I PERSONAGGI DEL RISORGIMENTO:PELLEGRINO ARTUSI
13 Marzo 2011L’ADDIO DEL TENENTE COLOMBO
26 Giugno 2011Nelle celebrazioni del Risorgimento si può fare riferimento a tante pubblicazioni, di epoca, moderne, di vario genere nell’affrontare questo argomento ora di moda per le celebrazioni dei 15o anni dell’unità d’Italia ma sempre seguito e approfondito nel corso degli anni. In occasione di una serie di manifestazioni letterarie in svolgimento a Pistoia ci siamo imbattuti nell’opera di uno storico, Mirko Garzella,
molto interessato alle vicende della Pistoia Risorgimentale. E la sua pubblicazione “Vita e cultura politica nella Pistoia risorgimentale”
costituisce un excursus completo ed esauriente su quanto avvenne a Pistoia in quel tempo.
Oggi questo libro diventa più che mai attuale, tra l’altro su Pistoia non esistono molte opere che descrivono questo periodo, per cui lo studio del Garzella ha certamente colmato una lacuna. Ma va anche citato per tenere la debita distanza da alcuni testi redatti nell’epoca fascista sviluppati un pò a tesi, secondo le esigenze patriottiche del momento. Il percorso del Garzella inizia con la caduta di Napoleone e del breve
regno di Gioacchino Murat e quindi con il ritorno a Firenze del granduca Ferdinando III d’Asburgo Lorena.La Toscana accettò di buon grado il ripristino sdel vecchio e paternalistico regime leopoldino e lo stesso si verificò a Pistoia. Non mancarono però i c.d.”partitanti francesi“,filonapoleonici e antigovernativi, ci furono anche degli arresti, ma nel complesso la maggior parte della popolazione,tra l’altro
preoccupata da un forte terremoto e dall’epidemia della peste, rimase in disparte. Fu quindi una elite a proclamarsi rivoluzionaria e va detto però che in questi anni si formeranno le nuove leve liberali che poi tanta parte ebbero nel Risorgimento pistoiese. Furono gli uomini più colti a farne parte, in contrapposizione al volto analfabeta e condizionato dal clero che non capiva i danni dell’occupazione straniera.
Personaggio di rilievo fu il prete liberale Pietro Contrucci da Calamecca che si convertì ben presto ai principi del liberalismo e dell’indi-
pendenza nazionale. Dopo una certa avversione a Napoleone, visto che l’alternativa austriaca era ancora peggiore e scosso dal comportamento delle truppe austriache a Pistoia si dedicò alla causa della libertà e dell’indipendenza nazionale.
Da segnalare anche il poeta carbonaro Bartolomeo Sestini, nato a Santomato nel 1792 e morto giovanissimo ad appena trenta anni.Ma ebbe una vita assai intensa, si affermò come poeta e questo gli valse simpatie e inviti in tutta Italia,godette di grosso credito presso la Curia.Ma essenzialmente fu un grande Carbonaro, molto attivo in tutto il paese, dalla Toscana,al Lazio alla Sicilia.Morì esule in Francia.
Gli anni Venti furono percorsi da moti insurrezionali un pò ovunque da Alessandria al Regno delle due Sicilie e certo furono un prodomo al Risorgimento nazionale.A Pistoia i liberali chiedevano a gran voce la carta costituzionale ma il popolo era per il granduca. La carboneria era
molto attiva in città. ci furono vari arresti, ma il granduca minimizzava queste situazioni e,dicendo che in Toscana non vi erano cospiratori,non concesse la carta costituzionale.
Per coinvolgere i giovani e il popolo necessari peril trionfo della causa il prof.Pietro Petrini del liceo Forteguerri propose una serie di esercitazioni linguistico-letterarie finalizzate allo studio di autori classici italiani, con notizie storiche,biografiche sull’autore,il suo pensiero,la sua epoca. Ebbero gran successo e furono chiamate dai “Parentali” con cui gli antichi definivano le onoranze funebri ai loro parenti “Società dei parentali dei grandi italiani” con cadenza biennale. Furono dedicate al Tasso, a Dante Alighieri,a Cristoforo Colombo. Ma non poteva sfuggire il significato politico delle ricorrenze mettendo in evidenza il grande nostro passato rispetto alle miserie e debolezze del presente.Furono così proibite. Passò dei guai il Contrucci per un’orazione contro i governi che non si opponevano all’occupazione austriaca, ma avvertito a tempo emendò la copia scritta del discorso e quindi fu scagionato.
Nel 1824 Leopoldo II successe a Ferdinando, i primi anni del suo regno furono tranquilli. Nel 1831 la ribellione di Modena portò nuove turbolenze, molti di questi rivoluzionari si rifugiaron a Pistoia, nel frattempo presidiata da grandi forze, e la popolazione li accolse a braccia aperte e ne favorì la fuga.A Pistoia vi erano due fazioni politiche, i “codini” scatenati contro il liberalismo e i “liberali“avversi all’Austria.
Sempre in questo anno acquistano peso a Pistoia i mazziniani con La Giovane Italia, molti avversarono questo movimento perchè contrari alla forma repubblicana e alle critiche di Mazzini verso la Chiesa. Ma la città nel complesso era di simpatie liberali e qualcosa si era mosso pure nelle campagne e in montagna, tanto che quando nel 1839 il granduca visitò la città l’accoglienza fu freddissima. Scattò una forte repressione, con 16 arresti,tutti mazziniani.Perfino il Contrucci,un anti-mazziniano di idee moderate,dovette scontare tre mesi di detenzione.Il partito liberale continuava la sua azione, a teatro di davano opere patriottiche così pure erano in voga pranzi “patriottici”.La città visse una evoluzione sociale ed economica. Pistoia era assai modesta nel settore manifatturiero,pochi gli opifici poche industrie nel settore siderurgico e per lo più nell’area montana.Tra gli anni ‘3o e ’32 si registrò una forte crescita e si dette lavoro a centinaia di operai. Si contarono duecentoventisette attività, circa 1700 gli occupati. Si sviluppò anche il comparto rurale, furono liberalizzati i commerci, ci fu
la grande bonifica dell’area paludosa, insomma prolificò la classe borghese. Si acuirono le distanze con il contado,fortemente analfabeta e molto soggetto ai voleri della chiesa.
Molto alto il livello dell’istruzione nella nostra città con quattro istituti,di gran livello il Liceo Forteguerri e il Seminario.Pistoia era molto calma,tanto che nel 1835 il cronista locale Luigi Giusfredi annotava: “In Pistoia regna una pace da cimitero”.
Ancora arresti tra i liberali, ma nel frattermpo tornò la “Società dei Parentali”, fu riformato il sistema giudiziario, venne data via libera alla carrozzabile tra Pistoia e Porretta,questa volta una visita in città del Granduca fu accolta con molto calore. Proseguirono sino al 1857 i Parentali pistoiesi, ormai noti un pò ovunque e copiati in tante città,vedi Torino.
Un protagonista di quel periodo fu Niccolò Puccini, nato a Pistoia il 10 giugno 1799, di famiglia nobile, avversata da grandi tragedie,lo stesso Niccolò fu reso gobbo da una malattia alla spina.Ma superò tutto questo proseguendo gli studi, in terssando alla politica, fu tra i liberali,gran patriota, seguace del Contrucci, tra i promotori dei Parentali.Viaggiò molto in Italia e all’estero, Francia,Inghilterra,Svizzera, conoscendo idealisti,storici, acquisendo così nuove idee e nuovi propositi. Tornato a Pistoia si dedicò all’abbellimento della villa di Scornìo,costituendo un parco principesco, costellato di “veri e propri inni”alla emancipazione umana, celebrando la cultura,le arti,la scienza,le virtù morali e religiose,la legge,l’amicizia, le qualità civili e patriottiche,le attività economiche.Trasformò la villa in una sontuosa galleria d’arte, si occupò dell’economia locale, fu tra i fondatori della Cassa di Risparmio. Fu un imprenditore dalle idee moderne e riformatrici, si occuò di riforma agraria e di emancipazione contadina.
Il suo nome è legato alla “Festa delle spighe” che si celebraba in villa,tre giorni con un grande spaccato sulla vita del tempo,intrecciando
il duro lavoro nei campi o nelle botteghe con momenti di spiritualità e divertimento, promuovendo una Fiera del bestiame, non trascurando
momenti dedicati alla cultura e all’istruzione.Tutta la città ne ebbe benefici e gli fu sempre grata.Nel’46 la festa si chiuse con i fuochi artificiali che vollero celebrare lo spirito indipendentista,la volontà liberatrice, la cacciata degli stranieri.
Tra il 1845 e il 1846 i tempi furono assai duri per l’agricoltura causa il maltempo, e scoppiarono rivolte a Monsummano,Pistoia represse con gran difficoltà dalle scarse forze di polizia.Venne invocata la Guardia civica, intanto c’era chi soffiava sul fuoco incitando i contadini a derubare e uccidere i proprietari.Anche Pistoia ebbe la guardia civica, ci furono scene di vero e proprio entusiasmo, che portò poi a un collegamento impensabile con Prato, notoriamente rivale.Intanto Gavinana divenne un punto di riferimento per le idee liberali con le celebrazioni di Francesco Ferrucci che si era sacrificato per difendere Firenze.
Il 1848 fu anno di fervide speranze e cocenti delusioni.Pistoia era piene di scritte inneggianti a Carlo Alberto e contro gli austriaci.Dopo Napoli anche la Toscana ebbe la carta costituzionale, molte feste a Pistoia, però interrotte per un eccidio di cittadini padovani ad opera delle truppe austrache. Aumentò l’odio verso di loro e le aquile a due teste che sovrastavano San Giovanni,quale simbolo dei Bracciolini,furono buttate giù e decapitate.
Fervono i preparativi di guerra, Pistoia è al centro di un importante snodo militare per le truppe che vanno al Nord.Fu create la “Legione Forteguerri”con parecchi alunni del liceo e la guida di professori di fede liberale.Pistoia accolse con grandi onori,feste e banchetti la truppe napoletane e siciliane che risalivano la penisola.
La battaglia decisiva fu a Curtatone, gli austriaci preponderanti per forse e armamenti,guidati dal maresciallo Radetszky,trovarono strenua opposizione nei quattromila volontari toscani,male armati,poco equipaggiati,inferiori per artiglieria, poco usi alla disciplina militare.Eppure contro i 35000 austriaci resistettero sette ore e ebbero grandi lodi dal nemico.I volontari pistoiesi erano cento e si batterono da eroi. Dopo la battaglia ci fu una lunga prigionia, ma furono accolti bene ovunque, alla fine chi restò sotto le armi e chi rientrò a Pistoia.
Politicamente goverò il Gioberti, ben visto a Pistoia,gli successe Gino Capponi di gran cultura,ma troppo pacato e riflessivo per quei tempi.
Pistoia era profondamente divisa tra chi voleva cambiamenti,riforme, e i conservatori che avversavano i liberali e controllavano i contadini con trari a qualsiasi cambiamento.Il governo Capponi fu molto oppressivo anche nella nostra città.
Un pistoiese importante fu Atto Vannucci,nato a Tobbiana nel 1810,molto stimato sul piano culturale, autore di opere letterarie e storiche.di sentimen ti unitari e antiaustriaci.Era contro il potere temporale dei papi, di tendenze liberali e antimonarchico.Fu eletto membro dell’Accademia della Crusca, di simpatie mazziniane, però fu personaggio controverso, era contro gli ideali dell’impero ma dava grande valore al sacerdozio nel progresso politico della nazione italiana, insom ma un neo-guelfo!
A Pistoia fu scoperta una lapide dinanzi al Comune,ricordava i caduti di Curtatone e Montanara.Sono periodi di grandi tumulti,Venezia,Roma,Firenze dove fugge il granduca,si pensa a una unione della Toscana con Roma.Ma la situazione precipita con la sconfitta di Novara e l’abdicazione di Carlo Alberto. Scoppia la rivolta dei reazionari, a Firenze viene cacciato il governo democatico e torna il granduca.Molta tensione tra cittadini e contado, raggiunse il culmine con l’arrivo in città di 2500 soldati austriaci,fu il periodo più cupo del Risorgimento pistoiese.Arrsti,pestaggi,violenze gratuite, ma gli occupanti erano sempre più duri e ci furono due vittime, il giovanissimo Attilio Frosini(16 anni) e il 25nne Sergio Sacconi.Fu tolta la lapide a ricordo di Curtatone e Montanara.
La città apparentemente calma soffriva in silenzio, ogni occasione era buona per manifestare il suo dissenso, come le celebrazioni in chiesa dei caduti in guerra, e questo nonostante le proibizioni.
Lutti sulla città per la morte di molti spiriti liberali,cordoglio maggiore per la triste fine di Puccini(1852)in un incidente,la sua carrozza precipitò in un burrone,lasciò tutto all’orfanatrofio di Pistoia. Fu proibita le lattura pubblica del testamento.
Ma nonostante diviedti e angherie, tolta la prefettura,smembrata la provincia, il cammino del progresso era inarrestabile, lo sviluppo delle ferrovie,le esposizioni trinnali delle arti,lo sviluppo manifatturiero,la partecipazione a fiere di Londra e Parigi fecero crescere la città e la cultura borghese.Calò di contro l’industria,troppo forte il clima conservatore che si appoggiava sulle truppe straniere in città, ma alla fine questi se ne andarono.Si anelava all’unione con il Piemonte. Una visita di Papa e Granduca in città fu accolta con molta freddezza.
Nel gennaio 1859 siglato l’accordo tra il Piemonte e la Francia e nell’aprile successivo il granduca lascia Firenze.Grande entusiasmo a Pistoia, le cose cambiano,presi di mira i reazionari tra cui il vesco Breschi. Il 20 agosto fu proclamata l’annessione toscana al Piemonte,Pistoia era tutta un tricolore. Dolore per la scomparsa di Pietro Contrucci(24 agosto)grande figura di riferimento in tutto il periodo.Visitarono Pistoia il barone Ricasoli, i principi Umberto e Amedeo, e successivamente re Vittorio Emanule II.
Non mancarono i contrasti tra liberalie reazionari, ma anche tra moderati e democratici, e pure tra mazziniani e monarchici.
28o pistoiesi parteciparono alla spedizione dei Mille.
CONCLUSIONI:Un Risorgimento voluto più che dalle masse popolari da una élite ristretta ma che aveva ben intuito i bisogni della Nazione.
Le idee patriottiche ebbero molti seguaci, più in città che nel circondario.Più retrogradi i ceti nobiliari, e il clerò che influenzò assai il contado.Le attività manufatturiere, la trasformazione delle attività agricole produssero una nuova borghesia. L’insegnamento nelle scuole,le tante attività socio-culturali(Parentiadi,Festa delle Spighe)allargarono cuori e orizzonti.Certamente importanti furono gli autentici spiriti liberali da Puccini a Contrucci al Vannucci,pure nelle diversità di opinioni.
Insomma un excursus importante e significativo sulla Pistoia del 19° secolo.
GIUSEPPE PREVITI