scrupoli.
Un thriller politico-spionistico che scritto con la consueta abilità e buona tecnica narrativa parte da una missione segreta antiterroristica dove vengono impiegati
agenti,soldati, mercenari inglesi e americani ma il blitz non riesce e anzi due innocenti ci rimettono la vita. Questo porta alla reazione di alcune persone per bene
che , come dice Le Carrè, si ribellano alle regole del Grande Gioco che antepone a tutto il segreto di Stato e a costo della loro vita decidono do agire e dire la verità.
Sono del resto i dubbi che dopo lo sgretolamento del Muro e la fine(?!?)del confronto Est-Ovest ha lo stesso Le Carrè a disagio in un mondo che bene o male aveva
le sue regole, mentre adesso all’Occidente si contrappone una galassia variegata e spesso al di fuori di ogni etica morale e comportamentale.
Eiste un confine tra patriottismo e tradimento ? E chi governa è giusto che sia fuori delle regole e che combatta una sua guerra parallela al di fuori di ogni princi-
pio morale ? E allora quale è il ruolo degli ” informatori”, delle c.d. “gole profonde” in questa società ? E’ da esecrare o sono necessari per difendere la democrazia ?
L’autore ci mostra due uomini, un baronetto, già agente e nominato tale per i servigi ( ma quali?…)resi allo Stato, e un giovane in carriera, ebbene a loro il quesito
su come servire il Paese, ossia stare zitti o dire la verità su quanto accaduto. Un problema che è tutt’altro che ipotetico,lo si è visto in questi anni varie “voci”
sfuggite all’establishement, certamente scomode, anche pericolose, ma rivelatrici di fatti che altrimenti nessuno avrebbe mai conosciuto.
E un’altra piaga di queste democrazie moderne sono i tribunali segreti che fanno il bello e il cattivo tempo, come Le Carrè stigmatizza il fatto che basta propagare
alcune notizie, create ad arte, per giustificare gli atti più biechi, vedi il procedimento usato per la guerra in Irack contro Saddam.
Ad alcuni la prosa e le conseguenti domande di Le Carrè possono anche apparire retoriche e di difficile risposta ma oggi compito della letteratura, specialmente
quella gialla e suoi derivati, è stato di porre, attraverso la chiave del thriller, domande e problemi che è bene la gente comune conosca, al di là delle soluzioni che
certamente non spettano allo scrittore.
Nei suoi ultimi romanzi John Le Carrè ha combattuto i grandi poteri dalle banche alle farmaceutiche, dalle multinazionali ai cattivi politici, dalle lobby alle palesi
violazioni dei diritti umani anche in regimi democratici. Questo ha provocato attacchi e critiche allo stesso Le Carrè che respinge però le accuse di essere antiameri-
cano o antinglese, lui dice che non va infranta mai la legalità e che l’ Inghilterra dovrebbe essere meno supina ai voleri d’Oltre-Oceano, e non avventurarsi in
guerre che non hanno alcuna motivazione reale e rispondono a ben altri interessi.
Certamente sono lontani i tempi in cui un giovane diplomatico, David Cornwell lascia i servizi e scrive La spia venne dal freddo. Da allora molti suoi romanzi
percorreranno un cammino che ci rivela il mondo non tanto fittizio dello spionaggio, creando quel grande personaggio che è George Smiley. Ma Smiley è anche
colui che diceva “facciamo cose spiacevoli, ma per difenderci e la facciamo perché la gente qui e altrove possa dormire tranquilla nel suo letto.Ma piano piano passando il tempo Le Carrè comincia a porsi delle domande ” Dove corre la linea che separa lealtà e tradimento ? E quanto lontano possiamo andare nella giusta difesa dei nostri valori senza
perderli lungo la strada ?”
Dai tempi di Smiley sono passati trent’anni. A quelle domande in un certo senso Le Carrè risponde con Una verità delicata, che ci parla di morale abbandonata, di una
etica che non rispetta più alcun valore, di uomini di coscienza che devono decidere se quanto loro viene richiesto è nell’interesse del Paese e se è moralmente lecito
farlo.
Chi ci governa è giusto che sia svincolato da qualsiasi principio morale o che si giustifichi propugnando una propria morale ? E compiendo quindi atti palesemente ille-
gali ? In questo senso viene anche da pensare a quelle figure come Snowden, Manning, Assange certamente scomode, pericolose per gli Stati ci cui svelano i segreti
ma il dilemma è proprio quello. è giusto che il segreto debba essere mantenuto a ogni costo ?
Come vedete da un romanzo-thriller possono discendere interrogativi a pioggia e lode quindi a Le Carrè che se li pone e ce li pone. David Cornwell a suo tempo lasciò
il corpo diplomatico e l’M16 sentendosi più libero come scrittore e divenne John Le Carrè. Ma la sua vita, e lo testimoniano i suoi scritti, è stata caratterizzata da un
continuo porsi delle domande, da una continua ricerca di motivazioni, forse non è mai riuscito a darsi la risposta giusta, e per questo continua a scrivere, dalla
scrittura lui dice ” non posso più fuggire” ma è attraverso la scrittura che può continuare a combattere le sue battaglie e e a cercare le verità, anche quelle….delicate.
GIUSEPPE PREVITI