” VIVA LA LIBERTA’ ” DI ROBERTO ANDO’
7 Aprile 2013“PAZZI BORGHESI” DI CLAUDE CHABROL ( 1976)
3 Maggio 2013Cast: Margherita Buy Stefano Accorsi Fabrizia Sacchi Gian Marco Tognazzi Lesley Manville Alessia Barela
Per Maria Sole Tognazzi Viaggio sola è il terzo film, una pellicola all’insegna dell ‘ “aurea mediocrità”, della routine giornaliera. Ma la Tognazzi è brava nell’affrontare un
tema di per sè abbastanza scontato e renderlo invece interessante, vivo, giocando molto sulle figure dei protagonisti. E’ certamente azzeccata la Irene che interpreta
Margherita Buy, un ritratto femminile tutto giocato sulla semplicità, sulla pudicità, diremmo sulla ovvietà della vita quotidiana. Bravi i due sceneggiatori, Ivan Cotroneo
e Francesca Marciano, del resto come sempre nei loro film molto attenti all’universo femminile e alla sua rappresentazione. Va pure ricordato il contributo di Cotroneo a
tante sceneggiature per i film di Ozpetek, con cui del resto hanno spesso lavorato la Buy e Accorsi, per cui una certa atmosfera ricca di sensibilità e di magica vaghezza aleggia
pure in questo film.
La Buy interpreta Irene una donna matura, senza legami e senza figli. Di professione fa l’ispettrice in alberghi di lusso, la c.d. “ospite a sorpresa” che deve verificare negli htel
di lusso che le prestazioni promesse siano adempiute secondo un rigido prontuario. Irene ama la vita che fa, non sente la solitudine o la precarietà di essere sempre in giro,
si disinteressa che il suo è un lavoro che può svanire da un momento all’altro, non si cura molto del suo appartamento che è una semplice base tra una trasferta e l’altra, è
sola ma non gli pesa, eccetto qualche rimpatriata senza secondi fini con un suo ex (Stefano Accorsi ) o le periodiche visite alle nipotine e alla sorella Silvia (Fabrizia Sacchi)con
cui ha un rapporto controverso tra invidie e vittimismi mal repressi. Insomma una solitaria, fiera della sua indipendenza e della sua libertà, non le importa a quale prezzo se le sia
procurate. Gira in trolley, elegante e precisina, viaggia in quegli ambienti artefatti che sono gli alberghi di lusso, ogni tanto un ritorno alla realtà, gli affettuosi rapporti con
il suo ex, che tra l’altro sta per divenire padre, e le nipoti che ama ma non sa gestire.
Però poi accade qualcosa che scalfisce questa apparentemente impenetrabile corazza. Intanto Andrea scopre di stare per divenire padre dopo un occasionale incontro con
una cliente e questo spaventa Irene, che non sa più se potrà anche in futuro contare su di lui. E poi c’è l’inaspettato incontro in un hotel di Berlino con un’altra donna single ma
dalla vita assai più intensa della sua che finisce per farle comprendere che le sue certezze poggiano sul nulla.
Ora Irene ha paura, non sa se le basta accontentarsi di questo nomadismo di lusso, di questo vivere in una dimensione irreale mentre accanto magari a coppie di sposini che
una volta tanto si concedono il sogno della vacanza extralusso per essere magari trascurati dai camerieri che si accorgono che sono fuori posto e allora lei si—lava la morale
vessando e reprimendo i direttori d’albrrgo. Insomma una vita falsa come le aveva del resto brutalmente detto l’amica di Berlino, una volta a chi le aveva chiesto cosa facesse
nella vita aveva risposto “..sono una specie di spia…”, ecco una vita di routine a controllare polvere nelle camere, allineamento delle posate, cortesia del personale.
Il senso del film è quindi se valga la pena di essere liberi ma soli. Certamente benessere , felicità, comodità sono concetti personali ci dice il film di Maria Sole Tognazzi che con
molta levità ci fa vedere come si vive in questi templi del lusso, quanto costa viverci, ma anche ci fa capire che è una vita “virtuale” questa, possibile a pochi e sognata da molti.
In un certo senso il personaggio della Buy ricorda il George Clooney di Tra le nuvole, anche li una vita figurata tra aerei, aereoport i, alberghi, uffici ma sempre come in una bolla
d’aria in cui le persone comuni restano fatalmente fuori .
Margherita Buy è assai brava nel dare consistenza a questo personaggio tanto irreale da divenire il più reale del gruppo. Accanto a lei un ottimo Stefano Accorsi, che fa
dello stupore e del lasciarsi…andare la sua forza. Ma vanno pure ricordati Fabrizia Sacchi (la sorella invadente),Gian Marco Tognazzi ( il marito senza slanci), Lesley Manville
(la donna che apre gli occhi a Irene ).
Vogliamo precisare che i toni della commedia sono divertenti, i personaggi hanno una loro caratterizzazione che li fa assai vitali, come tipico dei grandi alberghi gente che
va, gente che viene, tanto lusso apparente, tanta miseria morale nella sostanza.
Una pellicola complessa, che anche nel finale non cede alla facile retorica, la storia ha un suo finale magari anche prevedibile ma in linea con quella condotta mai ipocrita che
appare in tutta questa storia.
GIUSEPPE PREVITI