Breve storia del giallo in Italia: Il cinema sonoro (3)
26 Gennaio 2017ANDANDO VERSO IL FESTIVAL DEL GIALLO DI PISTOIA 2017: LE TECNICHE DI SPIONAGGIO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE
2 Febbraio 2017Charles Vittel, nato in Francia ma fuggito dalla Francia in Inghilterra ai tempi della Rivoluzione, vi era cresciuto,
prestando anche il servizio militare per l’esercito inglese in India. Tornato in Europa, lo zio Louis Fauche Borrell,
agente dei servizoi britannici lo mandò a Parigi dove doveva contattare un agente segreto, Charles Perlet, copo
di un gruppo che operava contro Napoleone. Ma si rivelò una trappola, Perlet faceva il doppio gioco per i fran-
cesi, suo compito era di smascherare gli esuli che complottavano contro Napoleone. E Vittel ad appena 27 anni
fu giustiziato a Parigi in quanto spia degli inglesi., considerato colpevole di alto tradimento, Napoleone gli rifiutò
la grazia.
Perlet guidava il controspionaggio contro i francesi rimasti fedeli alla monarchia, tra cui anche molti militari di
grado elevato. Inoltre alla polizia segreta era demandato il compito di sorvegliare tutte le attività contro l’Impero napoleonico in patria e via via che si allargavano i confini anche nelle nazioni via via annesse.
A Napoleoni giungevano anche importanti informazioni sul piano militare, però lui preferiva ricorrere alle
notizie che gli pervenivano da fonti locali. Assai perfezionata era comunque la sua organizzazione militare,
le notizie ricevute erano filtrate e verificate e trasmesse in maniera assai efficiente a anche rapida. Più che
gli informatori era importante avere una struttura capace di gestire e valutare l’attendibilità e il valore delle
informazioni.
Intanto si era stretta un’alleanza fra Francia e Russia per contrastare il dominio inglese sui mari.e anche questo<fu appreso a Londra tramite i servizi spionistici.
La fucilazione di <Vittel aveva provocato molto scoramento specie in Fauche-Borrell che era però convinto
della buona fede di Perlet tanto da progettare un viaggio a Parigi per incontrarlo. Ma le superiori gerarchie
non erano convinte e così si mandò in Francia il generale Danican per appurare la verità.Ma questi capì subito
che c’era aria di tradimento, inoltre giunse notizia del patto fra Francia e Russia, e di ulteriori progetti espansio-
nistici di Napoleone, che voleva impossessarsi della marina militare di Danimarca e Portogallo.
Londra chiese alla Danimarca di mettersi sotto la sua protezione e al loro rifiuto bombardarono Copenaghen
e sventarono il piano francese , pur facendo una pessima figura sul piano della propaganda. Anche sul fronte<del Portogallo l’azione francese venne efficacemte contrastata e vanificata, il che confermava l’importan-
za di possedere una buona rete di informazioni che permettavano di prevenire le mosse del nemico.
Secondo molti studiosi la condanna a morte di Vittel ebbe effetti opposti, intanto aveva fatto scoprire il doppiogioco di Perlet, e poi anche le informazioni di Danican erano state vitali per un cambio di strategfia del
governo inglese. Sintomatico fu l’apprendimento delle informazioni sulle intenzioni francesi sulla Danimarca,
senza le quali probabilmente il disegno napoleonico di dominare i mari si sarebbe avverato con le conseguenze del caso.
Ma l’Inghilterra si stava dotando di una rete di raccolta di informazioni sempre più perfezionata, ogni ambasciata aveva i suoi “contatti”, e poteva usare anche agenti segret. Insomma un Servizio sempre più importante.
In Portogallo ci si aspettava la reazione frances e così vi fu invito il duca di Wellington per guidare le truppe
inglesi. Anche in questo caso le anticipazioni dei servizi segreti britannici risultarono decisive nell’approntamento delle operazioni. Era stata approntata una rete di informatori tra la Lisbona e il confine
francese, con uno scambio continuo di informazioni e una continua staffetta di uomini che tempestivamente
portavano a destino le notizie, che generalmente provenivano da un agente spagnolo, Leon Roblado.
Si seppe quindi con un certo anticipo ma anche con una piena aderenza alla verità quanti soldati francesi si
apprestavano a varcare il confine, il che permese agli inglesi di adottare le contromisure del caso.
Wellington contò anche su un gruppo di osservatori “volontari” che in uniforme operavano dietro le linee
francesi e potevano comunicare i vari movimenti.
Su tutto questo sono state propagate vere e proprie leggende e del resto c’erano state delle spie veramente
efficaci, si dice addiruttura che molte delle mosse di Napoleone vennero conosciute con un certo anticipo dal
duca di Wellington che poi risolse definitavamente la questione nel 1815 a Waterloo.
Questa rete spionistica finì per essere dispersa o smantellata per varie ragioni, anche finanziarie, e non fu
certo facile ricostruirle via via che ci si avvicinava al Novecento. Comunque resta l’importanza di quanto<
era stato creato ai tempi di Napoleone e Washington.
GIUSEPPE PREVIIT