” IL CACCIATORE DI GIGANTI” DI BRYAN SINGER
2 Aprile 2013” VIAGGIO SOLA”- REGIA DI MARIA SOLE TOGNAZZI
2 Maggio 2013Cast: Toni Serrvillo Andrea Mastrandea Gianrico Tedeschi Massimo De Francovich Michela Cescon Valeria Bruni Tedeschi Anna Bonaiuto Renato Scarpa, Andrea Renzi.
Uscito sotto le elezioni il film di Roberto Andò Viva la libertà è un film che ti prende, ti fa riflettere, non solo perché parla di una sinistra in crisi ma che poi
improvvisamente, almeno nel film, torna a riempire le piazze e a trionfare, ma perché fissa la sua attenzione si una idea di politica culturalmente elevata, cosa
che la stessa sinistra sembra aver dimenticato nella realtà. Ed ecco i riferimenti a Berlinguer, Fellini, Bertolt Brecht con le loro parole di civiltà, contro l’anticultura,
contro un nemico che ha completamente stravolto le parole che hanno un senso civic0 ed etico.
Enrico Olivieri è il segretario del maggior partita della sinistra che sta inesorabilmente declinando, glielo rinfaccia duramente una donna durante un incontro elettorale
e lui di decide di abbandonare il campo, di sparire per per cercare di superare questo momento difficile e dal punto di vista politico e dal punto di vista personale.
Si rifugia a Parigi presso una sua vecchia fiamma, Danielle, che vive con il marito e la figlioletta. A Roma al partito piombano nel caos, sinché a Bottini, l’uomo di fiducia
del politico, non viene in mente di rintracciare il gemello di Olivieri, Ernani, appena uscito da un centro di salute mentale, e che si è eclissato cambiando anche nome
per non nuocere al fratello. I due sono identici, ma assai diversi nei loro comportamenti, arrogante il politico pur se sperduto difronte a quanto sta accadendo e incapace di affrontare la realtà, malizioso, divertente, capace di affrontare il mondo il secondo. Non si tinge i capelli, ama ballare e frequentare i suoi compagni di terapia, ha qualche mania ma chi non
ce l’ha ? Recita, suona, si intende a volo con tutti., fa ritrovare il sorriso al presidente della Repubblica che si dichiara “circondato da rincoglioniti, ladri e banchieri”.
Scambiarsi con il fratello diverte tantissimo Ernani, ma in lui si manifesta anche un qualcosa che colpisce e conquista gli altri dal compassato Bottini al Presidente, ma, ancora
più importante, sa entrare in sintonia e conquistare la folla. Entusiasma gli elettori non con parole vacue ma richiamando tutti alla Passione nel fare le cose, usa la cultura, non
ne ha paura, cita Kennedy, Obama, ma in particolare ridesta in tutti il senso della partecipazione, della passione, della voglia di lottare.
Intanto il fratello scomparso da Parigi seguendo Danielle e una troupe cinematografica si trasferisce in un paesino e ritorna anche lui a vivere, a stare in compagnia,a darsi
ai piccoli piaceri della quotidianità, riscopre il cinema, i bambini, il lavoro materiale, l’amore. Non si fa vivo con nessuno, ma segue però a distanza quel che avviene a Roma
e quel che sta facendo chi ha preso il suo posto.
Andò ci racconta una campagna elettorale fatta nelle piazze, non televisiva, perché il suo eroe rifiuta ogni trappola, preferisce il contatto umano. Andò pubblico ” Il trono
vuoto” nel2012, vincendo il Campiello opera prima, e da questo libro ha tratto il film. Un film che non mostra mai gli avversari politici, avviene tutto all’interno del partito,
dove esistono tante persone di buona volontà ma anche tanti opportunisti. Quel che occorrerebbe è che ognuno avesse un…fratello pronto a sostituirlo, a rigenerare
entusiasmo e passione.
Andò è uno scrittore vero, equilibrato, va diritto allo scopo e anche nel firmare questo film conferma queste qualità confezionando uno dei prodotti più belli e originali di
questa stagione. La storia è quella di un uomo politico arido e depresso che si trova a guidare un partito in caduta libera di consensi in pieno clima elettorale. Lui non trova
di meglio che scappare in Francia da una sua vecchia fiamma, il partito entra in fibrillazione, lo salva il fratello “pazzo” del leader.
Uno splendido Toni Servillo sa sdoppiarsi a meraviglia nelle due parti e tutta la storia si svolge attorno a queste due figure e alla loro….nuova vita. Il nuovo leader domina
le pulsioni del partito, sa affascinare la folla, sa ridestare la passione per la politica. Lui è un ottimista e sa trasferire questo ottimismo a chi lo ascolta, predicando solidarietà,
fiducia, ottimismo, esaltazione del bene comune. Ha gettato veramente un sasso nello stagno putrido della politica o il suo è solo il vaniloquio di un esaltato ? Secondo Andò
la cosa può funzionare, lo scetticismo si può superare, la fiamma della speranza si può riaccendere.
Il regista scrittore sa leggere in questa crisi che attanaglia il Paese, la politica può anche essere bella e affascinante, ma essenzialmente deve essere leggera, deve essere
“goduta” non ridotta a un espediente per il primato personale. Un gioiellino di ilarità e leggerezza è la scena in cui il leader gioca a rimpiattino nelle sale del Quirinale con il
Presidente.
Il senso del film è nell’apoteosi del grande comizio di piazza San Giovanni quando Servillo declama un testo di Brecht sulla inutilità di tante parole e sulla necessità di
ricevere delle risposte. E questo fa riflettere sugli insuccessi del presente, farcito di vuote parole d’ordine, che fanno apparire i politici come esseri fuori del mondo.
E il film sembra volere riscoprire la politica , ma una politica fatta con spirito di servizio ed abnegazione. Un film coraggioso, intanto perché si occupa di politica e
non per fare della facile satira, ma per cercare di dire qualcosa di più profondo.
La trama ricorre all’espediente dei due gemelli, con il fratello folle che dice la verità, mentre quello apparentemente sano alla vista del fallimento politico del suo partito entra in
depressione e fugge. Al suo posto viene..immesso il fratello, appena uscito da una clinica psichiatrica, e fatto apparire per lui. Ma il nuovo arrivato comincia a dire quello che
pensa, a volte è è profondo nei suoi ragionamenti, è assai credibile però, anche se ogni tanto non manca una vena di follia, ma quel che è importante è che riesce a ravvivare
e coinvolgere uno stanco corpo elettorale. Ma non solo, tutti sono colpiti da lui e da quanto dice, e per la prima volta, il partito che lui dice “ha paura di vincere” per la prima
volta può veramente vincere. Una figura assai azzeccata, non un classico idiota, ma invece un personaggio sornione e il primo a divertirsi di ciò che fa in questa nuova veste,
ricorda tanto dei personaggi usciti dalla penna di Pirandello. Di contro Enrico riscopre una vita normale.
Andò adatta il suo romanzo in una chiave che è molto “pirandelliana”, gioca molto sulla realtà e sull’apparenza, sul crearsi una maschera e adattarsi a questa. Lungo il film si dice
e non si dice, si allude, si ricorre alla espressione delle facce più che ai dialoghi, si fa un largo uso della musica, in primis la forza del destino.
I due gemelli sono seguiti nelle rispettive “nuove” vite, momenti toccanti, altri divertenti, altri gratuiti, da ricordare ad esempio il pistolotto di un furibondo Fellini contro
chi vuol male alla cultura.
Un gruppo di ottimi attori rende ancora più vitale la pellicola, Servillo che già di politica si era occupato ne Il divo e nella Bella addormentata qui profonde a piene mai la sua
vena istrionesca, toni ora forti, ora tenuti, addirittura con variazioni in corsa nell’interpretare il personaggio con i i toni anche dedll’altro…. Bravissimo nella metamorfosi
del funzionario compassato e accondiscendente Valerio Mastrandea. Ma tutto il gruppo funziona al meglio da Gianrico Tedeschi a Massimo De Francovich, da Andrea Renzi
a Renato Scarpa. E poi le donne, tutte viste come angeli custodi dei due fratelli, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto.
Film politico ma che principalmente tende quasi a dissipare le nubi che oggi portano a una cattiva politica senza rimedio, la pellicola sembra suggerire che il rimedio c’è, passione
e rapporto con la gente, e poi una sdrammatizzazione del ruolo del leader.
Certamente forte la critica verso un mondo politici chiuso in sé stesso, che non vuol fare trapelare niente di quel che accade al suo interno. Non si capisce neppure bene
a chi Andò abbia voluti rivolgersi tra i segretari del PD, a onor del vero quando fu pubblicato il libro c’era come segretario Veltroni, ora c’è Bersani. Ma la critica di
Andò probabilmente va oltre , lui dice che occorre un leader che faccia colpo sulle piazze, dicendo cose che abbiano un senso per tutti e quindi riaccendendone passione
e interesse. Certamente non può bastare l’elogio della follia o il ritorno al tran tran quotidiano a risolvere i mali del mondo, nello specifico della nostra casta
politica, questo permette però anche di allargare i temi, come si costruisce un buon film, come si costruisce un buon leader.
In conclusione un film dove una volta tanto prevalgono le idee, se è pur vero che è legato alla cronaca, diciamo che se ne serve per spaziare sulla necessità di
costruire una società civile, come ci arrivi è un altro discorso, importante è seminare…..
GIUSEPPE PREVITI