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29 Aprile 2024“LA DONNA CHE FUGGE” DI ALICIA GIMENEZ BARTLETT- SELLERIO- 08-05-2024
8 Maggio 2024Fabio del Colletto ha sempre avuto passione per il mestiere di giornalista e infatti ha trovato lavoro come cronista di nera presso un piccolo quotidiano
fiorentino. Ma ora, incappato in una storia dove omicidi, personaggi da spy story e alta politica si mescolano in abbondanza, e quindi con la prospettiva
di scrivere un libro che lo potrebbe rendere famoso, finisce che perde il posto di lavoro, resta senza soldi e con poche e avvilenti prospettive dinanzi a se.
E così ora deve decidere come proseguire la sua vita rinunziando a tutto quello per cui si è battuto finora e dare così ragione ai suoi genitori…..soste-
nitori del posto fisso, simbolo di sicurezza,, ma alla fine decide di non arrendersi, pubblicherà il libro con la storia di cui è stato testimone, ma anche
con un ruolo di protagonista, tanto da meritarsi un encomio del Presidente degli Stati Uniti. Ma, certo, non sarà facile.
JACOPO CHIOSTRI, scrittore, giornalista, uomo di cultura e organizzatore di eventi culturali, ha il pregio di non cadere mai nel banale e di sollecitare sempre la voglia nel lettore di approfondire i suoi scritti.
Ha così ideato per VOLEVO IL PULITZER una storia di respiro internazionale, per cui ci troviamo difronte a un grosso inghippo di stampo internazionale,partendo da due omicidi avvenuti a Firenze e di il cronista di nera, Fabio del Colletto, si è occupato per il suo giornale.Un caso bollente, per cui ha rischiato la vita, e oltre tutto ha perso il posto al giornale, dato che si era spacciato per poliziotto.
La storia è raccontata dal nostro Fabio in prima persona, sì che viene il dubbio, visto che anche l’autore del romanzo è un giornalista,che poi ci sia una
certa assonanza tra il Chiostri e il Del Colletto .E dalla passione con cui ci viene raccontata questa storia qualche dubbio permane….
Ne nasce un racconto ambientato in Firenze e dintorni, con una storia che coinvolge la città del Giglio w gli States, anche se la copertina del libro, con un esplicito richiamo al Giallo ma anche a un qualcuno che scrive, ci ricorda che oggi con gli strumenti tipici del mestiere più…la fantasia, si può immaginare di essere ovunquw.
Il romanzo non è facilmente etichettabile, la sunnominata copertina lo definisce un “Giallo”, ma ha molto anche della spy-story,l con una trama di respiro
internazionale, affidandosi però molto anche all’analisi psicologica dei protagonisti, ai rapporti tra genitori e figli(vedi famiglia Del Colletto),ai
risvolti sociali che riguardano i giovani che cercano un lavoro, insomma, pur se non proprio manifesto, potremmo parlare anche di un noir moderno.
Ma anche un libro dove il protagonista non è un poliziotto o un carabiniere, ci sono per i…patiti del ruolo ma qui sono abbastanza marginali,il protago-
nista in fatti non è il tradizionale commissario, ma un giovane giornalista che, a onor del vero, gioca spesso a fare il poliziotto, o più ancora, lo 007.
Avvengono due omicidi a Firenze, un pensionato e una cittadina americana, e ben presto si delinea un misterioso intrigo che ha il suo centro negki Usa,
coinvolgendo addirittura la Casa Bianca.
Un romanzo che si svolge su due piani,quello nostrano, fiorentino, più casereccio, e quello più lontano, l’Americano, già, l?America, terra di sogni e di infinite possibilità,ma dove lo trovate un Paese dove il Presidente con unja lettera autografa si congratula con un perfetto sconosciuto che…gioca a fare il detective ?
In questa narrazione a più piani, si è perlato di “romanzo nel romanzo “:certamente al centro della storia rimane Firenze, con la sua gente, la sua atmosfera, la sua vita, e che ormai si è talmente compenetrata in chi la vive, che il nostro Del Colletto trova sicurezza e fiducia nelle sue strade, pur
se grossi pericoli sempre più incombono su di lui . L’America rappresenta invece l’evasione,il sogno di un’altra vita, la liberazione dai gioghi del giornalismo…
Su Del Colletto l’analisi psicologica è profonda, accurato è lo studio sul suo comportamento sin da bambino, oppresso da genitori molto chiusi e che vedevano la vita come “una croce da portare con rassegnazione”. Per carità, non gli è mai mancato nulla,ma certo lui è venuto su con molte remore, e co-
munque secondo il principio di avere pazienza, di sopportare, che poi potrebbe essere peggio ancora….
Ma lui alla fine saprà ribellarsi a questa sorta di acquiescienza a cui è stato abituato nel tempo., e del resto quando perde il lavoro la prima reazione
sarà quella di dire “avevano ragione loro”, e questo sarà per lui l’aspetto più traumatico.
E così Fabio uscirà sempre più dagli schemi più o meno autoassolutori della famiglia, il che lo renderà ancora più esposto e più fragile,. si da andare in crisi e dover rinunciare a voler…vincere il Pulitzer. Un eroe o un perdente ?Lui tendenzialmente vorrebbe essere “l’eroe”, ma poi finisce non tanto a essere l’uomo forte della situazione, quanto a non “rinunziare”alla parte che gli può assegnare il destino, a ognuno è assegnato un ruolo nella vita,
importante è farsi trovare pronti.
JACOPO CHIOSTRI, come detto, ha scelto che il protagonista del suo ultimo romanzo, un giovane giornalista, parli in prima persona, e che quindi ci racconti
questo intrigo internazionale, che non riesce a raccontare sul quotidiano per cui lavora per tutta una serie di motivi e politici e giuridici e di opportunità,attraverso la scrittura di un libro.
Ecco, finzione per finzione,il senso sarebbe che anche la finzione può diventare realtà, nel senso che se i lettori arriveranno a leggere in forma di romanzo questa trama sarebbe segno che la “finzione è diventata realtà”.Ma forse la verità è ancora un’altra, testimoniare che nella vita si deve percorrere un percorso evolutivo che ti permetterà di raggiungere l’obbiettivo prefigurato.
Quale era il sogno di Del Colletto? “Volere il Pulitzer” recita il titolo, e questo sogno lo raggiunge scrivendo questa storia dove alla fine lui è un
vincitore, che sta realizzando il suo sogno.
Ovvero ognuno realizza il cambiamento quando arriva a essere o a trovare se stesso.A ognuno, allora, ci sembra dire Chiozzi, il suo Pulitzer.
GIUSEPPE PREVITI
ovunque.